Archiviato Grillo, ancora nessuna decisione sul garante
Il consiglio nazionale convocato da Giuseppe Conte non ha avanzato una proposta per sostituirlo.
Archiviato Grillo, ancora nessuna decisione sul garante
Il consiglio nazionale convocato da Giuseppe Conte non ha avanzato una proposta per sostituirlo. Anche sul superamento dei due mandati non c’è ancora una quadra, il rischio è quello di diventare “come tutti gli altri”
“Ci riaggiorniamo lunedì”. Dopo mesi di tensione, attacchi e rotture, è questa l’ultima frase pronunciata dai parlamentari del Movimento 5 Stelle, a conclusione del consiglio nazionale convocato oggi, a porte chiuse, per discutere delle decisioni prese in assemblea costituente, nel novembre scorso. L’eliminazione della figura del garante, con la cacciata di Beppe Grillo, è già storia, certo. A non essere ancora chiaro, invece, è chi prenderà le veci di guardiano sui principi 5S: un nuovo organo collegiale, istituito ad hoc, oppure verrà affidata una delega al comitato di garanzia? Non si sa, come un formula esatta manca anche per recepire l’altro epocale favore espresso degli iscritti: il superamento del limite dei due mandati per i parlamentari. Va presentata una quadra “senza dar vita a una proposta che ci renda uguali agli altri partiti, se non peggio”, è la dichiarazione di Conte ai suoi fatta filtrare dopo ore di riunione. Per capire come però tocca pazientare.
Il consiglio nazionale dei 5 Stelle, riunito ieri pomeriggio, ha definito una sorta di cronoprogramma per attuare tutto ciò che è stato votato a Nova, la costituente del Movimento. Il percorso, aperto in estate e concluso il 24 novembre con un ultimo Vaffa, quello al fondatore Grillo, infatti non è ancora concluso. Sono 76 le proposte approvate, per la maggior parte autoapplicative. Il problema arriva con le restanti, a partire dall’abolizione al limite dei due mandati per i parlamentari o per gli ex che si vogliono candidare in regione o in un comune. Essendo stata votata con il 72% dei voti, è incontrovertibile l’apertura a una terza candidatura ma il superamento dello storico limite ora va incardinato in una nuova norma, proprio perché non faceva parte dello statuto bensì del codice etico. “La volontà dei nostri iscritti per noi ha un peso e quindi dobbiamo attuare subito quello emerso da Nova”, è stato il ragionamento di Conte, che ha confermato la determinazione a superare “la rigida regola” del tetto ai due mandati “che ci svantaggiava”. Come realizzare quest’obiettivo però non si sa ancora. In sostanza, spiegano fonti interne ad HuffPost, “nel nuovo statuto ci sono modifiche recepite automaticamente mentre per altre, come quella dei mandati, occorre una proposta del presidente che, sentito il consiglio, poi la sottopone agli iscritti”. Da questo ingarbugliato incastro deriva l’impasse contiana: per superare il limite bisogna trovare la formula che “non ci renda uguale agli altri, se non peggio”, è il desiderata reso noto dall’ex premier.
In autunno, militanti e simpatizzanti 5S avevano comunque indicato la via, aprendo in deroga alla candidatura a sindaco o a presidente di regione. Una chance che ingolosisce soprattutto l’ex presidente della Camera, Roberto Fico: dopo l’impugnazione, da parte del governo, della legge campana sul terzo mandato per Vincenzo De Luca, la candidatura di Fico alla regione ha preso quota, seppure oggi, dice chi lo conosce bene, “ogni commento sarebbe prematuro”.
La quadra, insomma, non c’è. Manca ancora una norma chiara, un’indicazione giuridica capace di riformare il codice etico 5S. Diverso, eppure simile nel risultato raggiunto oggi, il discorso sul garante: Beppe Grillo è fuori, la sua cancellazione è definitiva. Lui non protesta nemmeno più e, prima che rimetta insieme le forze per una possibile, ma improbabile ormai, reazione politica avversa a Conte, il Movimento deve trovare le condizioni per il post. Dopo la rivotazione, chiesta e ottenuta da Grillo più di un mese fa, il suo ruolo è stato non solo eliminato, ma nemmeno riassegnato: “Quella scelta – spiega un parlamentare 5S – era già definitiva, perché è stato eliminato semplicemente l’articolo e quindi oggi non ne abbiamo parlato”. Giusto, peccato però che il Movimento ha sempre avuto principi scritti, da conservare e tutelare, e infatti il 37% dei votanti ha indicato un affidamento di questi poteri al comitato di garanzia già esistente. L’organo, dove spadroneggia oltre a Fico anche l’anti-contiana Virginia Raggi, sfuggirebbe però al controllo di Conte, che come preferito anche dagli iscritti (con il 39%), gradirebbe l’istituzione di un “nuovo collegio appositamente eletto”. Solo pensieri e retroscena per ora, visto che il vulnus lasciato dall’abrogazione del ruolo di Grillo, oggi è rimasto tale.
A decidere i prossimi step, a partire da lunedì, sarà comunque il consiglio nazionale. Quindi lo stesso Giuseppe Conte, i vicepresidenti nominati da Conte, i capigruppo scelti o confermati da Conte, il capodelegazione a Bruxelles e altri rappresentanti locale. L’impronta dell’ex premier, è evidente, sarà netta.
In riunione è stata confermata anche la linea politica, qualla dei “progressisti indipendenti” avallata da Conte stesso. Durante la lunga assemblea i pentastellati hanno discusso anche di finanziamenti ai gruppi territoriali e del potenziamento della giovanile del partito. Sul tavolo, anticipavano alcune fonti, doveva esserci anche il caso di Alessandra Todde, la prima governatrice 5S contestata in regione per presunti rendiconti elettorali mancati, ma non c’è stato tempo: “Oggi hanno parlato di statuto”, è la netta dichiarazione arrivata dalla Sardegna. Restano fuori anche le possibili iniziative di Grillo sul piano giudiziario, quelle carte bollate minacciate a più riprese, anche da Conte, a tutela di nome, simbolo e vecchie regole interne. La riserva dell’ex comico non è stata ancora sciolta. Come in bilico resta il futuro del suo ruolo. Il tutto mentre sul sito del nuovo Movimento di Conte, alla voce garante, spicca ancora la faccia sorridente di quel Beppe Grillo che vent’anni fa ha dato vita a tutto questo. Un’ultima burla, forse.
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