IL GOVERNO DRAGHI PRENDE FORMA
Consenso ampio della ex maggioranza per il Governo Draghi.
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Settimana decisiva per la formazione del nuovo Governo: il presidente incaricato Mario Draghi ha dedicato i primi due giorni della settimana a un secondo giro di consultazioni con i partiti, poi scioglierà la riserva. Dopo il primo giro di incontri terminato sabato 6 febbraio, il premier incaricato ha raccolto un’adesione di massima che abbraccia l’intero arco parlamentare, escludendo in pratica solo Fratelli d’Italia, mentre il Movimento 5 Stelle ha detto in larga parte sì però non si esclude la fuoriuscita dal gruppo di deputati e senatori in disaccordo con la scelta dei vertici del M5S. Vediamo nel dettaglio quali sono le posizioni dei partiti, a cosa serve il secondo giro di consultazioni e quali sono le tempistiche previste per la formazione del Governo.
Il calendario del nuovo Governo
Draghi ha annunciato nei giorni scorsi di voler incontrare anche le parti sociali, eventualmente in un momento successivo.
In ogni caso, si parla di domani mercoledì 10 febbraio per l’incontro con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella per sciogliere la riserva. Poi, Mario Draghi sceglierà i ministri e formerà l’Esecutivo, che entro fine settimana potrebbe giurare nella mani del Capo dello Stato.
La posizione dei partiti
E veniamo al nodo politico. Ci sono forze parlamentari che fin dal’inizio hanno espresso un parere favorevole a Draghi, ovvero Pd, Leu, Italia Viva, e Forza Italia. Più sofferta la posizione del Movimento 5 Stelle, che inizialmente era contrario, esprimendo invece alla fine un’apertura, basato sul programma. A colloquio con Draghi, insieme ai capigruppo di Camera e Senato, il capo politico del Movimento, Vito Crimi, e il fondatore e Garante, Beppe Grillo. Il quale è stato uno dei sostenitori del cambiamento di posizione in favore del Governo Draghi. I punti programmatici fondamentali per il Movimento sono il reddito di cittadinanza e l’ambiente. Sottolineiamo che la posizione espressa in seguito al colloquio con Draghi non raccoglie, al momento, l’adesione dell’intera rappresentanza parlamentare del M5S, il dibattito interno è quindi ancora molto acceso, e non si esclude che alla fine l’ingresso del Governo possa determinare la fuoriuscita di un gruppo di parlamentari dal partito.
L’altra adesione inattesa è stata quella della Lega, espressa sempre sabato dopo l’incontro con il premier incaricato. Il leader Matteo Salvini ha sottolineato l’esigenza di dare un Governo ampio e stabile al Paese in questo momento di difficoltà, non ha posto condizioni, sottolineando come punti programmatici la questione fiscale (no a nuove tasse, proposta di pace fiscale).
Tutte le altre forze che appoggiano Draghi, ovvero Pd, Leu e Italia Viva, i partiti che insieme al M5s formano la maggioranza dell’attuale Governo Conte, e Forza Italia, che invece è all’opposizione, hanno espresso un appoggio incondizionato.
Fratelli d’Italia è l’unico partito che invece è contrario al Governo Draghi.
Per quale motivo Draghi, avendo raccolto un così ampio consenso, ha deciso di fare un secondo giro di consultazioni? Il premier incaricato non ha rilasciato nessuna dichiarazione, ma il senso della scelta sembra chiaro. Trovare una sintesi definitiva delle posizioni espresse in un programma di Governo. Prevedibilmente, quindi, i colloqui con le forze politiche che si tengono lunedì 8 e martedì 9 febbraio serviranno ad approfondire i punti programmatici intorno a quali formare definitivamente la maggioranza di Governo. Ci sono da risolvere anche nodi più politici, come la difficoltà di far convivere nello stesso esecutivo forze politiche molto diverse fra loro, come la Lega e il Pd.
Strettamente legata alle due questioni sopra riportate, il programma e l’accordo politico fra le forze di maggioranza, la scelta di fondo che Draghi deve fare fra un esecutivo politico o tecnico. Tradotto, significa che il premier deve scegliere che criterio utilizzare per affidare i ministeri, decidendo che privilegiare le personalità strettamente legate alle forze che sosterranno l sua maggioranza o rivolgersi a super esperti meno legati ai partiti.
Come detto, l’iter prevede che, dopo le consultazioni, Draghi vada a riferire al Capo dello Stato. L’ipotesi più probabile prevede questo appuntamento per domani mercoledì 10 febbraio. A quel punto, il premier dovrà scegliere i ministri e formare il Governo. Qui, si può prevedere che i tempi siano relativamente veloci, anche in considerazione della crisi economica determinata dall’emergenza Covid, per cui si attende che il nuovo Governo possa essere in carica entro la fine della settimana.
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