Anno: XXVI - Numero 75    
Mercoledì 16 Aprile 2025 ore 14:30
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Il mio 25 aprile è meglio del tuo.

I quattro cortei e il tetris per non incontrarsi.

Il mio 25 aprile è meglio del tuo.

Una ricorrenza, quattro cortei e tanta tensione di fondo per l’80° anniversario della Liberazione. L’Anpi non va nella tradizionale Porta San Paolo per “questioni logistiche”, dove invece sarà di primo mattino la Brigata ebraica. Ma l’Arci&co. non ci stanno, andranno lì, ma senza incrociare la Brigata. Alcune sigle sparigliano ulteriormente: andiamo a Porta San Paolo, ma prima della comunità ebraica. Intanto a Roma Est…

Tante sensibilità diverse. A Roma si annuncia un 25 aprile non unitario. Con alcune iniziative che si intersecano e tante incognite. La Festa della Liberazione da sempre porta con sé una scia di polemiche, anche tra i discendenti di chi la Resistenza l’ha fatta in prima persona. Mentre, però, in occasione dell’80esimo anniversario del 25 aprile 1945, a Milano si è riusciti a fare un corteo unitario, a Roma un’iniziativa unica non c’è. E lo stravolgimento da parte dell’Anpi del consueto programma sta causando non pochi mal di pancia.

Fare ordine è complesso e le variabili, anche in termini di sicurezza, saranno tante. Ci proviamo. L’evento principale è quello dell’Anpi Roma. Che, però, ha sorpreso molti rinunciando al classico corteo che conduceva, sin dalla tarda mattinata, a Porta San Paolo, luogo simbolo per eccellenza della Liberazione di Roma e piazza storica del 25 aprile. Dopo aver reso omaggio alle vittime delle fosse Ardeatine, il corteo dell’Anpi inizierà da largo Bompiani, non distante dal luogo dell’eccidio, e arriverà a Parco Schuster, vicino alla Basilica di San Paolo. Un luogo che è più difficile ricondurre alla Resistenza ma che, ci spiega Stefano Bonifazi dell’Anpi di Roma, “è un simbolo a sua volta perché i frati dell’abbazia ospitarono ebrei e persone che avevano bisogno di rifugio durante la guerra. Inoltre, non c’è posto di Roma che non sia legato alla Resistenza”. Questo cambio di programma, spiega il rappresentante dell’Anpi, “è stato necessario anche per ragioni logistiche, perché essendo l’80esimo anniversario avevamo bisogno di un posto più grande”. L’Anpi, in ogni caso, andrà a rendere omaggio ai partigiani al memoriale della Resistenza di Porta San Paolo nel pomeriggio, alle 14.30.

’idea dell’associazione dei partigiani non è piaciuta all’Arci di Roma, a Potere al Popolo e a tutta una serie di movimenti, che – come ha annunciato il 7 aprile e ribadirà a breve – parteciperà solo a una parte del corteo mattutino dell’Anpi, per poi staccarsi e andare a Porta San Paolo “già dal tarda mattinata”. Perché questa deviazione? “Non ci ritroviamo – spiega ad HuffPost Vito Scalise dell’Arci di Roma – nella scelta di non far finire il corteo in quel luogo storico, così significativo”. Quando questo spezzone del corteo arriverà a porta San Paolo, sul palco dell’Anpi, a Parco Schuster, ci saranno gli interventi. Tra questi anche quello del sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, a cui l’Arci e le altre sigle contestano, dice ancora Scalise, “di non aver mai esposto la bandiera palestinese sul Campidoglio e di aver ospitato la piazza del 15 marzo, che sosteneva il riarmo”. Ecco che la questione della guerra di Gaza entra, ancora una volta, nelle celebrazioni del 25 aprile. E alimenta la parte più consistente delle tensioni.

A Porta San Paolo, infatti, la mattina presto dovrebbe svolgersi un’altra iniziativa di commemorazione. A quanto risulta ad HuffPost da fonti che stanno lavorando al programma, anche se ancora non è stato formalmente ufficializzato, la Comunità ebraica dovrebbe, come ha fatto l’anno scorso, deporre una corona di alloro al mattino presto al memoriale. Un’iniziativa in solitaria, al momento, perché, secondo quanto riferiscono ad HuffPost da più fonti, non ci sono ancora stati contatti con l’Anpi, per un’iniziativa comune: “Ma, naturalmente, nessuna preclusione”, ci dicono dall’associazione dei partigiani. Una frase di circostanza, probabilmente, perché le tensioni tra le due realtà non sono mancate. E non mancano neanche con altre realtà. L’Arci di Roma, infatti, non ha apprezzato la dichiarazione di Victor Fadlun, referente della comunità ebraica romana, sulla risoluzione della minoranza parlamentare sul riconoscimento dello stato di Palestina. Fadlun l’ha definita “un atto di propaganda ideologica”. Parole che le associazioni che considerano le operazioni di guerra che Netanyahu sta conducendo a Gaza un genocidio nei confronti dei palestinesi non hanno affatto apprezzato.

Tutti questi elementi lasciano immaginare un 25 aprile quantomeno movimentato. La comunità ebraica negli scorsi anni è stata vittima di attacchi e di fischi, da parte di movimenti filo palestinesi. E le tensioni tra le varie anime che celebrano il 25 aprile sono aumentate negli ultimi anni, dopo gli attacchi di Hamas a Israele del 7 ottobre 2025 e l’operazione del governo Netanyahu nella Striscia di Gaza.

L’anno scorso, proprio a porta San Paolo, c’erano state forti tensioni tra alcuni esponenti della comunità ebraica e alcuni antagonisti. E quest’anno la situazione non si preannuncia più calma: nel corso di un’assemblea all’Università Sapienza ieri, 14 aprile, alcune sigle più radicali della galassia filopalestinese hanno deciso che si troveranno a Porta San Paolo di buon mattino. Ancor prima dell’arrivo della comunità ebraica. Una presenza che ha tutta l’aria di essere una provocazione nei confronti della comunità ebraica, che sarà attenzionata probabilmente dalle forze dell’ordine, visti i precedenti, e che un po’ preoccupa anche chi arriverà dopo: “Non so che troveremo in piazza, quando arriveremo noi, nella tarda mattinata, tanto più che ora c’è anche il decreto sicurezza che incide sui manifestanti”, confida, preoccupato, uno dei rappresentanti delle associazioni che, come l’Arci, si staccheranno dal corteo dell’Anpi per raggiungere Porta San Paolo prima di pranzo.

Per chiudere il dedalo delle iniziative, c’è poi il corteo antifascista organizzato a Roma Est, altra iniziativa ormai diventata storica, che attraversa un’altra ala della città. Ognuno rivendica il proprio spazio. Nessuno lo ammetterà mai, ma ognuno ritiene che il suo 25 aprile sia più autentico di quello degli altri. 

di Federica Olivo su HuffPost

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