Anno: XXV - Numero 218    
Mercoledì 27 Novembre 2024 ore 13:40
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LE TASSE SI PAGANO A RATE

La Legge Delega sulla riforma fiscale è arrivata in Consiglio dei Ministri forte della piena condivisione di tutte le forze politiche di centrodestra.

LE TASSE SI PAGANO A RATE

C’è tanta Lega in questo testo che prevede semplificazioni, graduale riduzione della pressione fiscale, riequilibrio del rapporto cittadino fisco. Durante l’iter in Commissione sono passati alcuni emendamenti molto qualificanti”. Lo ha dichiarato Alberto Gusmeroli, presidente della Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati e co-relatore della ‘Delega Fiscale’, nel corso del webinar “Riforma del fisco e transazione fiscale: sinergie per affrontare la crisi d’impresa” promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca.

“Quello a cui tenevo particolarmente è una proposta che ho presentato il 5 agosto 2020 in cui proponevo di rateizzare anche l’acconto di novembre da gennaio a giugno dell’anno successivo non cambiando le modalità di calcolo nemmeno previsionale. È possibile rateizzare in questo modo perché sulla base del quesito Istat ed Eurostat non comporterebbe la necessità di una copertura economica da parte dello Stato. In più – ha aggiunto Gusmeroli – aboliamo la ritenuta d’acconto per i professionisti. Per la prima volta in cinquanta anni potremo pagare le tasse a consuntivo, quindi ad anno trascorso e a redditi guadagnati. Più liquidità per le attività economiche, meno possibilità di finire a credito. E’ una svolta storica”.

Segnali positivi sono stati colti anche da Luciano D’Alfonso (parlamentare del Pd in Commissione Finanze a Montecitorio): “Da sei anni andiamo nella direzione della semplificazione riguardante il rapporto tra contribuente, produttore di ricchezza e ordinamento tributario. E anche per quanto riguarda le esigenze di internalizzazione, di passaggio generazionale di innovazione tecnologica con finalità di transizione. Ci sono stati passi in avanti molto importanti che devono essere ulteriormente declinati. Il fisco deve costituirsi amichevole, collaborativo, rigoroso e nello stesso tempo capace nei confronti di chi produce ricchezza. Ho partecipato alla revisione della giustizia tributaria – ha continuato D’Alfonso – prevedendo la certezza di un giudice tributario che prima era part time. Anche l’arrivo di un istituto innovativo che responsabilizza il funzionario dell’Agenzia fiscale nei confronti delle iniziative dei contribuenti quando chiedono conciliazione o riesame. Se la Corte di giustizia tributaria dà ragione al contribuente in quel caso il funzionario che è stato timido o pigro paga dal punto di vista della responsabilità erariale. Così come stiamo lavorando per fare in modo che i tempi di corresponsione fiscale siano più su misura dei tempi di vita delle imprese”.

Sulle difficoltà delle aziende si è soffermato Mario Occhiuto (senatore di Forza Italia in Commissione Affari Costituzionali a Palazzo Madama): “I temi della ristrutturazione d’impresa e della transazione fiscale sono importanti per l’economia di un paese perché favoriscono sia il creditore che il debitore. La direzione che noi vogliamo dare è quella di semplificare e velocizzare, poche regole ma chiare da applicarsi nel più breve tempo possibile sia per quanto riguarda la ristrutturazione del debito che per la rotazione fiscale. Per quanto riguarda la transazione ritengo che lo Stato debba aiutare le imprese e le persone che si trovano in questa situazione di crisi intervenendo anche per semplificare il processo di quantificazione delle riduzioni dei debiti fiscali e previdenziali e anche aumentare le tempistiche di dilazioni di tali debiti. Esistono dei fattori di criticità che rimangono – ha rimarcato Occhiutto – soprattutto riguardo al reperimento di nuove risorse finanziarie in quanto il sistema bancario non è molto disponibile a venire incontro alle esigenze delle aziende in crisi. In relazione a questi problemi si potrebbe intervenire scrivendo norme chiare impegnative per l’Agenzia delle Entrate facilmente applicabili da parte dei tribunali competenti”.

Secondo Emiliano Fenu (capogruppo del M5s in Commissione Finanze alla Camera dei Deputati): “Su quella che è la voce più consistente tra i debiti delle imprese che finiscono in una procedura esecutiva, sicuramente i debiti fiscali e contributivi sono tra i più importanti. E su questo non si è fatto assolutamente nulla. Problema riscontrato dai professionisti che seguono le imprese che, dinanzi a una procedura concorsuale, registrano il rifiuto di qualsiasi dialogo da parte dell’Amministrazione finanziaria su proposte di transizione fiscale. Anche se non si può pensare all’obbligatorietà dell’accettazione da parte dell’Agenzia delle Entrate, che spesso utilizza lo strumento del silenzio o del diniego, la mia proposta è di trasformare quel silenzio in un silenzio assenso. A questo punto – ha sostenuto Fenu – il Fisco dovrà obbligatoriamente rispondere e motivare la proposta e, in caso contrario, la transazione deve ritenersi accettata. Non è più pensabile che mentre tutti gli altri creditori, anche quelli che godono di privilegio o di una prelazione, vanno incontro a una falcidia del loro credito, l’amministrazione finanziaria o l’Inps restano sempre indenni”.

Il punto di vista dei professionisti è stato espresso da Pasqua Borracci (commercialista e revisore legale dell’Odcec di Bari): “La legge delega di riforma fiscale ha completato il suo lungo iter nel palazzo di Montecitorio e si appresta ad essere votata in Aula. Una corsa contro il tempo per portare a casa questo risultato prima della chiusura estiva dei lavori Modifiche, così come più volte sottolineato dal Viceministro dell’Economia e delle Finanze Maurizio Leo. L’aspettativa è tanta, soprattutto per quanto attiene l’impatto che questa riforma avrà nella vita di cittadini e imprese e, soprattutto, nelle attività dei professionisti. L’appello è che si faccia presto, anche per avere modo di sperimentare sul campo le novità normative e verificare se le stesse abbiano bisogno di un’ulteriore modifica”.

Le conclusioni sono state affidate a Paolo Longoni (consigliere dell’Istituto Nazionale degli Esperti contabili): “Nella legge delega sulla riforma fiscale devo purtroppo constatare che di semplificazione non si trova nulla. E voglio ricordare che nonostante ci siano modifiche, siano istituiti nuovi tributi, ci siano una serie di buone intenzioni, che tuttavia stridono con il principio costituzionale della progressività delle imposte, le istruzioni per le dichiarazioni dei redditi sono state catalogate in 434 pagine. C’è bisogno dunque di semplificare non di cambiare. Sul tema della crisi d’impresa tutti i parlamentari dovrebbero evitare di ragionare per urgenze e per fatti di cronaca. Il disegno di decreto legge, per fortuna non ancora promulgato, che modificherebbe la transazione fiscale sulla scorta del clamore sorto sulla sentenza del Tribunale di Reggio Calabria per la Reggina Calcio, è un abominio. Perché va contro i principi stessi del Codice della Crisi d’impresa”.

 

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