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Umbria, il campo largo teme una nuova Liguria. Toghe permettendo...

Un sondaggio commissionato dal Corriere dell’Umbria dà la presidente uscente, la leghista Donatella Tesei, in vantaggio di circa due punti percentuali sulla sindaca di Assisi e presidente della provincia di Perugia, Stefania Proietti, candidata del centrosinistra

Umbria, il campo largo teme una nuova Liguria. Toghe permettendo...

Il carrozzone politico mediatico di queste regionali d’autunno, mollata la Liguria, si è ora spostato in Umbria, visto che l’Emilia- Romagna è già data ampiamente per vinta dal centrosinistra e altrettanto ampiamente per persa dal centrodestra. E se anche Elena Ugolini, la candidata della maggioranza di governo, sente che «l’aria sta cambiando» e avverte sul fatto che «un’alternativa al centrosinistra è possibile» anche nella più rossa delle (ex) regioni rosse, ai piani alti di FdI, Lega e Fi è sull’Umbria che si punta per assestare un altro colpo al ( sempre più cosiddetto) campo largo.

Un sondaggio commissionato dal Corriere dell’Umbria dà la presidente uscente, la leghista Donatella Tesei, in vantaggio di circa due punti percentuali sulla sindaca di Assisi e presidente della provincia di Perugia, Stefania Proietti, candidata del centrosinistra.

Alla quale spetta l’arduo compito di tenere insieme una coalizione allo sfascio dopo la dèbâcle ligure, contando di farlo sostenuto da Pd, M5S e Avs e ben altre 4 liste civiche, all’interno delle quali c’è Azione (Calenda e Proietti vanno molto d’accordo) ma soprattutto sono presenti, si badi bene in incognito, anche esponenti di Iv.

Ma nonostante questo è prevedibile che, come accaduto in Liguria e ricordato su queste colonne dal direttore dell’Istituto Cattaneo Salvatore Vassallo, gli elettori centristi e moderati si spostino sulla presidente uscente.

I motivi sono principalmente due. Il primo è che, nelle sue prime uscite dopo la candidatura, Proietti si è lanciata in alcune dichiarazioni difficilmente digeribili dall’elettorato calendian-renziano. Da Marco Tarquinio definito «punto di riferimento in Europa», alle uscite su aborto e fine vita, c’è chi è arrivato a definirla una candidata «vicina ai pro- vita». Lei non si è scomposta e come suo fare ha risposto con il dialogo, invitando per un confronto l’associazione che riunisce le donne di centrosinistra. Ma certo nelle ultime due settimane di campagna elettorale la sindaca di Assisi dovrà stare attenta a non scivolare sui temi più delicati per l’elettorato più indeciso, che poi è quello che influenzerà di più l’esito delle elezioni vista la polarizzazione sempre più evidente tra centrodestra e centrosinistra.

Il secondo motivo per cui Schlein, Conte e alleati rischiano di aver fatto i conti senza l’oste è che Forza Italia, da sempre bacino al quale la parte moderata del centrosinistra punta per drenare voti, ha messo in campo una lista definita dallo stesso leader Antonio Tajani «molto competitiva». Lista che ha al vertice l’ex sindaco di Perugia Andrea Romizi, capace dieci anni fa di strappare la città al centrosinistra dopo decenni di attesa. In molti, visto il profilo moderato dell’ex primo cittadino, scommettevano su un passo indietro di Tesei per far spazio proprio a Romizi, ipotesi però tramontata nel momento in cui, dopo la sconfitta del centrodestra in Sardegna, dai vertici di FdI, Lega e Fi è arrivato l’ordine di ricandidare dappertutto i presidenti uscenti. Ma il profilo di Romizi potrebbe tornare utile per trainare le liste azzurre, e portare un buon bacino di voti a Tesei soprattutto nella media Valle del Tevere. «Sono molto ottimista, credo che vinceremo anche grazie al grande lavoro fatto dal mio partito», ha detto ieri Tajani.

Interessante, da questo punto di vista, sarà proprio la sfida di Perugia, governata sì per due mandati da Romizi ma poi vinta per un soffio da Vittoria Ferdinandi, attuale prima cittadina, capace di imporsi su Margherita Scoccia, assessore di Romizi, in quella che è stata forse la partita più intrigante delle scorse Comunali di primavera. Ferdinandi sta seguendo passo passo la campagna elettorale di Proietti, e in caso di vittoria del centrosinistra una parte del merito dovrà andare per forza di cose anche a lei.

E a proposito di campagna elettorale, chissà se in queste ultime due settimane prima delle urne (si vota il 17 e 18 novembre), si parlerà ancora dell’inchiesta per la quale è stata indagata, e poi archiviata, la stessa presidente Tesei, assieme all’assessore Paola Agabiti. Entrambe sono state indagate per abuso d’ufficio, reato estinto di recente, per una vicenda che riguarda un bando da 10 milioni e 700mila per la costituzione della filiera umbra del tartufo.

Al termine dell’istruttoria che ha visto vincitrici cinque aziende della regione, quattro milioni e 800mila euro sono stati assegnati alla Urbani Tartufi. Azienda di famiglia dell’assessore Agabiti, visto che suo marito è il proprietario e lei stessa è stata dirigente nel gruppo, e dove lavora anche uno dei figli della presidente Tesei, che proprio nei mesi di apertura del bando è stato assunto a tempo indeterminato. Secondo la Procura di Perugia non c’è stata alcuna irregolarità nell’assegnazione dei fondi, ma Tesei e Agabiti avrebbero dovuto astenersi dalla votazione delle delibere, approvate all’unanimità.

In ogni caso, appare evidente come la notizia, uscita così a ridosso, possa in qualche modo mettere i bastoni tra le ruote alla corsa della presidente uscente. La quale infatti è stata criticata dal M5S umbro. «Tesei faccia chiarezza e spieghi ai cittadini umbri i contenuti dell’indagine sul Piano di sviluppo rurale per la quale il Pm ha fatto richiesta di archiviazione in seguito all’abrogazione del reato di abuso d’ufficio», ha scritto in una sua nota Thomas De Luca, coordinatore regionale M5S.

La risposta della diretta interessata non si è fatta attendere: «In attesa di consultare gli atti», ha dichiarato tesi, «assisto alla consueta attività di strumentalizzazione e mistificazione, con argomenti di ignobile livello, amplificata dalla vicinanza della scadenza elettorale».

In ogni caso a molti, con le dovute proporzioni, è tornata alla mente la vicenda Toti, con l’ex presidente della Liguria finito al centro di un’inchiesta giudiziaria poche settimane prima delle Europee. Ebbene, quell’inchiesta ha portato alle dimissioni di Toti ma il centrodestra ha saputo riconfermarsi grazie alla vittoria del sindaco di Genova Marco Bucci. Dovesse riconfermarsi Tesei, il centrosinistra ( e non solo) avrebbe molto su cui riflettere.

Da Il Dubbio

 

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