Anno: XXV - Numero 236    
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Troppi veti M5s, i renziani si autoescludono in Liguria.

C'era già nome e simbolo dei Riformisti uniti. Ma le condizioni su questo o quel nome hanno fatto sbottare Raffaella Paita, Iv: "Abbiamo una dignità".

Troppi veti M5s, i renziani si autoescludono in Liguria.

Avevano anche trovato il simbolo e il nome: “Riformisti uniti per la Liguria, Liberali socialisti europeisti”. Scritta grande e sfondo blu con sette stelle luccicanti. Il logo campeggia ancora sul sito di Italia viva della Liguria. Peccato. Sul più bello – quando il time out per la consegna delle liste per le regionali sta scadendo – il partito di Renzi ha ceduto di fronte alla fatwa del Movimento Cinque Stelle.

Una premessa d’obbligo. La prudenza, e un po’ di esperienza, insegnano che fino all’ultimo conviene non dare nulla per scontato. Perché è vero che la coordinatrice di Iv Liguria Raffaella Paita pare rassegnata a gettare la spugna – “Abbiamo una dignità. Il M5s non ci vuole. Italia viva non parteciperà alle elezioni regionali”, fa sapere – ma sulla linea Genova-Roma c’è un via vai di telefonate, compresi Conte, Schlein e Renzi, per cui il lieto fine è sempre possibile, come spiegano anche da ambienti Italia Viva.

Ma intanto per cogliere il punto politico, serve ricostruire la scena dell’ultima crisi di nervi nel campo largo. O sarebbe meglio dire, un ring largo, a giudicare dall’estenuante scambio di colpi. Mentre Pd, Italia Viva, M5s e Avs sono ancora alle prese con i postumi del voto sulla Rai, Raffaella Paita, a metà giornata, tira i remi in barca. Non ne può più. “La lista dei Riformisti Uniti – spiega – era già fatta. Ed era anche già apparentata. Nelle ultime ore ci è stato chiesto – su pressione dei Cinque Stelle – di eliminare l’apparentamento o cancellare dalla lista i nomi di alcuni nostri rappresentanti. E per noi non è politicamente serio”, dice. E aggiunge: “Siamo disponibili a fare gli accordi con il centrosinistra ma non a tutti i costi. E questo deve essere chiaro per l’oggi e per il domani. Noi siamo favorevoli alla costruzione di una coalizione di centrosinistra anche facendo un generoso sforzo di mediazione ma per noi – a differenza di altri, come abbiamo visto anche in queste ore a livello nazionale – prima delle poltrone viene la dignità”.

C’era dunque un veto dei pentastellati sui renziani? Italia viva aveva già accettato di togliere il nome e il simbolo del partito dalla lista dei riformisti. Era il prezzo da pagare per allearsi con il centrosinistra, visto che Italia viva a Genova aveva un ruolo di primo piano nella giunta comunale di Bucci, ora candidato per il centrodestra alle regionali. 

Ma questa mattina, a quel che si capisce, si è aggiunto un ulteriore passaggio. Quando i Cinque Stelle hanno letto i possibili candidati renziani l’hanno rispedita al mittente. E questo anche se due renziani di peso, l’assessore comunale Mauro Avvenente e il consigliere Davide Falteri, erano già sbarcati nella lista di Bucci. Ai Cinque stelle non bastava. Nella lista che hanno letto erano compresi alcuni ex candidati alle europee, mentre loro pretendevano che fossero candidati solo esponenti civici. Non ci doveva essere traccia manifesta di renzismo.

