Terzo mandato, prime dimissioni dopo la Consulta
Lascia Armando Rossi (Napoli)
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“Carissime Colleghe e carissimi Colleghi,
c’è un momento della nostra vita in cui ci troviamo a fare delle scelte, a prendere delle decisioni di grande responsabilità e, proprio per questo, scelte difficili e sofferte. Sono stato sempre convinto dell’impegno e delle assunzioni di responsabilità di chi fa politica. È già da qualche tempo che sto vivendo momenti di grande emotività, anche se, a dire la verità, data l’amarezza degli ultimi tempi, avevo pensato di optare fare delle scelte senza dare alcuna spiegazione. Ma non sarebbe stato giusto nei confronti di coloro che, in questi anni, hanno riposto fiducia nella mia persona per essere rappresentati nelle Istituzioni politico-forensi. Del resto, gli eventi degli ultimi mesi necessitano una riflessione seria sul modo di intendere i rapporti interni all’Avvocatura, senza instaurare un clima di pura contrapposizione e di incomunicabilità, a scapito di un impegno comune, dando segnale di maturità politica nell’interesse generale dell’Avvocatura tutta. E ciò a difesa dell’effettività della giurisdizione. Devo sottolineare, con sincerità, che non mi sono piaciuti i toni troppo accesi, gli attacchi cruenti, il clima rovente che hanno dilaniato, in questi ultimi sei mesi, l’Avvocatura. Ed allora dobbiamo avere il coraggio di compiere un gesto di distensione per una fase politica nuova di confronto vero e non di scontro, di apertura e non di chiusura, senza aspettare che siano gli altri a fare il primo passo, ma essere noi stessi a farlo in prima persona. Sono stati questi i pensieri che hanno affollato la mia mente, i sentimenti che hanno agitato e scaldato il mio cuore, che mi hanno portato alla decisione di formalizzare le mie dimissioni nella prossima seduta del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli, ringraziando sin da ora tutte le Colleghe e i Colleghi che hanno espresso la scelta di essere da me rappresentati. Voglio avere un atteggiamento costruttivo, positivo per la mia professione che amo. Ritengo, indipendentemente dalle visioni e dalle convinzioni personali nel merito della vicenda che ci riguarda, che bisogna prendere atto di quanto deciso dagli Alti Organi dello Stato che si sono pronunciati in modo chiaro ed univoco. E spero che questa mia decisione possa essere di sprono agli altri che si trovano in questo momento nella mia stessa condizione, per fare un passo indietro e ripartire. Continuerò con tutte le mie forze, animato da immutato spirito di servizio, nel mio impegno concreto nella politica forense nell’Ufficio di Coordinamento dell’Organismo congressuale forense, a tutela di tutta l’Avvocatura. E sarò sempre a disposizione per futuri incarichi o ruoli che l’Avvocatura vorrà affidarmi per la tutela della nostra professione e a garanzia dell’effettività della giurisdizione. W l’Avvocatura”
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