IL CONCORDATO FISCALE RIAPERTO FINO A DICEMBRE.
I contribuenti possono pagare acconto novembre anche per parte concordataria o usare ravvedimento.
Tempo supplementare, fino al 12 dicembre, per consentire ai contribuenti titolari di partita Iva che ancora non lo abbiamo fatto di aderire al concordato fiscale per il 2024 e il 2025. Ma a condizione che abbiano presentato la dichiarazione dei redditi entro il 31 ottobre. Lo prevede il decreto legge approvato oggi dal Consiglio dei Ministri e che in Parlamento confluirà molto probabilmente nel dl fiscale ora all’esame del Senato.
Per aderire al concordato sono previsti due canali. I contribuenti che hanno già deciso di utilizzare la riapertura dei termini possono pagare l’acconto delle imposte, che scade il 30 novembre, anche per la ‘parte concordataria’ e poi presentare la dichiarazione integrativa entro il termine del 12 dicembre. Chi decide invece di aderire al concordato tra il primo e il 12 dicembre, quando la scadenza dell’acconto è ormai passata, può avvalersi del ravvedimento operoso per versare l’imposta e presentare la dichiarazione integrativa entro il 12 dicembre.
“La riapertura dei termini del concordato preventivo biennale fino al prossimo 12 dicembre – afferma afferma il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Elbano de Nuccio – costituisce una possibilità che potrebbe fornire un ulteriore contributo in termini di incassi da finalizzare al taglio della pressione fiscale per le famiglie italiane -Avevamo chiesto con forza un rinvio dei termini del 31 ottobre per garantire a commercialisti e contribuenti la possibilità di approcciare il nuovo istituto con più calma e consapevolezza”, ricorda il numero uno della categoria. “Resta il rammarico per quella mancata proroga, che giudicavamo ragionevole pur comprendendo le motivazioni addotte dal Viceministro Maurizio Leo, legate alla necessità di avere numeri certi per la legge di Bilancio”, aggiunge.
“Il nostro auspico – conclude –, che affermiamo con forza, è che in futuro non si arrivi più a dover gestire strumenti fiscali innovativi e oggettivamente complessi in tempi compressi. Ciò ovviamente per il rispetto dovuto all’insostituibile lavoro dei commercialisti italiani, ma anche nell’ottica di raggiungere la massima efficacia degli strumenti fiscali stessi, evitando il rischio di comprometterne il pieno successo”.
“Avevamo ragione noi – gli fa eco Marco Cuchel, Presidente Anc – l’adesione al Concordato Preventivo Biennale è stata ben sotto le aspettative del Governo, e questa riapertura dei termini al 12 dicembre ne è la dimostrazione. Si tratta di una situazione che il nostro osservatorio aveva ampiamente previsto – prosegue – e una riapertura dei termini difficilmente concretizzerà un extra gettito soddisfacente o comunque utile al raggiungimento dei 2,5 miliardi previsti originariamente, finalizzati alla riduzione di due punti dell’aliquota del secondo scaglione Irpef”
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