Anno: XXV - Numero 214    
Giovedì 21 Novembre 2024 ore 13:20
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Manovra, le proposte dei tributaristi

Il Presidente Int Alemanno: bene sostegno alle famiglie e lotta all’evasione, ma i contribuenti onesti devono poter compensare crediti e debiti senza costi burocratici

Manovra, le proposte dei tributaristi

Una nota ai vertici del ministero dell’Economia e delle Finanze, contenente una serie di proposte in tema di lotta all’evasione, compensazioni dei crediti, sostegno alle famiglie e regime fiscale forfettario, ponendo, tra l’altro, “l’attenzione sul costituendo Fondo per la Famiglia, proponendo un sistema di extra-contributo da parte delle persone fisiche e giuridiche soggette ad accertamento divenuto definitivo” e “calcolato sulla base degli imponibili evasi”. È una delle idee ventilate dal presidente dell’Istituto nazionale dei tributaristi (Int) Riccardo Alemanno, a proposito della manovra economica. Tra queste, recita una nota, una “sui pagamenti con moneta elettronica e la contrapposizione di interessi, ribadendo la necessità che le eventuali spese detraibili sui servizi debbano avere una aliquota superiore a quella dell’Iva applicata”, mentre sulle compensazioni dei crediti erariali il vertice della categoria “ha riproposto la comunicazione preventiva all’Agenzia delle Entrate in luogo del visto di conformità, al fine di porre un argine a monte delle truffe e di non far pesare sui contribuenti corretti i comportamenti scorretti”. Per Alemanno si dovrebbe prevedere un contributo per il Fondo Famiglia, a regime, da applicarsi agli accertamenti definitivi, calcolato sulla base degli imponibili evasi dalle persone fisiche e giuridiche. Una somma da riscuotere con le imposte e le sanzioni,  da calcolarsi ad esempio su uno schema similare al seguente: sino a 2.000,00 euro di maggior imponibile contributo di euro 100 – da 2001 a 5.000 contr. di 200 – da 5.001 a 10.000 contr. di 400  – da 10.001 a 20.000 – contr. di 600 – da 20.001 a 30.000 contr. di 800 – da 30.001 a 50.000 contr. di 1.000  e poi a seguire con  ulteriori fasce di maggior imponibile accertato e di contributo. Questa la motivazione del Presidente dell’Int “In un periodo di crisi così profonda è tempo che chi ha evaso, oltre al pagamento delle imposte e delle sanzioni,  provveda direttamente a contribuire al finanziamento del welfare che ha penalizzato con il suo comportamento scorretto, sarebbe un atto di giustizia e di equità nei confronti dei contribuenti corretti, non penso certamente che possa essere esaustivo di tutti gli interventi  necessari per la Famiglia, ma sarebbe un bel segnale per il Paese ed un ulteriore monito per gli evasori.” Alemanno ha anche  dichiarato di condividere il pensiero del Presidente Conte in tema di evasione fiscale, evidenziando però che per la giusta lotta all’evasione, occorrono anche investimenti in personale dell’Agenzia delle Entrate, personale formato che possa implementare il numero di accertamenti eseguiti, accertamenti che però devono basarsi sulla realtà aziendale e patrimoniale del contribuente e non su mere presunzioni. Tra le proposte inviate al Mef li numero uno dell’Int ha posto l’accento sui pagamenti con moneta elettronica e la contrapposizione di interessi, ribadendo la necessità che le eventuali spese detraibili sui servizi debbano avere una aliquota superiore a quella dell’Iva applicata; sulle compensazioni dei crediti erariali invece ha riproposto la comunicazione preventiva all’Agenzia delle Entrate in luogo del visto di conformità al fine di porre un argine a monte delle truffe e di non far pesare sui contribuenti corretti i comportamenti scorretti. Altro argomento trattato i crediti ed i debiti erariali dei nuclei familiari, auspicando la possibilità di compensazione tra i singoli componenti, quello che la Commissione Fiscalità Int ha definito un sorta di “consolidato fiscale di famiglia”. Nelle osservazioni si auspica una tregua normativa, che sarebbe la prima necessaria semplificazione da attuare per poi procedere con la riforma fiscale, relativamente alle continue modifiche che la norma tributaria subisce si è fatto riferimento all’ipotesi di un ennesimo cambiamento delle regole dei regime fiscale forfettario, qui Alemanno chiede: “Sarebbe opportuno riconsiderare la volontà di apportare ulteriori cambiamenti al regime forfettario attualmente in essere, poiché se cancellare le disposizione relative a