I POTERI FORTI CONTRO L’EQUO COMPENSO
Costi insostenibili per Abi, Confindustria, Assonime, Ania. De Bortoldi chiede di estendere i confronto ai rappresentati dei tutte le professioni.
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Cinque fra le maggiori organizzazioni datoriali, assicurative e bancarie italiane – Abi, Assonime, Confindustria, Confcooperative e Ania – sono state convocate il prossimo 12 settembre, alle 11, al ministero della Giustizia, per discutere dell’applicazione della legge sull’equo compenso per le prestazioni dei liberi professionisti.
L’equo compenso dei professionisti, fortemente voluto da Giorgia Meloni e da Fratelli d’Italia con la legge approvata ad inizio Legislatura, non rappresenta alcun problema per le imprese, e comunque siamo fieri di aver tutelato l’equità dei compensi dei professionisti italiani, garantendo così pure la qualità delle prestazioni, piuttosto che contribuire ad accrescere vieppiù gli utili delle grandi multinazionali del settore.
“Certamente dice Andrea de Bertoldi. come ogni legge, sarà possibile applicare dei correttivi per evitare distorsioni non volute, ma ritengo sia assolutamente necessario garantire ai liberi professionisti pagamenti corrispondenti alla quantità e alla qualità del lavoro che svolgono; ciò significa tutelare soprattutto i più deboli, i più giovani, o quanti operano nelle zone di periferia, che sono spesso vessati da controparti aventi grande forza contrattuale. Auspico – aggiunge – che all’incontro richiesto da parte del mondo imprenditoriale, e previsto al ministero della Giustizia il prossimo 12 settembre, vengano invitate tutte le rappresentanze delle professioni; il confronto deve, infatti, avvenire nell’interesse nazionale alla presenza di ognuno degli interlocutori interessati dalla normativa”, chiude il deputato.
All’incontro, si apprende, parteciperanno anche rappresentanti del ministero delle Imprese e del made in Italy.
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