LE STP PAGANO DOPPIO
Risposta all’interrogazione di de Bertoldi (FdI) sul caso delle Casse private
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Riguardo alla duplicazione del contributo integrativo dovuto alle Casse di previdenza private, generato dalla doppia fatturazione delle prestazioni professionali, prima come Società tra professionisti nei confronti del cliente e poi in qualità di socio professionista, il ministero del Lavoro, rispondendo ad un’interrogazione scritta del senatore di FdI Andrea de Bertoldi, ha specificato che il quadro normativo resta tale.
I ministeri vigilanti degli Enti (Lavoro ed Economia), recita il testo, hanno escluso che “rientri nelle prerogative di un Ente previdenziale la potestà di modificare la definizione, disposta per legge, della base imponibile su cui applicare la maggiorazione a titolo di contribuzione integrativa”.
Il senatore commenta così: “Dopo che, nel febbraio 2020, l’allora governo Conte si era già opposto alle delibere della Cassa dottori commercialisti (Cdc), ma pure a quelle di Cassa ragionieri (Cnpr) e dell’Ente consulenti del lavoro (Enpacl), che intendevano porre fine a questa incomprensibile disposizione di duplicazione previdenziale, ora pure il governo Draghi persiste, con la risposta alla mia interrogazione, nell’atteggiamento di incomprensibile chiusura alle legittime richieste dei professionisti, che rispondono peraltro all’interesse economico nazionale”. Per de Bertoldi, infine, “mentre tutti giustamente sostengono la necessità delle aggregazioni professionali per fornire migliori servizi ai clienti, per diminuire i costi degli uffici e finanche per attenuare i bisogni energetici, il governo insiste invece nel fare ostruzionismo verso tali fenomeni associativi, sia sul piano fiscale, come dimostrato dalle limitazioni al regime forfettario, sia con l’assurda duplicazione del contributo integrativo previdenziale che coinvolge le Società tra professionisti”, chiude.
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