Anno: XXV - Numero 159    
Giovedì 5 Settembre 2024 ore 13:00
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AL VIA LA CAMPAGNA SULLO SCUDO PENALE PER I MEDICI

La campagna è stata voluta dalla Fnomceo a fronte di un aumento della medicina difensiva, che va a scapito dei pazienti e del sistema sanitario.

AL VIA LA CAMPAGNA SULLO SCUDO PENALE PER I MEDICI

Noi vogliamo solo fare bene il nostro lavoro” è il claim della nuova campagna lanciata tra affissioni e spot video dalla Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo) per informare i medici sulla proroga dello scudo penale come azione fortemente sostenuta e ottenuta dagli Ordini dei medici, ma anche per sensibilizzare i cittadini sull’importanza di questa misura per la qualità e la continuità delle cure mediche.

“Lo scudo penale per i medici oggi è legge e proteggerà i sanitari fino al 31 dicembre 2024 dalle cause penali per colpa lieve, ma anche da quelle per errori gravi quando si lavora in condizioni di difficoltà, per esempio per carenza di personale, ferma restando per gli assistiti la possibilità di ricorrere al processo civile per ottenere il risarcimento”, ha spiegato il presidente di Fnomceo, Filippo Anelli.

La campagna è stata voluta per rispondere alle esigenze dei medici che, spiega Anelli, “chiedono di poter lavorare in serenità”, mentre le tante fonti di stress come le carenze di personale, “producono un aumento della medicina difensiva, che va a scapito dei pazienti e del sistema sanitario”, ma sono i medici a essere considerati i primi colpevoli e a finire in giudizio, e nonostante il 95% delle cause avviate dai pazienti finiscano in un’assoluzione o un’archiviazione, secondo Anelli “gravano il professionista generando un clima di timore, mancanza di fiducia, costi e danno reputazionale in cui la vera sentenza è la pendenza del processo”. La serenità del medico “dovrebbe invece essere un patrimonio della comunità ed essere difesa, senza andare a scapito della piena tutela giuridica del paziente”. E questo avviene, seppure otto italiani su dieci ritengano che se in questi ultimi anni il Servizio sanitario nazionale ha retto, lo si deve all’impegno straordinario dei medici, che lo hanno puntellato con sforzo individuale, in condizioni difficili e senza un ritorno economico adeguato, secondo l’ultimo Rapporto FNOMCeO-Censis, “Il necessario cambio di paradigma nel Servizio sanitario: stop all’aziendalizzazione e ritorno del primato della salute.

Se il potenziamento sostanziale del finanziamento pubblico è una sorta di precondizione ineludibile, tuttavia esso non esaurisce la gamma di problematiche da affrontare poiché, a questo stadio, quel che va rimesso in discussione è un approccio di fondo, culturale e operativo, troppo a lungo egemone nella sanità italiana.

È l’approccio aziendalistico, in cui il rispetto di vincoli di bilancio prevale su criteri di valutazione fondati sulla necessità e l’appropriatezza delle prestazioni per la tutela della salute dei cittadini e che, di conseguenza, pone il medico in posizione subordinata rispetto ai responsabili economico-finanziari della sanità.

Il contenimento della spesa come obiettivo primario ha generato il perverso spostamento del costo di una parte non irrilevante di prestazioni appropriate dal bilancio pubblico ai budget privati delle famiglie, creando il presupposto di una sanità differenziata per capacità economica.

Sono ormai 9 italiani su 10 a dichiararsi convinti e preoccupati del fatto che il vincolo di bilancio è stato troppo a lungo il re incontrastato delle decisioni relative alla spesa pubblica per la sanità.

L’aziendalizzazione, poi, è stata anche all’origine di una prolungata e autolesionistica politica di contenimento della spesa per il personale sanitario, con un marcato disinvestimento nei medici, infermieri e altri operatori.

Così, nel tempo, lavorare nel Servizio sanitario è diventato sempre più difficile, pesante, ad altissimo rischio di burn-out, senza adeguate gratificazioni economiche.

Da qui l’inevitabile fuga dal Servizio sanitario verso soluzioni professionali meno logoranti e a più alta gratificazione, nella libera professione così come nelle sanità di altri paesi.

Intermedia channel

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