IL CONGRESSO FORENSE DI ROMA È STATA UN’OCCASIONE PERSA
A contestare i risultati della kermes romana il segretario generale dell’Associazione Nazionale Forense Luigi Pansini .
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“Gli avvocati italiani – sostiene Pansini – ne sono usciti senza un reale confronto sulla giurisdizione.
Abbiamo ascoltato le parole del Presidente del Consiglio Nazionale Forense – spiega -che ha paragonato la giurisdizione ad un bene prezioso come l’acqua, e non possiamo che accogliere positivamente il riferimento ad un concetto che come associazione abbiamo fatto nostro già dieci anni fa; ma non è chiaro se l’avvocatura oggi qui presente e che in ogni occasione afferma che la giurisdizione è e deve rimanere una funzione primaria dello Stato si spende effettivamente, nelle interlocuzioni con la politica, per riforme che riaffermino la centralità della giurisdizione nel nostro paese.
Tutti da tempo chiedono una moratoria delle riforme processuali e, invece, – continua Pansini – il legislatore prosegue con l’adozione di provvedimenti calati dall’alto senza un preventivo intervento strutturale e che alla prova dei fatti continuano a non produrre i risultati auspicati.
Di tutto questo, però, ci sarebbe piaciuto discuterne con i delegati congressuali, con gli avvocati, con le istituzioni forensi, dal momento che il congresso è per definizione di legge la massima assise dell’avvocatura e non susseguirsi di tavole rotonde rispetto alle quali delegati congressuali e avvocati sono stati semplici spettatori.
Un’occasione persa; da una parte si predica il dialogo e il confronto e dall’altra agli avvocati non è concessa la parola. Spiace anche dover rimarcare l’esclusione delle associazioni dal dibattito congressuale e la rinuncia al loro apporto di idee e contributi.
Da ultimo chiediamo una maggiore attenzione alla figura dell’avvocato come professionista in evoluzione, attento alle aggregazioni e alle specializzazioni, in grado di confrontarsi senza timori sul mercato, nonché alla necessaria riforma della legge professionale del 2012 che, agli occhi di tutti, suoi sostenitori compresi, si è rivelata un autentico fallimento” – conclude Pansini. Per Ester Perifano, ex segretaria Anf.
“È gravissimo quello che è accaduto al Congresso di Roma. Per vari motivi. Il Presidente Mascherin ha tentato la conferma del metodo dell’acclamazione, sperimentato con un certo successo a Catania. Il Congresso rumoreggia e lo fischia.
Mascherin non demorde. Si alza Sergio Paparo e insiste per votare. Mascherin cede. Due gigantesche criticità: 1) Mascherin non rispetta il Congresso e non gli riconosce alcuna autorità, soprattutto nei suoi confronti; 2) il coordinatore di Ocf, Malinconico, si spaventa e non osa contrapporsi a Mascherin.
Un semplice componente dell’assemblea si deve alzare e deve, platealmente e pubblicamente, sostituirlo e correre in soccorso del Congresso. A questo punto siamo”.
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