Anno: XXVI - Numero 65    
Mercoledì 2 Aprile 2025 ore 14:00
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CAOS PROCESSO PENALE TELEMATICO

Pressioni sul Ministero di Oua e Cnf per un rinvio.

CAOS PROCESSO PENALE TELEMATICO

“Da oggi 1° aprile, le iscrizioni al Registro delle notizie di reato e i depositi relativi ai giudizi abbreviati, direttissimi e immediati dovranno avvenire esclusivamente in via telematica”, e l’Organismo congressuale forense, organo dell’Avvocatura – in un comunicato – esprime “forte preoccupazione per le numerose criticità ancora presenti, che rischiano di compromettere il diritto di difesa e il corretto funzionamento della giustizia”.

    A gennaio, 87 presidenti di tribunale “hanno sospeso l’efficacia del decreto ministeriale nei rispettivi circondari a fronte di segnalazioni di malfunzionamento dai rispettivi Rid (Referente distrettuale per l’innovazione) e Magrif (Magistrato di riferimento per l’innovazione).

Alcuni decreti di sospensione sono stati prorogati nei giorni scorsi e altri potrebbero seguire.

Restano molte inefficienze, tra cui ritardi nelle iscrizioni al Registro Notizie di Reato, mancata annotazione delle nomine che impedisce il deposito di atti successivi, richiesta sistematica del certificato ex art. 335 CPP, mancata attivazione di funzionalità essenziali e rifiuto di accettazione dei depositi”.

    “Inoltre, l’assenza di un atto generico impedisce il deposito di richieste non previste espressamente, mentre le diverse interpretazioni della normativa da parte dei magistrati generano incertezza applicativa. Alcuni uffici giudiziari- prosegue l’Ocf – escludono la costituzione di parte civile o la produzione documentale se non previamente depositata sul Portale depositi atti penali, altri richiedono il doppio deposito cartaceo e telematico nella stessa giornata, ignorando le difficoltà di accesso al fascicolo telematico da parte delle parti processuali”.

    I professionisti ribadiscono “il proprio impegno per la digitalizzazione della giustizia, ma senza compromessi sulle garanzie difensive e le regole del giusto processo. Chiediamo interventi urgenti per risolvere le criticità evidenziate, garantendo uniformità e funzionalità al sistema telematico.

    Continueremo a monitorare la situazione per evitare disservizi e pregiudizi ai diritti delle parti processuali”, conclude l’Organismo congressuale forense.

l’Organismo Congressuale Forense aveva scritto al Direttore della DGSIA (Direzione Generale per i Sistemi Informativi Automatizzati), segnalando l’assoluta e imprescindibile opportunità di prevedere una pronta ed efficace “riprotezione” dei depositi effettuati dagli avvocati ed eventualmente non andati a buon fine durante il periodo di malfunzionamento.

E ciò, “al fine di evitare che le conseguenze del disservizio comportino effetti pregiudizievoli per gli Avvocati e per le parti”.

Il 16 novembre, tuttavia, nonostante la pubblicazione di un avviso circa l’imminente riattivazione dei sistemi, in alcuni distretti interessati dal malfunzionamento – Bari, Lecce, Salerno, Campobasso, Potenza, Catanzaro e Reggio Calabria – si sono continuati a registrare diversi casi di impossibilità di accesso ai sistemi.

Per questo motivo L’ocf, con missiva del 16 novembre, ha reiterato la segnalazione al Direttore della DGSIA e al Guardasigilli, Alfonso Bonafede, rinnovando le preoccupazioni degli avvocati in ordine alle gravi conseguenze derivanti dall’incertezza sulla regolarità dei depositi e dall’impossibilità di accedere ai fascicoli per prendere visione dei documenti e dei verbali di causa necessari alla predisposizione degli atti difensivi.

Nella lettera, l’Organismo di rappresentanza politica dell’Avvocatura ha sottolineato come il protrarsi del disservizio per diversi giorni e la pervasività della disfunzione abbiano impedito agli avvocati difensori delle parti di visionare fascicoli e di avere contezza circa il buon esito dei depositi di atti e documenti in scadenza nei giorni scorsi.

Per questo motivo è stata sollecitata l’adozione di necessari e urgentissimi provvedimenti per consentire agli avvocati di essere rimessi in termini relativamente agli adempimenti ricadenti nel periodo del malfunzionamento.

Una richiesta di analogo tenore è stata avanzata anche dal Consiglio Nazionale Forense per tramite di ulteriore missiva indirizzata al ministro Bonafede.

In Cnf, in particolare, ha chiesto l’immediata attivazione della procedura prevista dal D. Lgs. n. 437/1948, relativa alla proroga dei termini di decadenza in conseguenza del mancato funzionamento degli uffici giudiziari, da disporre con decreto del ministero della Giustizia.

Secondo il Consiglio, i gravi disservizi del dominio causati da necessarie e indifferibili attività manutentive presso la sala server nazionale di Napoli, rischiano di comportare “conseguenze irreversibili sulla tutela dei diritti dei cittadini e delle aree interessate”.

Sulla stessa linea anche l’Unione delle Camere Civili, secondo cui “non serve non benevolenza, ma un provvedimento normativo che consenta la sospensione di tutti i termini, sia ora che in futuro, mediante una procedura agile ed immediata, oggi che tutto dipende dal Pct”.

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