GLI AVVOCATI SUL PIEDE DI GUERRA CONTRO LA CASSA
L’insostenibilità dei contributi previdenziali per il 2024 sta provocando una vera e propria sollevazione. Gli avvocati si stanno organizzando per mezzo delle chat Telegram per una manifestazione di protesta massiva da tenersi in primavera.
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Il punto non è che avvocate e avvocati non vogliono pagare per la loro previdenza.
Il punto è che i contributi previdenziali che oggi Cassa richiede sono assolutamente scollegati dalla reale situazione economica e reddituale dell’avvocatura.
Disturba quindi, e molto, la retorica aggressività di alcuni, che non esitano a bollare i colleghi e le colleghe che non si trovano in condizioni di assolvere all’obbligo previdenziale come cattivi pagatori e pagatrici nel migliore dei casi, come parassiti addirittura in altri. E che offendono per porre se stess* in una categoria idealmente – secondo loro – superiore: gli avvocati e le avvocate di successo, ligi e lige al dovere, capaci di fare i sacrifici che a loro dire gli altri e le altre rifiutano.
Ma non è così. Non comprendere che molti e molte possano non essere in grado di pagare oltre 4000 euro all’anno di contributi previdenziali significa essere ciechi di fronte ai mutamenti sociali e del lavoro del nuovo millennio. Significa negare ciò che Cassa stessa ha visto commissionando i suoi rapporti Censis: che la categoria annaspa, impoverita dalla crisi economica, dall’inflazione, dalle difficoltà degli stessi clienti, dai costi della giustizia, dall’aumento delle spese di gestione della professione.
Non vedere che il lavoro autonomo, nella nuova economia degli anni ’20, è spesso lavoro povero e precario è sintomo di incapacità di comprendere le dinamiche sociali e politiche del Paese. Significa non aver compreso il senso della nostra stessa Costituzione, che pone al proprio centro, con gli artt. 3 e 36, quell’esistenza libera e dignitosa di lavoratrici e lavoratori che il lavoro dovrebbe assicurare: e che invece non assicura, per ragioni legate al mercato, ai carichi contributivi, al precariato reddituale ed esistenziale di tanti e tante.
Non capire queste cose, e liquidare chi non ce la fa con battute sprezzanti, decisamente non è condotta onorevole, né per chi indossa la toga di Calamandrei, né per chiunque voglia analizzare con realismo il nuovo mondo del lavoro professionale povero.
L’organizzazione del sit in della protesta previdenziale sarà metodica e capillare, utilizzandolo tutte le piattaforme social a disposizione; in particolare mediante Telegram, su cui è stato costruito un gruppo nazionale che ormai conta quasi 4000 partecipanti, strutturato in sottogruppi regionali. L’avanzamento dell’organizzazione nei distretti e nei circondari dipenderà dalle adesioni nel frattempo raccolte.
Ecco quindi il link per l’accesso alle chat di
Telegram https://t.me/+So6uMZX0ucdkOTM8. L’accesso alla chat si intenderà come espressa dichiarazione di adesione all’evento con impegno ad esservi presente nel giorno e nell’ora che collettivamente verranno decisi. L’impegno sarà preso nei confronti di tutta la comunità che l’evento sta organizzando.
Cosimo Matteucci (Presidente di MGA )
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