IL BONUS AI PROFESSIONISTI, TASSATO DUE VOLTE
La denuncia di Alberto Oliveti, presidente dell’Adepp che sottolinea il paradosso fiscale in cui si trovano le Casse dei professionisti
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“Per ogni mille euro che potremmo destinare ai professionisti – spiega sul sito dell’associazione – saremmo costretti a trattenerne almeno 200 da rigirare allo Stato”. Questa incongruenza nasce da una misura potenzialmente positiva: le Casse previdenziali private si sono impegnate ad anticipare il bonus ai loro iscritti, qualora ne avessero i requisiti, in attesa che poi lo Stato rimborsi gli indennizzi in un secondo momento. Lo scopo è quello di velocizzare l’erogazione del denaro, evitando possibili rallentamenti burocratici. Da questo punto di vista, secondo l’Adepp, gli aiuti finiscono per essere tassati due volte, perché si tratta di risorse frutto del risparmio previdenziale degli iscritti, che è già tassato: “Siamo al paradosso di uno Stato che chiede una percentuale sugli aiuti che dovrebbe erogare lui stesso”, continua Oliveti. La doppia tassa suona come una beffa, tanto da spingere le Casse dei professionisti a chiedere parità di trattamento con gli indennizzi statali, che sono invece esentasse come gli assegni sociali e altre prestazioni assistenziali veicolate dall’Inps. Nel solo mese di marzo, evidenzia l’Adepp, gli enti previdenziali privati hanno anticipato per conto dello Stato circa 200 milioni di euro in bonus ai lavoratori. Somme che, però, non sono ancora state rimborsate: “Le Casse sono anche pronte a versare gli ulteriori indennizzi che lo Stato vorrà prevedere per il mese di aprile, ma è necessario che le somme già liquidate vengano rimborsate – aggiunge Oliveti – Noi siamo disponibili ma lo Stato ha la responsabilità di ripristinare la liquidità”. Ad un quadro decisamente confuso si aggiungono le diseguaglianze nell’erogazione degli aiuti, causate da alcuni vincoli contenuti nel decreto legge sull’emergenza coronavirus. Dall’indennizzo di 600 euro, infatti, vengono esclusi coloro che sono iscritti a più di un ente di previdenza obbligatoria oppure chi ha già un piccolo trattamento pensionistico: “Mentre a un figlio sostenuto dai genitori vengono dati 600 euro – conclude Oliveti – a un orfano o una vedova vengono invece negati per il semplice fatto di percepire una pensione indiretta o di reversibilità di poche centinaia di euro”.
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