APERTO A ROMA IL CONGRESSO NAZIONALE FORENSE
1500 delegati e congressisti per discutere di una nuova legge per modernizzare l’avvocatura e la giustizia italiana
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Si apre stamattina la ‘Sessione ulteriore’ del XXXV Congresso Nazionale Forense, a Roma presso l’Ergife Palace Hotel (prosegue anche il 16 dicembre), sul tema “Un nuovo ordinamento per un’Avvocatura protagonista della tutela dei diritti nel tempo dei cambiamenti globali”.
La crisi economico-sociale, i conflitti mondiali e, in ambito strettamente giudiziario, gli effetti delle riforme della Giustizia – l’ultima in particolare ma anche quelle meno recenti -, il nodo delle innovazioni tecnologiche e dell’Intelligenza Artificiale, infine la dimensione comunitaria e internazionale, impongono all’Avvocatura una riflessione seria e libera da pregiudizi per un ripensamento della professione, partendo sempre dai principi di indipendenza e autonomia e dal ruolo costituzionale del diritto di difesa.
Con queste premesse, è stata indetta una ‘Sessione ulteriore’ per discutere, appunto, della “modernizzazione” della legge professionale forense approvata nel 2012 e sulle riforme in materia di giustizia. Saranno presenti 1500 avvocati e avvocate (tra delegati e congressisti), i rappresentanti del Governo, con il ministro della Giustizia Carlo Nordio, il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri in rappresentanza del Governo Alfredo Mantovano, il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto e parlamentari e rappresentati dei partiti di maggioranza e opposizione: Enrico Costa (Azione), Valentina D’Orso (5 Stelle), Maurizio Lupi (Noi Moderati), Debora Serracchiani (Partito Democratico), Francesco Urraro (Lega), Carolina Maria Varchi (Fratelli d’Italia), Catello Vitiello (Italia Viva), Pierantonio Zanettin (Forza Italia).
«L’assise congressuale è per l’Avvocatura un appuntamento molto importante considerata la fase storica che stiamo attraversando: 240 mila avvocati che devono confrontarsi con una società che evolve velocemente, mutando anche quelli che, da sempre, costituiscono i capisaldi della professione – ha detto Francesco Greco, presidente Cnf – l’idea è valorizzare e rafforzare ruolo e funzione dell’Avvocatura istituendo, all’indomani del Congresso Nazionale, un tavolo unitario per sviluppare i temi oggetto delle mozioni approvate, da tradurre in una proposta organica di riforma della nostra legge professionale che riguardi tutti gli ambiti di attività dell’avvocato dei prossimi decenni. Si tratterà, sì, di un think tank, ma operativo, formato da tutte le componenti dell’Avvocatura, istituzionale, politica, associativa, che dovrà lavorare alla riscrittura della legge 247 del 2012 per dare risposte adeguate, complete e aggiornate agli avvocati e agli aspiranti tali, ma anche al mondo civile e, quindi, ai cittadini, che costituiscono il nostro costante riferimento. Un testo condiviso che, sulla base delle mozioni congressuali, ridefinisca il ruolo dell’avvocato, a partire dal percorso di studi in Giurisprudenza e coinvolga tutta la sua vita professionale: una sorta di ‘statuto dell’Avvocatura’ da presentare a Governo e Parlamento nel quale proporre un ‘nuovo volto’ della professione alla luce dei repentini cambiamenti sociali, alcuni già apprezzabili e altri che, via via nel tempo, si succederanno».
«Una situazione difficile, legata alla crisi del comparto giustizia, che impatta sull’Avvocatura italiana è lo scenario che fa da sfondo all’imminente Sessione ulteriore del Congresso Nazionale Forense – aggiunge Mario Scialla, coordinatore di Ocf – un congresso che dovrà dare una ‘scossa’ per portare ossigeno al respiro asfittico della professione forense. E quindi occorrerà subito rendere più competitiva l’Avvocatura nei rapporti con le altre professioni, verificando se siano ancora attuali alcune incompatibilità, fissate dal Codice Deontologico, che forse la penalizzano inutilmente. Dall’incontro di Roma ci auguriamo che emerga anche la volontà di una riforma generale della legge professionale, con uno sforzo unitario e corale delle rappresentanze istituzionale, politica e associativa, per delineare il ruolo dell’Avvocato del futuro a cui, da tempo, si dedica l’Ocf».
«In un mondo che cambia velocemente, anche l’Avvocatura deve gestire il cambiamento senza esserne travolta – dice Valter Militi, presidente di Cassa Forense- viviamo ancora una drammatica crisi economica, dovuta principalmente a pandemia e conflitti bellici, che sta provocando forti squilibri nel tessuto economico-sociale del Paese, e la categoria risente pesantemente di questa situazione. Il mondo forense deve poi affrontare nuove sfide, in primis quella dell’Intelligenza Artificiale, destinate a modificare il nostro modo di interpretare l’attività. Organizzazione, sinergie, percorsi professionali qualificanti sono alcune delle parole chiave per cercare di declinare una figura di avvocato al passo dei tempi, per trasformare i rischi in opportunità. Il percorso parte dalla nostra capacità di riscrivere l’ordinamento professionale, tema centrale del Congresso: nuove regole da condividere per rilanciare, con determinazione, il fondamentale ruolo dell’Avvocato nella società. Alla nostra Cassa spetta il compito di contribuire al dibattito e sostenere, con politiche attive, i colleghi, in particolare nelle situazioni di fragilità, sì da favorirne la crescita».
«Rendere l’Avvocatura nuovamente protagonista sulla scena politica, sociale e culturale del Paese, perché tutelare e rappresentare i diritti dei cittadini non può essere considerato solo un vezzo da cultori della materia – conclude Paolo Nesta, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Roma – il vero obiettivo di questa Sessione ulteriore è scrivere un nuovo ordinamento della professione in tempi di cambiamenti globali: è necessario rivedere le modalità e le forme dell’esercizio professionale, dalle norme sulle incompatibilità all’ampliamento delle competenze, dal riconoscimento dei poteri certificatori degli Avvocati alla riserva legale stragiudiziale, affrontando nel contempo la complessa tematica della revisione dell’intero sistema ordinamentale e del procedimento disciplinare. Ben venga il confronto fra le varie anime dell’Avvocatura, ma c’è bisogno di una posizione unitaria per presentare al Governo e al Parlamento una proposta unica, chiara e concreta da elaborata in un tavolo di lavoro con CNF, OCF, i COA Più Importanti E Le Maggiori Associazioni Rappresentative Della Categoria».
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