Troppe cause, ressa e ritardi scoppia la protesta dei legali a Venezia
Ruoli con 60 udienze: assembramenti in corridoio di avvocati, testi, imputati. La Camera penale: «Inaccettabile». Il presidente: «App salta code in arrivo»
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Le immagini non rendono giustizia all’assembramento che lunedì (ma non è certo la prima volta che accade) regnava nel corridoio dove si affacciano le aule del Tribunale monocratico. Decine e decine di avvocati, imputati, testi, consulenti, forze dell’ordine costretti ad attendere per ore il proprio turno in spazi ristretti, avendo come unica alternativa il (freddo) cortile all’aperto.
“Colpa” di calendari di udienza straripanti di cause: lunedì, una sola giudice ne aveva una sessantina in programma. E contemporaneamente, altri tre giudici avevano udienza. Con la capienza delle aule ridotta al minimo dalle norme anti-Covid e la decisione di molti magistrati di far accedere all’aula solo le persone coinvolte udienza per udienza, l’attesa in corridoio si fa così facilmente ressa, tra le proteste di molti avvocati per ritardi anche di ore rispetto alla prevista chiamata, e molti rinvii finali.
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