Anno: XXVI - Numero 32    
Venerdì 14 Febbraio 2025 ore 14:15
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Desalvinizzare la Lega.

Come Romeo sta rimodellando il partito lombardo (con vista Congresso).

Desalvinizzare la Lega.

Tornare a parlare di nord dando voce ai territori. L’obiettivo che la Lega lombarda si era prefissata al proprio congresso a dicembre era chiaro: riprendere in mano il proprio core business, mettendo da parte quelle “questioni romane” che hanno fatto disaffezionare molti iscritti e fatto perdere voti. Così, Massimiliano Romeo, il neoeletto segretario, è subito passato all’azione, avviando i processi congressuali nelle province e costruendo un direttivo a sua immagine. Una vera ventata d’aria fresca per un mondo che negli ultimi anni era stato “oppresso” dall’ingerenza di Matteo Salvini, che tramite commissari e referenti direttamente nominati aveva cambiato volto al Carroccio.

Tra le fila leghiste sta tornando un timido entusiasmo, dicono i più informati. Romeo si è speso in prima persona per essere eletto, battendo in lungo e in largo la Lombardia e costringendo Salvini a ritirare il suo candidato, Luca Toccalini, proprio perché forte del sostegno dei territori. E ora, in quei territori sta tornando – lui o suoi emissari – per raccogliere le istanze di chi li vive. “Sono in corso diversi incontri con sindaci e amministratori”, spiega all’HuffPost una fonte. “Il tema è rinvigorire la militanza, come fare a tenere la macchina sempre sul pezzo”.

Per farlo, c’è bisogno di ripartire dalle sezioni locali, anche perché “negli anni del commissariamento di Fabrizio Cecchetti è stato smantellato tutto, si sono chiusi circoli e persi iscritti”, come attacca un autorevole personaggio del mondo leghista. È per questo che Romeo ha voluto subito la convocazione delle assise locali che dovevano rinnovare i propri organi: così, il 16 febbraio le sezioni di Monza e Brianza e della Valcamonica andranno a congresso per eleggere nuovo segretario e consiglio direttivo. Entrambi guidati da un referente nominato dall’alto, i due territori partono però da situazioni differenti. In Brianza la Lega va forte: ha 17 sindaci su 55 comuni, cui vanno aggiunti quelli in cui il Carroccio fa parte della maggioranza. Da gennaio si sono già registrati 46 nuovi militanti (che sono qualcosa di più di semplici iscritti). Per il referente provinciale, Andrea Villa, il rinnovato entusiasmo si spiega con il mix tra l’arrivo di un segretario regionale apprezzato come Romeo e, appunto, il buon esempio dato con l’attività amministrativa dei vari sindaci. Da qui, spiega, deve ripartire l’azione leghista. “Quando Salvini prendeva il 40% era lui che aiutava la base, ora deve essere la base a muoversi di più e aiutare il partito”. Villa è stato inserito da Romeo nel nuovo board regionale. A sostituirlo sarà, con ogni probabilità, Fabio Ghezzi. Classe 1978, militante di lungo corso, giornalista e impegnato con ruoli prima al comune di Concorezzo e poi nel Consiglio regionale della Lombardia, chi lo conosce spiega che è in sintonia col nuovo segretario regionale.

Completamente diversa la situazione in Valcamonica. Commissariata nel 2022, a fine gennaio la sezione ha visto un esodo di 38 militanti in protesta contro l’indirizzo del partito: “ha smesso di fare politica”, la denuncia. Per ora guidati da Stefano Borghesi, i “camuni” dovrebbero convergere al congresso su un nuovo nome, probabilmente quello di Pietro Pezzuti. “È giunto il momento di tirare una riga e ritornare a fare la Lega”, ha scritto sui social. “Da più di un anno sto ascoltando militanti e sostenitori per capire cosa serve affinché la Lega Camuna si confermi un esempio di virtuosità, caparbietà e percentuali elettorali bulgare”.

Romeo, dunque, sta dando spazio ai territori e i territori stando rispondendo con entusiasmo. Tuttavia, l’aria fresca portata dal nuovo segretario non finisce qui, anzi. Voci di corridoio, infatti, vorrebbero un Romeo al lavoro per un disegno politico più ampio: la presidenza della Regione oppure la segreteria del partito. A breve dovrebbe esserci il congresso federale è l’obiettivo di alcuni settori della Lega è quello di spingere Salvini a un passo di lato. Al netto delle smentite raccolte da HuffPost su questo fronte – le carte, del resto, verranno scoperte solo al momento opportuno – rimane il fatto che nel nuovo esecutivo regionale Romeo ha inserito sia nomi a lui vicini sia personaggi ultimamente un po’ ai margini della vita leghista, insomma gente che per i più maligni avrebbe il dente avvelenato con Salvini. Qualche esempio? Renato Pasinetti, che la scorsa primavera era stato tra i firmatari di una lettera in cui si chiedevano le dimissioni di Salvini. Il ruolo di Pasinetti non sarà di facciata: sarà il responsabile dell’area “società partecipate”, quella preposta a intervenire nelle nomine dei vertici delle controllate in Regione. Oppure Andrea Monti, figlio dell’ex senatore Cesarino che nel 2012 aveva sfidato proprio Salvini per la segreteria della Lega lombarda e che, da allora fino alla scomparsa, era di fatto finito fuori dai radar secondo alcuni per volere dello stesso Salvini. Nella pattuglia di Romeo ci sono anche ex onorevoli che non sono stati rieletti, come Antonella Faggi, vicepresidente dei senatori leghisti nella scorsa legislatura e prima cittadina di Lecco dal 2006 al 2009, o come Simone Bossi, anche lui rimasto non rieletto nel 2022 dopo un mandato a Palazzo Madama, che dopo il congresso regionale aveva detto “speriamo si torni a lavorare bene sui territori e non solo a vivere della luce riflessa della segreteria nazionale”.

 di  Francesco Crippa su Huffpost

 

 

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