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Trump allontana M5s e Pd, difficile una piazza unitaria del centrosinistra

Schlein parla con Conte e Avs, forse a giorni riunione della direzione Pd.

Trump allontana M5s e Pd, difficile una piazza unitaria del centrosinistra

Altro che “piattaforma unitaria”, Giuseppe Conte va avanti per la sua strada su Ucraina, Trump, riarmo Ue e nel centrosinistra si cerca di trovare il modo per gestire l’attivismo M5s senza farsi troppo male. Il leader M5s continuerà su questa linea, spiega un parlamentare democratico della sinistra del partito, inutile farsi illusioni, improbabile anche riuscire a convincerlo a concordare una piattaforma condivisa per la manifestazione che ha annunciato, bruciando sul tempo Elly Schlein che pure stava pensando di lanciare un’iniziativa analoga, ma tutta concentrata sull’opposizione al governo e tenendo fuori i temi “divisivi”. Perché la linea della segretaria Pd resta la stessa, “testardamente unitaria”, e la sua idea era appunto quella di una manifestazione delle opposizioni con una piattaforma che unisse, sui temi sociali, economici, sull’opposizione al governo.

Schlein anche oggi pomeriggio, alla Camera, ha parlato con gli alleati – prima con Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, poi proprio con Conte, quindi di nuovo con i leader di Avs. Il tentativo, spiega un parlamentare, era quello di trovare una qualche forma di regola di ingaggio che evitasse appunto frizioni eccessive ai potenziali alleati. Perché sembra non avere sortito effetto l’invito che Giuseppe Provenzano ha recapitato stamattina, tramite intervista su Repubblica: “Una manifestazione comune si costruisce con una piattaforma comune”. Il leader M5s già in mattinata, in Tv, aveva risposto con una frase un po’ pungente: “Noi siamo testardamente generosi, forse di sacrifici ne facciamo troppi a volte”. Dove quel “testardamente” è appunto una citazione del mantra che ripete in continuazione la segretaria Pd.

Ma anche dopo il breve colloquio alla Camera, Conte è tornato ad attaccare la linea dell’amministrazione Biden e dell’Europa, alla quale il Pd di fatto è stato finora fedele: “Trump con ruvidezza smaschera tutta la propaganda bellicista dell’Occidente sull’Ucraina e dice una verità che noi del M5s stiamo dicendo da tre anni insieme a tutti gli esperti militari: che battere militarmente la Russia era irrealistico”. E, riferisce un parlamentare, l’ex premier avrebbe confermato che alla manifestazione i temi sociali non potranno essere separati da quello del riarmo Ue, perché le due cose – per i 5 stelle – non sono scindibili.

Tanto per dare l’idea del clima, basta vedere la dichiarazione di Provenzano su Trump, arrivata in serata dopo colloqui con la leader Pd. “Giorni di frasi vergognose, di insulti di Trump contro l’Europa, contro la verità. Disprezzo per le vittime della guerra, volontà non di realizzare pace e giustizia, ma di umiliare l’aggredita Ucraina”. Il presidente Usa, insomma, per il Pd non dice alcuna “verità” sull’Ucraina. E non potrebbe essere diversamente, visto che la linea “bellicista” rimproverata da Conte a Giorgia Meloni di fatto è molto simile a quella sostenuta anche dal Pd, che anche con la Schlein ha sempre votato per l’invio di armi.

Difficile, insomma, immaginare una manifestazione unitaria su queste basi. Ma al tempo stesso per la segretaria Pd è anche complicato smarcarsi da una piazza convocata contro il governo e “per la pace”, perché così la racconterà M5s.

Il tema, peraltro, è assai spinoso anche dentro al Pd, perché sul riarmo Ue e sullo scorporo delle spese militari dal patto di stabilità anche dentro al partito ci sono posizioni assai diverse. Se tutti sono d’accordo sul fatto che deve essere l’Europa a investire per una difesa comune, andando verso un vero esercito europeo e non procedere col riarmo dei singoli stati – come ha detto lo stesso Provenzano a Repubblica – resta il fatto che ci sono due visioni opposte: buona parte della sinistra del partito non ha posizioni molto distanti da quelle di conte sulla vicenda ucraina. L’ala riformista, invece, è convinta che non si possa perdere altro tempo e che si debba sostenere senza esitazioni l’investimento europeo in un sistema di difesa autonomo. Concetto, peraltro, scritto nero su bianco anche nel manifesto elettorale del Pse alle scorse europee, sottoscritto anche dal Pd.

Tema delicato, che probabilmente verrà discusso già la prossima settimana in direzione. Da giorni Schlein valuta di convocare il parlamentino Pd ed è possibile che si scelga di fare la riunione prima della fine del mese. Per parlare, anche, della posizione del partito sui referendum Cgil.

 Askanews

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