Anno: XXV - Numero 218    
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MEDICI DI FAMIGLIA A RISCHIO ESTINZIONE

Il rapporto Agenas fa il punto della situazione

MEDICI DI FAMIGLIA A RISCHIO ESTINZIONE

I medici di famiglia sono in calo o proprio in estinzione? Sono in calo a guardare i dati Agenas, di qui al 2025 ne mancheranno 3600 circa, con 4 milioni e passa di italiani sprovvisti, ma forse in parte ci verrà incontro l’allungamento dell’età pensionabile da 70 a 72 anni su base volontaria. Sono in crollo a guardare i dati dell’Osservatorio sui Conti Pubblici (Ocpi) su dati del Ministero della Salute che di qui al 2028 vede ben 18 mila esodi, 25 milioni di italiani senza medico. Il motivo della discrepanza è nei criteri di partenza dei calcoli, ma nessuna delle due previsioni è rassicurante. Tra l’altro, se è stata sbagliata la programmazione di nuovi medici di famiglia, nessuno ha pensato ai medici di continuità assistenziale, al loro lavoro, al loro voler diventare più avanti medici di assistenza primaria. Partiamo da una terza fonte, l’Annuario statistico Istat: i medici di assistenza primaria dal 2008 al 2022 hanno perso il 13% degli effettivi, scendendo da 48.478 a 40.250 unità. Con 6228 medici convenzionati a scelte in meno è saltato il rapporto ottimale di un medico ogni mille abitanti, già non rispettato 14 anni fa (era 1 ogni 1098): oggi c’è un medico di famiglia ogni 1295 italiani. Ma è “saltata” anche la continuità assistenziale: i medici convenzionati ad ore, dal 2008 – cioè da quando si parlava già di impiegarli di giorno in aiuto dei “pochi” Mmg, e di farli entrare nelle aggregazioni di assistenza primaria -sono scesi da 17.350 a 10.344 unità perdendo il 40% degli effettivi: se 14 anni fa c’era un medico ogni 4 mila abitanti e rotti, e la proporzione aurea era 1 a 5 mila, ora ce n’è uno ogni poco meno di 6 mila abitanti.

Il Rapporto sui Medici di Medicina Generale di Agenas in più sottolinea che è saltato il rapporto ottimale tradizionale di un medico di assistenza primaria ogni 1000 assistiti, ora ce n’è uno ogni 1237 residenti adulti sopra i 18 anni! Al Nord ci sono i medici che teoricamente hanno più assistiti, in Lombardia ce n’è 1 ogni 1454 residenti, a Bolzano uno ogni 1494 (ma la convenzione arriva a 2 mila scelte), e poi c’è la Calabria con un medico ogni 1423 residenti; segue il resto del Centro-Nord, tutto sopra il rapporto un medico ogni 1300 residenti, si inizia a scendere dalle Marche; in fondo alla classifica, le regioni che hanno meno residenti per medico sono la Sicilia (1034) e l’Umbria (1020). In secondo luogo, i Mmg sono pochi in Italia, 6,81 ogni 10 mila abitanti contro i 30 del Portogallo, meno della metà dei 94 mila colleghi francesi e degli 85 mila tedeschi; inoltre, dei 40 mila, 30 mila hanno oltre 27 anni di anzianità di servizio, e nelle Regioni del Sud -dove di medici di famiglia ce ne sono tradizionalmente un po’ di più – sono “veterani” fino a 5 medici su 6. Agenas si sofferma poi sullo sbilancio tra pensionamenti e nuovi ingressi di Mmg tra il 2021 ed il 2025: nei prossimi 3 anni se ne andranno via senza essere rimpiazzati almeno 3632 Mmg e si scenderà da 40.250 unità a circa 36.600 con un tasso di sostituzione medio del 74% fra medici che lasciano compiuti i 70 anni e giovani ammessi al triennio; ancora una volta, la media varia tra regioni, si va da un rimpiazzo previsto del 95% in Molise ad uno del 60-70% in Lazio, dove mancheranno 584 Mmg, in Campania e Puglia, dove ne mancheranno 398 e 383. Il calcolo non tiene conto né dei giovani Mmg neo-diplomati che potranno scegliere di lavorare in un’altra regione né del recente innalzamento a 72 anni dell’età pensionabile.

Le stime dell’Osservatorio sui conti pubblici-Ocpi interessano gli anni tra il 2022 ed il 2028, e arrivano a concludere che al 2028 rispetto al 2022 avremo 27.301 medici “di base” in uscita e soli 8.631 in entrata, con un rimpiazzo di appena il 32% ed uno sbilancio di 18.670 medici, con 25 milioni di residenti in Italia teoricamente a rischio. Attenzione però: l’Osservatorio stima il numero di nuovi Mmg introdotti nel triennio di formazione ogni anno moltiplicando i nati annuali per il coefficiente di 0,14% che indica sui nuovi nati di ogni anno quanti hanno scelto negli anni 1952-1980 di diventare medici di famiglia nel post laurea. E stima il numero di medici di famiglia in uscita con lo stesso criterio, moltiplica per il coefficiente di 0,14% il numero di chi ha compiuto 68 anni nel 2022, li compie nel 2023, li compirà tra il 2024 ed il 2028. Questa chiave di lettura, più allarmante, non dice però esattamente quanti medici sono di assistenza primaria e quanti di continuità assistenziale, settore dove i medici titolari al 2022 sono poco più di 10 mila e dove le regioni programmano i fabbisogni non in base alla popolazione da servire né in base alla superficie da coprire. Basti pensare che la più grande, la Sicilia, ha 33 medici di continuità assistenziale ogni 100 mila abitanti, la più piccola, la Val d’Aosta, ne ha 3 ogni 100 mila abitanti, la più popolosa, la Lombardia, ne ha 10 ogni 100 mila abitanti e quella che ha più medici è la Basilicata (47 per 100 mila), seguita dalla Sardegna con 44.

Fonte Doctor 33

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