IL DECRETO TRASPARENZA COSÌ NON VA
La Presidente dei Consulenti del Lavoro Marina Calderone scrive al Ministro Orlando esprimendo forti critiche prevedendo complicazioni operative rispetto alla data di entrata in vigore della norma
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Il decreto legislativo 27 giugno 2022 n. 104, di recepimento della Direttiva (UE) 2019/1152 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 29 luglio 2022 n. 176, crea le condizioni per un enorme aggravio di oneri burocratici nella gestione dei rapporti di lavoro. Ampliata «a dismisura la portata dei contenuti della Direttiva», si legge nella lettera a firma della Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, Marina Calderone, inviata al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Andrea Orlando, nella quale si chiede la revisione immediata del decreto Trasparenza. A partire dalla data di entrata in vigore del provvedimento (13 agosto) fino all’assenza di rinvio ai contenuti dei Ccnl nei contratti di assunzione.
Sotto la lente della Categoria l’incoerente scelta di incrementare la quantità degli obblighi informativi senza avvalersi dei processi di semplificazione e digitalizzazione previsti dalla disciplina europea e nazionale – e in linea con gli obiettivi di transizione digitale previsti dal PNRR – senza un concreto vantaggio per la tutela dei diritti dei lavoratori. Diverse previsioni del decreto di recepimento della Direttiva comunitaria relativa a condizioni di lavoro trasparenti e prevedibili nell’Unione europea, riguardano, tra l’altro, disposizioni che andranno armonizzate e rese omogenee a quelle contenute nei contratti collettivi nazionali di riferimento.
«È ragionevole ritenere – scrive la Presidente Calderone – che si realizzi un concreto rischio, da una parte di introdurre ulteriori oneri organizzativi e burocratici a carico dei datori di lavoro e dall’altra di vanificare la finalità sostanziale del diritto all’informazione».
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