IN 6 MESI -103.000 LAVORATRICI AUTONOME
Studio dei Consulenti del Lavoro denuncia il 17,5% italiane ha un solo committente
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L’occupazione femminile indipendente sta pagando un prezzo alto, in Italia, con l’avanzare della crisi da Covid-19, poiché secondo i consulenti del lavoro nei mesi di aprile-settembre 2020, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente è diminuita di “103.000 unità, registrando una contrazione del 6,4%, praticamente il doppio di quella registrata dagli uomini”. E, si legge nello studio, diffuso a due giorni dall’8 marzo, “in nessun Paese europeo si è assistito ad un calo così forte: in media, le autonome sono diminuite dell’1,6%, più o meno quanto i maschi (-1,9%)”.
Da un lato, viene spiegato, “ciò è dovuto all’impatto settoriale della crisi che ha penalizzato soprattutto la filiera del turismo-tempo libero, attività ristorative e commerciali”, comparti produttivi tradizionalmente “ad alta densità di lavoro femminile micro-imprenditoriale” nello Stivale. E, dall’altro, va tenuta in considerazione la “fragilità” del segmento ‘rosa’ indipendente, elemento suffragato, evidenziano i professionisti, da “una recente indagine svolta da Eurostat sul lavoro autonomo nei Paesi membri”, secondo cui “il 17,5% delle italiane che esercita attività in proprio lo fa per un solo committente”, percentuale, questa, “quasi doppia rispetto alla media europea (9,2%), ma anche la più alta del continente”, si legge, infine.
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