Anno: XXVI - Numero 22    
Venerdì 31 Gennaio 2025 ore 13:45
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IL GRANDE INGORGO DEI TRIBUNALI

Personale carente e processo telematico che non decolla.

IL GRANDE INGORGO DEI TRIBUNALI

Le carenze “strutturali” di personale, le pendenze e i tempi biblici – ma in via di riduzione – dei procedimenti, il processo penale telematico che non decolla. Sono tanti i problemi della giustizia che anche ieri, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario nei 26 distretti delle Corti d’Appello italiane, i magistrati hanno denunciato, snocciolando dati di un ingorgo che le ultime riforme – Cartabia e Nordio – non hanno risolto.

Se da una parte, come ha annunciato il ministro della Giustizia Carlo Nordio davanti al Senato, “entro il 2026 sarà colmato il numero di magistrati previsti nell’ordinamento, che è sempre stato carente del 20 per cento”, il vero problema resta, soprattutto nelle regioni del Nord, la mancanza del personale amministrativo e dei magistrati onorari e giudici di pace anche fronte di un aumento delle loro competenze voluto dalle riforme. Solo al Tribunale di Milano, “su un organico di 120 giudici onorari, ne sono presenti solo 70 (contro i 78 dell’anno scorso) – ha spiegato il presidente della Corte d’Appello Giuseppe Ondei – e su un organico di 180 giudici di pace ne sono presenti solo 42 (contro i 50 del 2024)”. Ma anche in molti altri Tribunali italiani, le scoperture si attestano sopra il 50 per cento.

Oramai strutturale la mancanza del personale amministrativo che rallenta l’attività degli uffici giudiziari tra segreterie accorpate e magistrati costretti a svolgere anche il lavoro di cancelleria. “Gravi, se non gravissime le carenze di organico amministrativo” nelle 11 procure del distretto Piemonte e Valle d’Aosta, come ha sottolineato la procuratrice generale di Torino Lucia Musti: “La percentuale di scopertura del personale amministrativo degli uffici requirenti del distretto varia dal 30 al 50 per cento per ciascun ufficio e per alcune figure professionali supera anche il 50”. Emblematico e “senza speranza” il caso di Ivrea “con 34 amministrativi sui 62 previsti nell’organico”. Non è migliore la situazione in Lombardia, col -60% alla procura di Sondrio e oltre il -35 in quelle di Milano, Varese, Pavia e Como, con la procuratrice generale, Francesca Nanni, che sottolinea la “drammatica fuoriuscita di dipendenti migrati verso altre amministrazioni” che garantiscono “attrattive condizioni di lavoro e prospettive di miglioramento di carriera in altri Ministeri”.

Per quanto riguarda invece gli obiettivi di riduzione dell’arretrato civile pendente al 2019, richiesti dal Pnrr “a fronte di un target atteso del -95 % da raggiungere entro il dicembre del 2024, al 31 ottobre 2024 presso le Corti di Appello è stata registrata una riduzione del -99,1% mentre presso i tribunali ordinari la riduzione si è attestata al -91,7%”, ha spiegato il Guardasigilli davanti al Senato. E, in base ai dati più recenti forniti dal ministero, che si fermano al primo semestre del 2024, anche i tempi di trattazione dei procedimenti si sarebbero ridotti: del -22,9% nel civile e del 32% nel penale.

C’è poi il tema del sovraffollamento delle carceri, denunciato ieri in ogni distretto di Corte d’Appello, che secondo l’ultimo rapporto del Garante per i detenuti, ha raggiunto il 133,44%: al 25 novembre scorso, il numero dei reclusi risulta di 62.410 su una capienza di 51.165 ma 46.771 posti effettivi. I picchi tra il 170 e il 149% di sovraffollamento si registrano in Puglia, Basilicata, Lombardia, Veneto e Lazio.

Per ultimo, c’è il mancato decollo del processo penale telematico con il Csm che quattro giorni fa ha denunciato “gravi, numerosi e significativi malfunzionamenti e difetti” della App (l’Applicativo del processo penale) che hanno indotto diversi tribunali – a partire da Roma, Napoli e Milano – a sospendere l’obbligo di caricare gli atti del processo sulla piattaforma del Ministero. Il Csm parla di “criticità non suscettibili di immediata risoluzione” in 87 Tribunali, aggiungendo che “l’obbligatorietà” è stata prevista “senza un’adeguata sperimentazione”, facendo ricadere “sugli uffici e sugli utenti la progressiva scoperta dei bug e dei malfunzionamenti” Criticità che, sostiene il ministro Nordio, “entro la fine dell’anno saranno superate” per riuscire a “rientrare nei vincoli del Pnrr”.

 

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