La sinistra italiana esulta.
Ma con toni diversi.
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Esulta la sinistra. È gelo, vestito di cautela, a destra. Il voto francese coglie di sorpresa la politica italiana che si trova a commentare a braccio risultati che fin dai primi exit poll diffusi dai media belgi – tradizione dispettosa tra vicini di casa – consegnavano sì, un’incertezza per la mancanza di una maggioranza assoluta, ma che in alcun modo avrebbero consegnato la palma dei vincitori a Melenchon e Macron.
Tra resistenza e desistenza: gioca con le parole la sinistra italiana. “Risultato straordinario per la sinistra unita e una bella risposta di partecipazione. La destra si può battere”, esulta la segretaria del Pd Elly Schlein. “La grande partecipazione del popolo francese premia la proposta popolare e progressista di chi non ha mai avuto dubbi sulla pace, sulla difesa dei diritti sociali e sulla tutela dei più fragili”, scandisce Giuseppe Conte leggendo “un segnale di spinta democratica che oggi parla all’Europa intera”. “Il Nuovo Fronte Popolare vince e salva la Repubblica dall’assalto dell’estrema destra”, si aggiunge Nicola Fratoianni che nel voto d’oltralpe vede chiara “una indicazione di speranza” per il nostro Paese.
“Ha vinto la paura. La scommessa di Macron si è rivelata vincente”, dice in maniera più pragmatica Filippo Sensi che esalta “il cordone sanitario nei confronti della peggiore destra europea” e poi, caustico, il senatore dem commenta: “A Palazzo Chigi qualcuno sta brindando”. Con un riferimento poco velato agli attriti tra gli alleati di Governo in chiave sia interna che europea. “E te credo”, sta al gioco Claudio Borghi che risponde a Sensi con un emoticon sorridente. Il leghista è a lungo l’unico nel centrodestra a intervenire a caldo sul voto francese definendolo un “capolavoro al contrario di Macron” che lascia la Francia “a un ammucchione dominato dalla sinistra”. Viatico per una cavalcata vittoriosa di Le Pen alle prossime presidenziali, prevede. Per l’immediato, però, “attendiamo a braccia aperte Rn tra i Patrioti” per costruire “finalmente la vera alternativa a questa Ue marcia”.
Ma se Borghi appare particolarmente loquace, nel centrodestra è più difficile registrare commenti a caldo forse nell’attesa di avere un quadro più chiaro. A rompere gli indugi ci pensa il leader di Noi Moderati, Maurizio Lupi, a dare una lettura di maggioranza al voto francese. “L’alta partecipazione è un fatto molto positivo” osserva commentando il record di affluenza scioccante se confrontato con quello (negativo) registrato in Italia poco meno di un mese fa. “Ma la debolezza delle proposte politiche e le alleanze costruite non su un progetto politico, ma sul principio ‘tutti contro uno’ – avverte – porta all’ingovernabilità ed ora anche la Francia la sperimenterà”. “Pare quindi che l’austerité la farà la gauche”, socializza il suo pensiero il deputato della Lega Alberto Bagnai che – ironizzando – nel voto non vede “uno scenario pessimo: la Francia è in ritardo su di noi di tredici anni, e recupererà. Quando avrà recuperato, si sbarazzerà del macellaio dal grembiule rosso” aggiungendo un’equazione politica italo-francese: “Hollande : Francia = Napolitano : Italia”.
“La sinistra vince se non c’è un centrodestra con un centro forte” avverte invece in chiave tutta italiana il capogruppo di Fi alla Camera Paolo Barelli.
di Huffpost
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