GLI AVVOCATI A LECCE PER RIFONDARSI
Congresso nazionale forense, dalla crisi alle riforme: avvocatura a confronto
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Si avvicina il XXXV Congresso Nazionale Forense in programma a Lecce da domani all’8 ottobre. Oggi a Lecce Maria Masi, presidente del Cnf, Giuseppe Gaetano Iacona, tesoriere del Cnf, Sergio Paparo, coordinatore dell’Ocf, Nicolino Zaffina, consigliere di della Cassa Forense, e Antonio Tommaso De Mauro, presidente del Coa di Lecce hanno illustrato il programma.
A illustrare i temi del Congresso e il programma dei lavori sono intervenuti: Avv. Maria Masi, presidente del Consiglio Nazionale Forense; l’assessore Christian Gnoni del Comune di Lecce; Avv. Giuseppe Gaetano Iacona, tesoriere del Consiglio Nazionale Forense; Avv. Sergio Paparo, coordinatore dell’Organismo Congressuale Forense; Avv. Nicolino Zaffina, consigliere di amministrazione della Cassa Nazionale di Previdenza ed Assistenza Forense; Avv. Antonio Tommaso De Mauro, presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Lecce.
«Il contributo di discussione che ci aspettiamo dal Congresso Nazionale Forense di Lecce servirà a condividere nuove realtà, anche già esistenti, per riflettere e capire in che modo possono coniugarsi con il nostro ruolo e la nostra funzione e per rafforzare tutte le potenzialità di una Avvocatura in cambiamento». Così la presidente del Consiglio Nazionale Forense, Maria Masi, intervenendo alla conferenza stampa di Lecce per la presentazione dei lavori del Congresso, insieme al consigliere nazionale e tesoriere CNF Giuseppe Iacona che ha sottolineato: «Saranno oltre mille gli avvocati in arrivo a Lecce per il Congresso Nazionale Forense per discutere e confrontarsi non sui problemi di una categoria professionale ma sui problemi del Paese. Le riforme recenti, in primis quella del processo civile, hanno, ancora una volta, modificato il rito senza intaccare però il ‘vero problema’ dei ritardi cronici della giustizia, ossia il non sufficiente numero di magistrati e personale amministrativo. Se non funziona la giustizia, non funziona l’Italia».
La parola è quindi passata all’assessore Christian Gnoni, che ha sottolineato: «Poter ospitare il XXXV Congresso Nazionale Forense rappresenta per la città un evento nazionale irripetibile, quindi siamo grati al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Lecce, al Consiglio Nazionale Forense e a tutti quanti hanno reso possibile la realizzazione di questo Congresso nella nostra città».
A seguire il coordinatore dell’OCF Sergio Paparo ha messo in evidenza la difficile fase politica: «Il Congresso cade in un momento particolare: è stato rinnovato il Parlamento ma non abbiamo ancora il nuovo Governo, mentre è tradizione del Congresso avere un’interlocuzione con le istituzioni, con chi ha la responsabilità legislativa. Aumenta così la responsabilità del Congresso che dovrà elaborare una piattaforma rivendicativa dell’Avvocatura su una serie di questioni non più ineludibili. Abbiamo una crisi della giurisdizione, soprattutto di mezzi, di personale. Dobbiamo dunque definire quale è il ruolo dell’Avvocatura, anche sussidiario, affinché si assicuri la tutela dei diritti dei cittadini e delle imprese. La sede principale per realizzare questa funzione è la giurisdizione, ma c’è un comparto, quello della giustizia complementare, che può supportare la giurisdizione a superare la crisi e a cui andrebbero dedicati investimenti e risorse. L’altro tema importante del Congresso è quello della riforma dell’ordinamento giudiziario: nell’ultimo anno si è definita una riorganizzazione del sistema elettorale del Csm e una leggera apertura all’Avvocatura ai consigli giudiziari. Ma non è abbastanza: chiediamo il paritario coinvolgimento delle istituzioni forensi nella gestione dell’organizzazione dei palazzi di giustizia. Le parti che assistiamo subiscono le disfunzioni di un sistema che dovrebbe, invece, vederci direttamente coinvolti nell’organizzazione dei servizi giudiziari: a partire dell’ufficio del processo (che deve essere stabilizzato) che l’Avvocatura saluta con favore ma anche con preoccupazione, visto che non siamo stati coinvolti nella sua definizione. Poi c’è la questione della gestione del Ministero della Giustizia e dell’ufficio legislativo che non può essere riservata solo ai magistrati: si deve andare verso una forma di concorso pubblico aperto a tutti i giuristi. Infine, c’è il tema delle regole dell’esercizio professionale che devono essere compatibili e funzionali a far svolgere all’Avvocatura i nuovi ruoli che rivendica. Sempre nell’interesse del Paese, non corporativo. Spesso si sente parlare del fatto che ci sono troppi avvocati, ma è un non senso: sono troppi se limitati alla funzione giurisdizionale, ma sono pochi se possono svolgere altri compiti».