Chiediamo al coordinatore ligure del M5s, Roberto Traversi, se questa ricostruzione corrisponde a verità. “Certo, ed è una richiesta nota da tempo”, conferma il deputato all’Huffpost. Ma da quanto tempo era stata comunicata? Fonti M5s spiegano che rientrava nel patto originario con cui i M5s accettavano di ritirare il loro candidato Luca Pirondini, per convergere sull’ex ministro Dem Andrea Orlando. Per il partito di Conte, come spiega Riccardo Ricciardi a Qn, il senso politico dell’operazione è far fuori Renzi. “Qualsiasi campo con Renzi diventa un campo santo. Noi vogliamo evitare qualsiasi convergenza, apparentamento, unione con Renzi, renziani e travestimenti vari. In Liguria ci sembra un controsenso sfidare Marco Bucci insieme a chi nel frattempo sta in giunta con lui a Genova. Se nel Pd ci sono orfani di Renzi è un problema del Pd, non nostro”. Per i pentastellati, Renzi fa perdere più voti di quanti ne fa guadagnare. Soprattutto se aleggia il fantasma di Beppe Grillo, fautore di una linea purista per cui il M5s non deve fare “alleanze a perdere”. Il comico genovese, una settimana fa al Salone nautico, ha incrociato Bucci. Ed è bastato un breve scambio di battute per mandare in fibrillazione il M5s. Insomma, la competizione in casa grillina spiega molto dell’intransigenza nei confronti di Renzi. “Passi per il Pd, ma se dobbiamo imbarcarci pure Renzi…”, dicono fonti M5s con una battuta.

 

Chiamati in causa, i Dem si mostrano tranquilli. Anche perchè possono fare poco. Nel comunicato di Paita c’è sotto traccia l’accusa al Nazareno di non averli difesi dagli ultimatum M5s. Anzi di essersene fatti latori, “su pressione dei M5s”, dice Paita. Illazioni che Andrea Orlando respinge con un appello all’unità urbi et orbi. “Sono convinto che l’unico argine possibile alla destra sia realizzare il massimo dell’unità tra le forze che si oppongono”, dice il candidato del centrosinistra. I dem sono irritati col M5s, e si chiedono perchè dicano no a Renzi in Liguria, e sì in Umbria e in Emilia Romagna, o a Napoli e a Peugia. Continueranno fino all’ultimo minuto a rivolgere l’invito a ricomporre il quadro. Ma gli esiti sono tutti da verificare.

Dal canto suo, Renzi si tiene le mani libere. Dopo la rottura Iv lascia di libertà di coscienza ai suoi elettori. E Marco Bucci, coglie la palla al balzo. “Italia Viva consiglia ai propri elettori di andare a votare in Liguria e di votare dalla parte giusta, noi abbiamo molti elettori di Italia Viva che stanno dalla nostra parte, ne sono contento e orgoglioso”, dice. Nelle sue liste troveranno posto, del resto, l’assessore in comune Avvenente e il consiglire delegato Falteri. Entrambi hanno lasciato Italia viva da dieci giorni. Stanno con Bucci, che Renzi che considera “un ottimo amministratore”. Domani l’ex rottamatore parlerà all’assemblea del partito a Milano. Ma sembra improbabile che riesca a rimettere su la lista dei Riformisti Uniti. A quanto si apprende, i candidati di Psi e Più Europa che condividevano la lista, stanno autenticando le firme per entrare nella lista del candidato presidente Orlando.

Fino alle 12 di sabato 28 settembre, c’è tempo per ricucire. E anche in Italia viva, dove prendono atto che ad ora non ci sono novità, conservano qualche residua speranza che il non expedit grillino cada. “Mai dire mai”, dicono. Dinamiche locali a parte, la vicenda segna il secondo passo sul posto del campo largo. “Coi veti non si va da nessuna parte”, dice il giovane segretario del Psi Enzo Maraio. “Per vincere ci vuole un centrosinistra ampio e dialogante. Noi non ci rassegniamo”. Il voto Rai ha visto emergere un asse tra M5s e Avs, che in Liguria incassa il ‘no’ a Renzi. Il fantasma di Grillo aleggia sui Cinque Stelle. La foto tra Schlein e l’ex premier, sul campo di calcio della partita del cuore, è già sbiadita.

 

 

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