Anno: XXV - Numero 214    
Giovedì 21 Novembre 2024 ore 13:20
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DECRETO ANTI VIOLENZA AI SANITARI

Arresto obbligatorio in flagranza, carcere fino a 5 anni e una multa di 10mila euro per chi aggredisce medici e personale sanitario. È quanto previsto da decreto-legge approvato ieri in Cdm che si propone di contrastare e prevenire i numerosi episodi di violenza all’interno degli ospedali.

DECRETO ANTI VIOLENZA AI SANITARI

Il Consiglio dei ministri ha varato il decreto-legge contro le violenze ai sanitari, annunciato nei giorni scorsi dai ministri della Giustizia e della Salute Nordio e Schillaci. Il decreto legge modifica gli articoli del codice di procedura penale 380 (arresto obbligatorio in flagranza) e 382 bis (arresto in flagranza differita): si estende l’arresto obbligatorio in flagranza anche agli atti di violenza che causano lesioni personali ai professionisti sanitari o che producono danni ai beni mobili e immobili destinati all’assistenza sanitaria, con la conseguente compromissione del servizio pubblico erogato dalle strutture. Inoltre si applica l’arresto obbligatorio in flagranza, anche “differito”, ossia nelle quarantotto ore successive alla condotta delittuosa inequivocabilmente provata da documentazione videofotografica.

La norma modifica anche l’articolo 365 del codice penale prevedendo una pena aggravata per chi danneggia beni mobili o immobili all’interno o nelle pertinenze di strutture sanitarie o socio-sanitarie residenziali o semiresidenziali, pubbliche o private, compresi beni di medici e personale sanitario: reclusione da uno a cinque anni e multa fino a 10.000 euro e la pena è aumentata se il fatto è commesso da più persone riunite.

“Stiamo mettendo a punto un intervento normativo d’urgenza che inserisca i delitti di lesione e ogni atto di violenza nei confronti dei sanitari tra quelli che l’articolo 380 del codice penale contempla, anche a prescindere dalla pena edittale, come quelli che giustificano l’arresto obbligatorio in flagranza di reato con atti di violenza morale e materiale nei confronti del personale sanitario. All’uopo si utilizza il modello già da ultimo contemplato dal codice per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica, ossia ipotizziamo anche la flagranza differita o prolungata. Inoltre, per garantire l’ordine e la sicurezza negli ospedali, stiamo vagliando la possibilità di prevedere misure appropriate per filtrare l’accesso dei visitatori e incrementare i sistemi di videosorveglianza.

Il Ministro ha parlato anche di prevenzione e di proposte allo studio dell’Osservatorio nazionale della sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie. “Attualmente, l’Osservatoriosta espletando un’attività di studio e di approfondimento per ammodernare le raccomandazioni e predisporre standard minimi dei contenuti dei corsi di formazione rivolti a tutti gli operatori del settore sanitario”- ha detto Schillaci. In vista anche campagne di comunicazione, per sensibilizzare la popolazione, “per ristabilire il rapporto fiduciario tra pazienti e sanitari”.

 “Abbiamo avviato e sviluppato un progetto organico di contrasto”- ha spiegato Schillaci, riepilogando le più recenti misure d rinforzo al contrasto delle aggressioni ai professionisti della salute, in particolare il decreto-legge 30 marzo 2023, n. 34, con il quale questo Governo ha modificato l’articolo 583-quater del codice penale e previsto la possibilità, da parte del questore, di costituire posti fissi della Polizia di Stato presso le strutture ospedaliere pubbliche e private accreditate. Inoltre, il Ministro ha ricordato che “il delitto di lesioni nei confronti della medesima categoria di professionisti è stato reso procedibile d’ufficio, indipendentemente dalla volontà della vittima di sporgere denuncia”.