quello che sarebbe entrato in vigore il prossimo anno è condivisibile nell’ottica di recupero di risorse e di equità, andare a modificare per l’ennesima volta un regime fiscale (ndr modificato lo scorso anno), comporterebbe una forma di penalizzazione dei contribuenti che hanno necessità di continuità normativa per potere fare una programmazione amministrativa della propria attività.” Queste alcune delle prime indicazioni giunte dall’Int, ma il cantiere della Legge di Bilancio è appena aperto ed i tributaristi hanno altre proposte da presentare, sempre nell’ottica della collaborazione con le Istituzioni e nell’interesse generale. Tra le varie proposte ed osservazioni che l’Istituto Nazionale Tributaristi ha presentato sulla Legge di Bilancio e sul Decreto fiscale, due argomenti sono ritenuti estremamente importanti ed impattanti su imprese e lavoratori autonomi, si tratta delle compensazioni dei crediti d’imposta e del regime forfettario. Sulla prima problematica, Alemanno ha ribadito la necessità di sostituire l’attuale visto di conformità con la comunicazione preventiva delle compensazioni oltre i 5.000,00 euro e circa le paventate  modifiche al regime forfettario ha evidenziato la necessità di una continuità normativa che non costringa il contribuente a continui cambi di gestione amministrativa della propria attività, il regime agevolato ha già subito troppe modifiche negli anni ed un cambiamento delle attuali regole, introdotte dall’anno corrente, apparirebbe come una sorta di punizione delle partite Iva meno strutturate. Alemanno sulle compensazioni ha dichiarato: “ Oltre agli investimenti o a tipologie di attività che per loro natura producono crediti di imposta, gli istituti dello split payment e del reverse charge ( n.d.r. che sarà esteso con la manovra per il 2020), che hanno sicuramente ottenuto effetti positivi nell’ambito della lotta all’evasione dell’Iva, hanno però prodotto problemi di liquidità alle imprese con la creazione di importanti crediti, problemi che potrebbero essere superati se fosse consentita una più elastica gestione dei propri crediti erariali senza rinunciare ai doverosi controlli. Ora per porre un argine al fenomeno delle truffe sulle compensazioni dei crediti, si introducono nuove sanzioni e nuovi parametri volti al controllo di questo istituto, così da limitarne giustamente gli effetti negativi per l’erario. Ciò dimostra di fatto il fallimento del visto di conformità (che oltretutto rappresenta un ulteriore costo per le imprese),  in luogo del quale si potrebbe prevedere la comunicazione telematica preventiva all’Agenzia delle Entrate del credito che si andrà a compensare. L’Agenzia conoscerebbe in anticipo l’importo del credito, la tipologia dell’attività svolta dal titolare del credito, potrebbe, ante e non post, bloccare l’operazione per richiedere eventuali chiarimenti o svolgere accertamenti. I contribuenti corretti non sarebbero costretti a pagare un certificatore per compensare un loro legittimo credito ed i disonesti avrebbero difficoltà ad inviare loro stessi una comunicazione di compensazione evidentemente anomala.”  Sul fronte delle modifiche al regime forfettario, il Presidente dell’Int richiama l’attenzione sulla necessità di stabilità normativa: “ Una prima e vera semplificazione si otterrebbe attraverso una tregua normativa e la contemporanea predisposizione di Testi Unici  per sopperire alla attuale farraginosità della legislazione tributaria eccessivamente frammentata e continuamente modificata nel tempo.  Nell’immediato chiediamo pertanto di rivedere la volontà di apportare ulteriori cambiamenti al regime forfettario attualmente in essere, poiché se cancellare le disposizione relative a quello che sarebbe entrato in vigore il prossimo anno può al limite essere condivisibile nell’ottica di recupero di risorse e di equità, andare a modificare per l’ennesima volta un regime fiscale, comporterebbe una forma di penalizzazione dei contribuenti che hanno necessità di una continuità normativa per potere fare una programmazione amministrativa della propria attività ed adempiere in modo corretto agli obblighi tributari”.

All’Int confidano nella revisione delle ipotesi modificative su cui alcuni dubbi sono stati espressi anche da esponenti del governo e del parlamento, su queste tematiche il Presidente Alemanno inizierà la prossima settimana una serie di incontri istituzionali.

 

 

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