Canone Rai gli abolizionisti per finta.
Quasi sicuramente il canone previsto in aumento a 90 euro resterà a 70 euro.
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A fronte delle richieste del suo partito Lega che vorrebbe modificare il canone Rai, previsto in aumento a 90 euro e mantenendolo agli attuali 70, il ministro dell’Economia ha ricordato che “il Parlamento è sovrano”. Bel ricordo, da parte di chi, tutte le sue leggi come quella di Bilancio in via di formazione, le ha viste approvate con un voto di fiducia (atto tipico in cui il Parlamento cede i propri poteri all’Esecutivo) …. meglio non rischiare, ché qualche “pazzerello” (così vengono appellati quelli che la pensano in modo diverso, pazzi) c’è sempre.
Ricordiamo il grande e permanente impegno, sempre del partito del ministro Giancarlo Giorgetti, ma in campagna elettorale, per l’abolizione del canone. La chiamano abolizione, anche se le loro proposte non aboliscono l’imposta con cui paghiamo per il possesso di un tv, ma la trasformano da diretta ad indiretta: cioè ora questa imposta la paga (in parte) chi ha un tv (imposta diretta), mentre l’altra parte, necessaria a soddisfare le economie della Rai, la pagano tutti i contribuenti (imposta indiretta). E se e quando dovessero – come dicono alla Lega – abolire il canone, a quel punto l’imposta sarebbe tutta indiretta e integralmente pagata da tutti i contribuenti. Altro che abolizione… trasformazione ed estensione dei pagatori… ché abolizione significherebbe che la Rai non dovrebbe più avere i soldi dello Stato e quindi dovrebbe ingegnarsi, magari come soggetto privato che si aggiudica un appalto per il servizio pubblico, a pagarsi il dovuto… ma questo è un altro discorso.
La cosa più rilevante, infine e soprattutto, è che, siccome quasi sicuramente il canone previsto in aumento a 90 euro resterà a 70 euro, per questa operazione ne uscirà vincente il partito del ministro e, a ricaduta, tutta la maggioranza e il governo in carica. Già sentiamo l’eco delle dichiarazioni di soddisfazione del tipo “avete visto? La Lega le promesse le mantiene!”
Dichiarazioni monche, visto che la promessa più che decennale era per l’abolizione (pur nella versione di trasformazione in imposta indiretta).
Il successo, quindi, è che sono riusciti a non variare l’imposta diretta – il canone – dagli attuali 70 euro. Successo? Chi si contenta gode. Basta esserne consapevoli…
Sullo sfondo del tutto rimane l’ombra delle altisonanti dichiarazioni, in altrettanto altisonanti vertici in cui fanno finta (governo e opposizione) di scannarsi per quello che loro chiamano bene pubblico (la spartizione di poltrone e risorse).
Riforma della Rai? Suvvia, non confondiamo il riassetto interno di un ente di potere con una riforma che – a nostro avviso – dovrebbe comportare privatizzazione di un servizio pubblico assegnato a seguito di gara. Fantascienza, anche se è quanto avevano chiesto gli italiani con un referendum qualche anno fa.
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