Il Consigliere della Cassa Forense Nicolino Zaffina ha aggiunto: «Il Congresso cade a cavallo di due legislature e in un momento particolare anche per l’Avvocatura che è alle prese con il rinnovamento della propria governance. Ma sono ottimista sul futuro dell’Avvocatura che vedo molto più aperta, più adatta ad accogliere il vento del cambiamento. Guardiamo all’Intelligenza Artificiale, perché averne paura e non sfruttarla come un’opportunità? Riguardo alla legge professionale, ha bisogno di un check-up: sono passati dieci anni dalla sua attuazione, dieci anni che valgono come cinquanta, in cui tante cose sono successe. Infine, monitoriamo lo stato di attuazione delle riforme, ma senza dimenticare che abbiamo anche bisogno di donne, uomini, mezzi che lavorino nell’amministrazione della giustizia, altrimenti qualsiasi riforma rimarrà sulla carta: non basta velocizzare i riti. Senza personale amministrativo, senza magistrati, senza un’Avvocatura diligente ma non genuflessa, rispettosa della sua storia, non ci può essere un’amministrazione giudiziaria».
Di problemi ‘strutturali’ al sistema giustizia ha parlato, infine, il presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Lecce, Antonio Tommaso De Mauro: «Nel momento in cui l’avvocato si pone a confronto con la struttura della giurisdizione si scontra con i problemi organizzativi, la penuria di mezzi, di strutture, di personale che da sempre ci affliggono. Sotto questo profilo il compito dell’Avvocatura si deve declinare in due sotto temi: l’attualità della legge professionale che forse necessita di una riflessione molto approfondita; il mutamento delle modalità di svolgimento della professione. I due anni di pandemia ci devono far riflettere sulle modalità e sui traguardi a cui l’Avvocatura deve tendere e in questo senso i temi dell’AI e dalla giustizia predittiva pongono una seria considerazione sul ruolo dell’avvocato nel prossimo futuro: possiamo consegnare alle nuove generazioni un modo nuovo, nuovi strumenti di svolgimento dell’attività professionale, appropriandoci di competenze e compiti differenti sempre affinché diritti e libertà possano trovare il loro riconoscimento all’interno di una pronuncia giurisdizionale. Tutta Lecce, Comune, Università, si è messa a disposizione del Congresso: il viatico migliore per la rappresentazione plastica dei rapporti tra avvocati e società si realizza in questo convenire in una unità di intenti e una finalizzazione dell’attività istituzionale di tanti enti diversi che sono a fianco dell’Avvocatura perché l’Avvocatura è a fianco del cittadino e deve, con la sua professionalità, concretizzare le pretese di diritti e delle libertà del cittadino nel migliore dei modi. Un avvocato che non può svolgere la sua attività al meglio non fa danno a sé stesso, mette in crisi il sistema democratico, il diritto di difesa costituzionalmente garantito. Tre giorni di lavoro che saranno forieri di considerazioni, proposte, valutazioni che porteranno l’Avvocatura a un ‘rinascimento’ dopo la pandemia, a una valorizzazione del nuovo compito, della nuova funzione che l’avvocato può svolgere in nuovi mercati e prospettive».
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