Anno: XXVI - Numero 2    
Venerdì 3 Gennaio 2025 ore 14:30
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MATTARELLA SPERANZA NEL 2025, TOCCA A NOI TRADURLA IN REALTÀ

“Siamo noi, il nostro impegno, la nostra libertà, le nostre scelte”

MATTARELLA SPERANZA NEL 2025, TOCCA A NOI TRADURLA IN REALTÀ

Con queste parole il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si è rivolto agli italiani nel messaggio di fine anno. Quasi un’esortazione a darsi da fare in prima persona in un momento storico che ci vede sottoposti “a un’allarmante forza centrifuga capace di dividere, di allontanare, di radicalizzare le contrapposizioni.

Quello che ha pronunciato la sera del 31 dicembre Sergio Mattarella è il decimo discorso di fine anno, anche questo non politico, essendo rivolto a tutti gli italiani.

Sin dai primi passaggi c’è un riferimento da parte di Mattarella ai momenti difficili che sta attraversando il mondo, tra guerre e migliaia di morti a causa di tali conflitti. Il Presidente della Repubblica cita casi particolari, dalla bambina morta assiderata a Gaza nella notte di Natale ai bombardamenti della Russia alle centrali energetiche ucraine, senza dimenticare gli ostaggi di Hamas, tutte forme di barbarie che hanno caratterizzato anche queste feste.

Mattarella, segnalando che la pace è un obiettivo imprescindibile sancito anche nella Costituzione italiana e di cui l’Ue è espressione. Ma inseguire tale obiettivo non vuol dire, secondo Mattarella, “sottomettersi alla prepotenza di chi aggredisce gli altri Paesi con le armi“. La pace è nel rispetto dei diritti di tutti. Pertanto, il primo augurio fatto da Mattarella agli italiani è alla pace.

Il secondo riguarda Cecilia Sala, la giornalista italiana detenuta in Iran. Per Mattarella è l’occasione per sottolineare nel suo discorso di fine anno l’importanza della libera informazione. Poi ha fatto riferimento al Giubileo, con il suo richiamo alla speranza, e invitato a cambiare il modo di interpretare la convivenza, in un’epoca in cui si tende ad allontanarsi e le società sono profondamente divise, anche per via dell’aumento della povertà e della crescita della ricchezza per pochissimi.

Mattarella ha evidenziato anche un paradosso: la crescita della spesa per la difesa, maggiore rispetto agli investimenti contro la crisi climatica, “una sconfortante sproporzione “. Ci sono poi le luci e le ombre tutte italiane, come dimostra secondo Mattarella l’avanzare della ricerca, ma anche delle liste d’attesa sanitarie, il miglioramento dei dati sull’occupazione e l’aumento della precarietà. Ci sono poi cose che non cambiano secondo Mattarella: i giovani che si trasferiscono all’estero, le diseguaglianze tra Nord e Sud.

Mattarella poi è tornato a parlare del clima per citare i disastri naturali che hanno colpito il nostro Paese, invitando a puntare sulla prevenzione. Ma ha fatto anche riferimento alla violenza, anche giovanile, al consumo di droghe e alcol, comportamenti sbagliati frutto anche dell’impatto che precarietà e insicurezze hanno sui giovani.

Mattarella nel discorso di fine anno ha parlato anche dell’emergenza carceri, tra sovraffollamenti e suicidio: l’obiettivo deve essere quello di far respirare loro un’aria differente da quella per la quale hanno commesso crimini. Tra i comportamenti positivi che lo hanno colpito c’è quello di Sammy Basso, la cui lezione a vivere la vita oltre le difficoltà ha colpito il Presidente della Repubblica.

Invece, lo ha addolorato il femminicidio di Giulia Cecchettin, così come le altre vittime. Non può mancare da parte di Mattarella la gratitudine nei confronti dei militari italiani impegnati in tutto il mondo, ai medici e insegnanti, agli imprenditori attenti alla sicurezza e alle condizioni dei propri lavoratori, ai volontari e agli anziani che aiutano le loro famiglie. In tutto questo c’è patriottismo, altra parola chiave che emerge dal discorso di Mattarella, così come le imprese degli sportivi italiani.

Ma guarda anche avanti, agli 80 anni della Liberazione che verranno celebrati l’anno prossimo. Infine, Mattarella ha chiuso il discorso con un nuovo richiamo alla speranza, che non va interpretata come attesa inerte: “La speranza siamo noi. Il nostro impegno. La nostra libertà. Le nostre scelte“.

IL TESTO INTEGRALE DELL’INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

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