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30 ANNI DI AUTONOMIA PER LE CASSE DEI PROFESSIONISTI

Le dinamiche demografiche e le turbolenze finanziarie sono però, a mio giudizio, due aspetti che impongono, dopo 30 anni, una serie riflessione.

30 ANNI DI AUTONOMIA PER LE CASSE DEI PROFESSIONISTI

Giungono opportune le conclusioni del Governatore della Banca d’Italia nella sua lectio magistralis del 23.04.2024: «Dopo decenni in cui la globalizzazione sembrava inarrestabile, i conflitti geopolitici stanno ora minacciando il sistema di scambi internazionali e la stabilità dell’economia mondiale. Sono riemersi timori che il mondo possa tornare a lacerarsi tra blocchi economici, politici e persino militari contrapposti. La frammentazione commerciale e finanziaria pone rischi rilevanti per l’economia europea, data la sua ampia apertura internazionale. Più in generale, le dispute geopolitiche minacciano i principi di cooperazione internazionale e l’assetto multilaterale che dal secondo dopoguerra hanno sorretto lo sviluppo economico mondiale e favorito il mantenimento della pace tra le principali potenze. È nel nostro interesse difendere con determinazione i progressi sin qui conseguiti nel grado di apertura e integrazione globale. Al tempo stesso, non possiamo ignorare i rischi geopolitici e i loro effetti. Dobbiamo individuare le modalità per operare efficacemente in un mondo meno stabile e meno aperto. La soluzione è rafforzare l’economia europea. Riequilibrando il suo modello di crescita e valorizzando il mercato unico. Rendendola più competitiva. Ponendola all’avanguardia in campo tecnologico ed energetico. Mettendola in grado di difendere la propria sicurezza esterna. Conferendole la forza e l’autorevolezza necessarie per contare nel mondo e contribuire al dialogo e alla cooperazione tra paesi. La portata di questi impegni è enorme, e i paesi europei possono avere successo soltanto unendo le forze e progredendo verso un’Unione economica e monetaria vera e propria, con un’integrazione più stretta in termini sia finanziari sia fiscali. Alla metà del secolo scorso l’Europa fu creata per scelta, per non rivivere gli orrori della guerra. Di fronte ai rischi di frammentazione economica e ai conflitti che stanno emergendo in più aree del mondo, il suo rafforzamento è oggi un obbligo: per contrastare le divisioni esterne all’Unione dobbiamo poter contare su una maggiore integrazione interna. L’Europa deve convogliare a suo favore la forza collettiva dei paesi che la compongono. Nel secondo dopoguerra Luigi Einaudi, mio illustre predecessore poi eletto Presidente della Repubblica italiana – conscio dell’esigenza di progredire verso una cooperazione sempre più stretta tra gli Stati europei – affermava: “La necessità di unificare l’Europa è evidente. Gli Stati esistenti sono polvere senza sostanza. Nessuno di essi è in grado di sopportare il costo di una difesa autonoma. Solo l’unione può farli durare. Il problema non è fra l’indipendenza e l’unione; è fra l’esistere uniti e lo scomparire”. Il suo monito è tremendamente attuale nei tempi di frammentazione e di guerra che stiamo vivendo. Le risposte che daremo dovranno essere all’altezza delle sfide che abbiamo di fronte». (Fonte: Il futuro dell’economia europea tra rischi geopolitici e frammentazione globale, Lectio magistralis di Fabio Panetta, Governatore della Banca d’Italia, in occasione del conferimento della laurea honoris causa in scienze giuridiche banca e finanza presso l’Università degli Studi di Roma Tre, 23 aprile 2024)

«Le Casse professionali non sono più nella fase iniziale, corrispondente al momento della loro trasformazione in enti di diritto privato (avvenuta con d.lgs. n. 509 del 1994) o alla loro istituzione (disposta con d.lgs. n. 103 del 1996). A distanza di quasi trent’anni dalla riforma della previdenza per le libere professioni, si può affermare che siamo ormai di fronte ad una situazione di regime (intesa come balanced growth) o quasi. Il numero degli iscritti non è più in forte crescita, come un tempo, ed anzi, nel periodo compreso tra il 2005 ed il 2009, come si può notare osservando il grafico riportato in fig. 1, tende gradualmente a ridursi. Il picco di iscrizioni registrato nel biennio 2013-2014 è dovuto, infatti, ad un evento straordinario e difficilmente ripetibile, e cioè alla riforma di Cassa Forense, che ha portato all’iscrizione d’ufficio di tutti gli avvocati iscritti in precedenza alla Gestione separata dell’Inps. Per contro, si assiste attualmente ad una crescita impressionante del numero dei pensionati che continuano ad esercitare l’attività professionale (pensionati attivi). Osservando il grafico riportato in fig. 2 si può notare, infatti, come il loro numero sia più che raddoppiato, mentre quello degli iscritti attivi va sostanzialmente registrando, a partire dal 2014, un andamento costante e, negli ultimi due anni (2018-2019), persino lievemente decrescente.

 

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