Il Movimento è in movimento.
Il Meeting certifica la scelta di campo di Cl.
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Undici ministri del governo Meloni (e la premier potrebbe presentarsi a sorpresa), nessun big dell’opposizione: leggendo il programma della kermesse ciellina si colgono i segnali di un rinnovato protagonismo dopo qualche anno in sordina. Tra i temi autonomia, riforme, sanità e scuola. Ma soprattutto famiglie e diritto alla vita.
Più che un Meeting per l’Amicizia tra i Popoli, sembra in realtà un Consiglio dei ministri. Su 15 ministri col portafoglio, 12 saranno ospiti, nei prossimi sei giorni, al 45esimo Meeting di Rimini organizzato come ogni estate da Comunione e Liberazione. La presenza in massa di quasi tutto il governo – Giorgia Meloni non ci sarà, salvo sorprese dell’ultimo momento, ma i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini sì – non è una casualità. Risponde a un obiettivo ben preciso: finita la lunga transizione avviata dall’epoca berlusconiana, e con il centrodestra tornato al potere in solitudine dopo più di un decennio, anche CL vuole tornare protagonista nelle dinamiche della politica italiana: “C’è un movimento nel movimento – ci spiega un suo esponente a taccuini chiusi – una nuova generazione di iscritti che crede fortemente nel ritorno a un protagonismo attivo non solo nella società civile, ma anche direttamente in politica”. E tra questa nuova leva di ciellini in politica – che si affianca ai punti fermi della vecchia guardia come Maurizio Lupi di Noi Moderati e Massimiliano Salini di Forza Italia – spiccano in particolare esponenti di Fratelli d’Italia, dal deputato Lorenzo Malagola al consigliere regionale lombardo anti-Sala, Matteo Forte.
A poche ore dall’apertura ufficiale dei giochi alla Fiera di Rimini ci sperano ancora, e le tengono libero il posto: il presidente della Fondazione Meeting, Bernhard Scholz, che qui l’anno scorso fece gli onori di casa al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, l’ha invitata ufficialmente. Reduce dalle vacanze pugliesi in Val d’Itria, la premier al momento non è segnata nel programma. Ma l’organizzazione spera in una “sorpresa in zona Cesarini”. Gli spazi e i tempi per ospitare un intervento di Meloni in persona “ci sono eccome” dichiarano dall’organizzazione della kermesse cattolica. Che alla fine venga o non venga, l’impronta del centrodestra di governo sul Meeting c’è tutta: Francesco Lollobrigida, Anna Maria Bernini, Gennaro Sangiuliano, Giuseppe Valditara, Orazio Schillaci, Gilberto Pichetto Fratin, Giancarlo Giorgetti, Matteo Piantedosi, Adolfo Urso. Ci sarà persino il candidato in pectore a diventare il commissario italiano a Bruxelles, il ministro degli Affari europei Raffaele Fitto.
Dell’opposizione, a parte gli esponenti parte dell’Intergruppo della Sussidiarietà, non ci sono nomi di peso. Nessun leader di partito: non ci saranno Elly Schlein, né Giuseppe Conte ma neanche Angelo Bonelli, Nicola Fratoianni, Carlo Calenda e nemmeno Matteo Renzi. L’unico big è del Pd, Paolo Gentiloni, ma sarà presente più in qualità di commissario agli Affari economici Ue uscente, che come esponente di partito. Mentre invece ci saranno i leader di Forza Italia e Lega, i vicepremier Tajani e Salvini, grandi protagonisti delle tensioni di Ferragosto, ius scholae su tutte ma anche carceri e pensioni. Gli organizzatori però – se non il caso – hanno evitato di invitarli come ospiti a convegni nello stesso giorno. Insomma, non vedremo un duello ‘in presenza’, tra uno stand e l’altro della Fiera di Rimini, tra i due azionisti di minoranza del governo Meloni. Ma la sostanza non cambia, come ci conferma un ciellino di lungo corso: “Il Meeting si ricandida, quest’anno più dell’anno scorso, a tornare capitale della politica italiana al ritorno dalle ferie estive”.
Tornare protagonisti, ma con una ben precisa impostazione. A sfogliare i temi di questa edizione, spiccano tante tematiche di governo, ovviamente: dall’autonomia differenziata alle riforme costituzionali passando per manovra, sanità e scuola. Ma, almeno una volta al giorno, i riflettori saranno accesi su temi centrali nell’agenda politica del movimento fondato da don Luigi Giussani settant’anni fa, nel 1954: la famiglia tradizionale e la vita. La prima, minacciata dalle teorie progressiste tra gender e Lgbtq. La seconda, da difendere dai movimenti per il fine vita, che la gran cassa di CL ha rimodulato a modo suo: “Il fine della vita” è il titolo di uno dei convegni, “tre testimoni, da Italia, Stati Uniti e Russia, che ogni giorno condividono con pazienti e famiglie le domande ineludibili e il senso della sofferenza”. A Rimini si parlerà anche di intelligenza artificiale, ma verrà fatto nella cornice che più va a genio alla premier: l’AI come “strumento o limite per la libertà”. Insomma, complice anche la presenza dell’uomo AI di Palazzo Chigi, il docente della Pontificia Università Gregoriana di Roma, Paolo Benanti, la discussione sarà più etica che altro. Atteso, ma non come ospite ufficiale, anche l’ex braccio operativo di don Giussani ed ex governatore lombardo Roberto Formigoni, che l’organo ufficiale del movimento, Il Sussidiario, rilancia in prima pagina riprendendo un’intervista all’insegna della nostalgia.
Che CL cerchi di ritrovare una certa centralità in politica lo dimostra anche il ruolo che si appresta a giocare Elena Ugolini, candidata del centrodestra in Emilia-Romagna alle prossime regionali di novembre. Nata a Rimini 65 anni fa, bolognese di adozione, fondatrice di tre licei sperimentali e una scuola media, storica consigliera di svariati ministri della Cultura, fino a diventare lei stessa sottosegretaria allo stesso dicastero durante il governo di Mario Monti. Al Meeting è di casa e con il suo profilo – civico, moderato, cattolico, secondo alcuni “per nulla di destra” – il centrodestra prova a ricreare le condizioni per una nuova Operazione Guazzaloca, dal nome dell’unico sindaco bolognese di centrodestra della storia repubblicana: battere il centrosinistra con un esponente che non sia identificato chiaramente a destra. Il contrario di quanto tentato, in maniera fallimentare, cinque anni fa, con la salviniana Lucia Borgonzoni. Ammiratissima dal mondo cattolico legato a CL, ma anche dal cattolicesimo di sinistra, Ugolini vanta tra l’altro un ottimo rapporto con l’arcivescovo di Bologna e numero uno dei vescovi italiani, Matteo Zuppi. Sarà ospite a un panel del meeting, mentre il vicino sindaco di Ravenna, Michele De Pascale, suo avversario alla corsa in Regione, non figura tra gli ospiti. Un Meeting che, con il ritorno del centrodestra al governo, vuole tornare a diventare la terza camera d’agosto. Sognando una sortita della premier in persona.
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