Per il presidente della che della Fnomceo, Filippo Anelli,  «Il decreto adotta finalmente l’estensione dell’arresto in flagranza differita anche alle violenze operate nei confronti dei professionisti sanitari o comunque nelle strutture sanitarie, attraverso un filmato, una videoregistrazione o qualsiasi altro strumento che consenta di poter individuare l’aggressore. Come noto, l’arresto in fragranza differita dà la possibilità al personale di pubblica sicurezza di poter arrestare entro le 48 ore il soggetto che ha procurato violenza e quindi di assicurarlo alla giustizia».

Positivo è il giudizio dell’Anaao.

“Il decreto approvato dal Consiglio dei ministri – ha detto il segretario Pierino Di Silverio – è un provvedimento che risponde in maniera decisa – dura ed efficace alle nostre richieste di intervento per ridurre il fenomeno delle aggressioni agli operatori sanitari. Sappiamo bene che queste misure rappresentano un deterrente e non sono sufficienti a risolvere completamente il problema che è oramai diventato sociale ancor prima che professionale o politico. Ora bisogna procedere spediti verso la riformulazione del paradigma della presa in cura del paziente, rendendo più appetibile la professione e contrastare così la carenza di personale. Per uscire da questa spirale di violenza è necessario agire anche sulla cultura e sulla sensibilizzazione della popolazione e restituire la dignità professionale al dirigente medico e sanitario.  Riteniamo infine – ha concluso – che tutti debbano fare la propria parte, noi per primi, per infondere fiducia nel sistema di cure pubbliche e nei suoi professionisti, e non cercare a tutti i costi il capro espiatorio anche attraverso pubblicità mirate come sempre più spesso accade da parte di sedicenti studi legali”.

Sulla stessa lunghezza d’onda la posizione dello Snami. Il sindacato autonomo esprime grande soddisfazione per l’approvazione del Decreto-legge che prevede pene più severe e misure rafforzate per contrastare le aggressioni nei confronti del personale sanitario e i danneggiamenti alle strutture sanitarie e sociosanitarie.  “Accogliamo con favore – dice il presidente Angelo Testa, – l’introduzione di sanzioni più incisive per i responsabili di danni alle strutture sanitarie. È  un passo importante per garantire che luoghi fondamentali per la salute pubblica vengano tutelati adeguatamente”.  “Apprezziamo particolarmente l’obbligo di arresto in differita in caso di aggressioni al personale sanitario, -aggiunge Federico Di Renzo, addetto stampa nazionale Snami-un segnale forte che mette al centro la tutela dei medici e di tutto il personale impegnato nella cura dei cittadini. È essenziale che chi opera quotidianamente per la salute delle persone possa farlo in un ambiente protetto e sicuro, senza il timore di essere oggetto di atti di violenza.”

Per Barbara Mangiacavalli presidente della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi), «Niente può e deve giustificare reazioni violente, che diventano poi azioni ancora più inaccettabili quanto vengono perpetrate nei confronti di chi lavora per curare e assistere chi è in difficoltà – ha sottolineato Mangiacavalli -. C’è sicuramente un contesto culturale non favorevole, in cui ogni forma di autorità è messa in discussione. Dopo questo decreto-legge è quindi necessario costruire un percorso di sensibilizzazione dei cittadini rispetto al corretto utilizzo delle strutture e dei servizi del Servizio sanitario nazionale».

Giovanni Migliore, presidente della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere sottolinea dice. « Fiaso risponde con una fotografia aggiornata dei nostri pronto soccorso, da cui emerge una grande consapevolezza rispetto all’emergenza violenza insieme alla necessità di offrire sempre più protezione a pazienti e personale. In sette strutture su dieci – precisa Migliore – è infatti già operativo personale di sorveglianza coadiuvato da sistemi elettronici di telecamere e inoltre metà dei nostri pronto soccorso ci sono presidi fissi di Polizia. In Italia sono 615 i pronto soccorso e accolgono ogni anno oltre 18,7 milioni di pazienti”.

COSA PREVEDE IL TESTO DEL DECRETO

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