Anno: XXVI - Numero 25    
Mercoledì 5 Febbraio 2025 ore 16:30
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IL MINISTRO SCARICA LA RESPONSABILITÀ SULLA CPI

Carlo Nordio: Non sono un passacarte, l'atto era nullo.

IL MINISTRO SCARICA LA RESPONSABILITÀ SULLA CPI

L’arringa difensiva del Guardasigilli a Montecitorio, che considera “un pasticcio” le carte della Corte penale internazionale scritte “in lingua inglese senza essere tradotte e con vari allegati in lingua araba. Stupiscono le critiche dei magistrati che non hanno letto le carte”. Piantedosi: “Almasri non era nostro interlocutore, nessun ricatto al governo”

“I rapporti di cooperazione tra lo stato italiano e la Corte penale internazionale sono curati in via esclusiva dal ministro della Giustizia, al quale compete di ricevere le richieste provenienti dalla Corte e di darvi seguito. Il ministro della Giustizia, ove ritenga ne ricorra la necessità, concorda la propria azione con altri ministri interessati, con altre istituzioni o con altri organi dello stato. Vi lascio immaginare quali possano essere questi altri organi dello stato. Al ministro della Giustizia compete di presentare alla corte, ove occorra, atti e richieste. Da questa formulazione si evince che il ruolo del ministro non è semplicemente quello di un organo di transito delle richieste che arrivano dalla corte. Non è un passacarte”. Lo afferma il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, nel corso dell’informativa alla camera sul caso Almasri.

Il Guardasigilli “è un organo politico che deve meditare il contenuto di queste richieste in funzione di un eventuale contatto con gli altri ministeri e con le altre istituzioni e gli altri organi dello stato. Questo dice la legge. Non è che arriva il fascicolo, io faccio il passacarte e lo passo”, specifica nordio. “Ho il potere e il dovere di interloquire con altri organi dello stato dove se ne presenti la necessità. Come vedremo questa necessità si presentava, eccome”, ha aggiunto. Inoltre, secondo il ministro, serve valutare la “coerenza delle conclusioni cui perviene la decisione della Cpi. Questa coerenza manca completamente e quell’atto era nullo, in lingua inglese senza essere tradotto e con vari allegati in lingua araba”. Nordio ha definito l’atto “incongruente” e “un pasticcio”, e ha concluso dicendosi stupito per “le critiche dei magistrati che non hanno letto le carte”.

“Merita di essere preliminarmente precisato e sottolineato che il cittadino libico noto come Almasri non è mai stato un interlocutore del governo per vicende che attengono alla gestione e al contrasto del complesso fenomeno migratorio”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, intervenuto alla Camera subito dopo Nordio.

“Smentisco, nella maniera più categorica, che, nelle ore in cui è stata gestita la vicenda, il governo abbia ricevuto alcun atto o comunicazione che possa essere, anche solo lontanamente, considerato una forma di pressione indebita assimilabile a minaccia o ricatto da parte di chiunque, come è stato adombrato in alcuni momenti del dibattito pubblico sviluppatosi in questi giorni”. ha proseguito ministro dell’interno.

“Al contrario, ogni decisione è stata assunta, come sempre, solo in base a valutazioni compiute su fatti e situazioni (anche in chiave prognostica) nell’esclusiva prospettiva della tutela di interessi del nostro paese. Come ho già detto al Senato durante il question time del 23 gennaio scorso (precedente occasione in cui il governo aveva già risposto in Parlamento sul caso in argomento), l’espulsione di Almasri è da inquadrare (per il profilo di pericolosità che presentava il soggetto in questione) nelle esigenze di salvaguardia della sicurezza dello Stato e della tutela dell’ordine pubblico, che il governo pone sempre al centro della sua azione, unitamente alla difesa dell’interesse nazionale che è ciò a cui lo stato deve sempre attenersi nell’obiettivo di evitare, in ogni modo, un danno al paese e ai suoi cittadini. Ma è importante evidenziare la scansione dei fatti che si sono susseguiti”, ha concluso.

Di Huffpost

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