IGNORATO IL RUOLO DI OLTRE DUE MILIONI DI PROFESSIONISTI
Ha ricevuto parere contrario l’ordine del giorno alla Legge di Bilancio 2025, presentato dal Senatore Andrea De Bertoldi, per estendere il differimento dei termini per malattia e infortunio del professionista anche agli adempimenti di natura previdenziale.
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BUONE FESTE DI PACE
Nel dicembre 2021, grazie proprio ad un emendamento con primo firmatario il Sen. De Bertoldi, è stato finalmente riconosciuto anche ai professionisti il diritto alla salute con una legge di assoluto buon senso.
“L’Associazione Nazionale Commercialisti” spiega il Presidente Marco Cuchel “sin dalla sua introduzione ha espresso la necessità di migliorare il provvedimento affinché potesse trovare una piena attuazione in forza di una sospensione dei termini riguardante tutti gli adempimenti civilistici, amministrativi, fiscali e previdenziali, ragione per la quale lo stop del Governo rappresenta una battuta d’arresto incomprensibile, che desta profonda amarezza e delusione”.
“Fermo restando che ANC continuerà ad essere impegnata su questo fronte e a tenere alta l’attenzione del legislatore su un tema evidentemente cruciale per la categoria, il nostro auspicio” conclude il Presidente Cuchel “è che il Governo torni sui suoi passi e decida di aprire alla possibilità di migliorare la legge attuale, ampliando le tutele a beneficio di tutti i professionisti.”
Il Decreto “Cura Italia” ha deliberatamente ignorato i professionisti ordinistici, non riconoscendo ilruolo svolto da ben 2,3 milioni di professionisti italiani. Così facendo il Paese rischia di pagare un prezzo altissimo, soprattutto quando arriverà il momento di rimetterlo in piedi. È il pensiero delle professioni riunite oggi da CUP e RPT in un incontro in cui è stato stabilito di fare fronte unico per latutela dei liberi professionisti in questa fase drammatica causata dall’emergenza Covid-19. A questoproposito, tutti i partecipanti si sono stretti attorno ai colleghi rappresentanti delle professioni sanitarie, ringraziandole per il lavoro eroico che stanno svolgendo in questi giorni.
Per queste ragioni, nei prossimi giorni i rappresentanti delle 21 professioni ordinistiche riunitesioggi lavoreranno ad un pacchetto di proposte unitario che tenga conto delle esigenze generali, nella logica della sussidiarietà al Paese, principio guida della loro attività, e di quelle specifiche delle singole professioni. Un lavoro che scaturirà, a strettissimo giro, nella elaborazione di un Manifesto delle professioni col quale i 2,3 milioni di professionisti rappresentati si proporranno in maniera unitaria e compatta al Governo per un’interlocuzione seria e puntuale.
Nel frattempo, CUP e RPT hanno chiesto un incontro urgente ai Ministri del Lavoro e delle Finanze per definire una serie di iniziative a tutela delle professioni.
I professionisti, sostengono CUP e RPT, devono riaffermare il proprio ruolo e parlare con un’unica voce. Non hanno bisogno di interventi a pioggia ma di una serie di interventi precisi, mirati. Chiarendo le modalità di applicazione dell’art.44 (Reddito di ultima istanza) e quindi la disponibilità di risorse per i professionisti. Ma anche, mettendo le proprie Casse previdenziali nelle condizioni di intervenire in maniera forte e risolutiva, utilizzando risorse proprie. Basterebbe rendere disponibili tutte le somme della ingiusta doppia tassazione delle Casse (stimabile in 1 miliardo di euro), per un anno, che potrebbero alimentare provvedimenti importanti per la ripresa degli studi professionali ed a ristoro della crisi.
Poi, naturalmente, servono interventi nella direzione del rinvio del pagamento delle tasse, dell’eliminazione della ritenuta d’acconto, diventata anacronistica dopo l’introduzione della fattura elettronica. Ma soprattutto i professionisti ordinistici pretendono interventi decisi che rendano possibile risollevarci una volta passata l’emergenza, aggredendo i temi della sburocratizzazione, della semplificazione, delle infrastrutture.
Basta col considerare i professionisti una categoria di privilegiati! Chi continua a pensarlo vive ormai da anni fuori dalla realtà. I professionisti ordinistici sono ora una categoria in difficoltà che ha bisogno di aiuti, esattamente come gli altri lavoratori. In questo senso, esprimono forti critiche all’art.44 (Reddito di ultima istanza) anche per aver incluso diverse forme di lavoratori ma non haprevisto la quota per le professioni ordinistiche.
Siamo in una condizione di guerra che può essere affrontata solo con proposte choc. 2,5 milioni di professionisti, sostengono CUP e RPT, sono ormai alla canna del gas, anche a causa dell’abolizione delle tariffe e del loro conseguente impoverimento, e chiedono interventi radicali, come ad esempio l’eliminazione del Codice Appalti che, come attualmente strutturato, ingabbia il Paese.Non servono interventi che seguano la logica del reddito di cittadinanza, i professionisti non sono tutti uguali. Servono interventi specifici che tengano conto delle situazioni differenti.
“Dispiace il parere – dice de Bertoldi (Misto) – contrario al mio ordine del giorno alla Legge di Bilancio 2025, sull’estensione del differimento termini per malattia ed infortunio del professionista anche all’ambito previdenziale.
È un preoccupante passo indietro nella tutela dei liberi professionisti, nelle garanzie di welfare che non dovrebbero venir meno per alcun lavoratore autonomo.
Non è sufficiente – aggiunge – dirsi a favore dei professionisti nei convegni ma occorre dimostrarlo anche negli atti parlamentari: la maggioranza di centrodestra, alla quale ho l’onore di partecipare, non può ignorare le istanze di quei lavoratori liberi professionisti, che da sempre pongono il merito e la competenza al servizio dei cittadini italiani”, conclude il parlamentare.
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