L’EQUO COMPENSO TORNA IN COMMISSIONE
Stella (Confprofessioni): Ci appelliamo al Parlamento, affinché si trovi una mediazione sulla legge sull'equo compenso
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“Allo stesso tempo – dice il presidente di Confprofessioni Gaetano Stella – riteniamo imprescindibile impegnarsi per l’approvazione di una legge che, finalmente, garantisca i professionisti nei confronti dei committenti forti, nelle scorse settimane aggiunge – avevamo espresso tutte le nostre perplessità su un testo di legge che, per essere realmente efficace, necessita di alcune modifiche sostanziali, correggendo i passaggi che, paradossalmente, penalizzano gli stessi professionisti che si vorrebbero tutelare.
Il provvedimento, frutto dell’unificazione di testi del centrodestra (FdI, Lega e Fi) e del M5s, mira ad irrobustire le tutele per i lavoratori autonomi (allargando, tra l’altro, la committenza che dovrà osservare la disciplina, giacché vengono inglobate tutte le imprese che impiegano più di 50 dipendenti, o fatturano più di 10 milioni di euro all’anno), rispetto alla norma del 2017 del Pd, che inserì nel nostro ordinamento il principio della giusta remunerazione per i servizi resi dai professionisti.
Le parti politiche si collocano su posizioni differenti: il centrodestra, infatti, è in ‘pressing’ per il varo senza correzioni (per evitare che la fine della Legislatura, nel 2023, conduca il ddl su un ‘binario morto’) il Pd invoca una parziale modifica, a partire dalla norma che dà agli Ordini la facoltà di sanzionare il professionista che accetta un compenso inferiore ai parametri ministeriali (capitolo che ha generato, nelle settimane passate, una ‘spaccatura’ tra le rappresentanze dei professionisti, ovvero Ordini, Casse di previdenza e sindacati delle varie categorie di autonomi).
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