È FUGA DALLA SANITÀ PUBBLICA.
Cimo: senza fondi sarà peggio
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Se nel 2020, nel Servizio sanitario nazionale, lavoravano 776 medici in più rispetto al 2019 (+0,76%), nel 2021 ne risultavano 601 in meno rispetto al 2020 (-0,58%), per cui tra il 2019 ed il 2021 l’aumento di camici bianchi registrato nella sanità pubblica è stato pari ad un misero +0,17%, che corrisponde a 175 professionisti su un totale di 102.491. Numeri cui fa da contraltare l’aumento, tra il 2019 ed il 2021, degli avvocati (+15,3%), degli ingegneri (+9,5%) e dei direttori amministrativi (+7,1%) dipendenti del Ssn. È quanto emerge dall’analisi dei report del ministero della Salute ‘Personale delle Asl e degli Istituti di ricovero pubblici ed equiparati’, condotta dal sindacato dei medici Federazione Cimo-Fesmed. “In assenza di una rivisitazione delle priorità e di un investimento strutturale sul Servizio sanitario nazionale a partire dalla prossima legge di Bilancio, questi dati sono destinati a peggiorare drasticamente nei prossimi anni”, commenta Guido Quici, Presidente Cimo-Fesmed.
In un solo un anno è stato annullato l’effetto delle assunzioni straordinarie di medici fatte in piena emergenza Covid. “È come se in Italia il Covid non fosse mai esistito – dichiara Quici -. Complici il tetto di spesa sul personale sanitario che impedisce di assumere, la fuga dei medici dalle condizioni di lavoro esasperanti che si riscontrano negli ospedali e la scelta politica di prediligere i gettonisti ai dipendenti, ci troviamo dinanzi ad uno scenario preoccupante, che spiega le ragioni per cui in tutto il Paese i cittadini accedono ai servizi con estrema difficoltà. Ma invece di investire sui sanitari si preferisce assumere altre figure professionali, sintomo di un sistema sempre più burocratizzato e amministrato che vicino ai bisogni di salute dei pazienti, per i quali l’offerta sanitaria risulta sempre più ridotta. Basti guardare all’aumento dei direttori amministrativi, in evidente contrasto con il taglio del 33% delle unità operative complesse e del 48% delle unità operative semplici che si è verificato negli ultimi dieci anni”.
Oltre alle risorse, evidenzia il Presidente Cimo-Fesmed, “occorrono standard di riferimento corretti: per questo continueremo a monitorare il lavoro dell’Agenas sul fabbisogno di personale sanitario e, come fatto nei mesi scorsi, a proporre dei miglioramenti significativi per scongiurare il rischio di un’ulteriore contrazione del numero di professionisti previsto in ogni struttura”, conclude.
Doctor News 33
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