Muro della politica contro le professioni
Malgrado la mobilitazione delle categorie,nessun cambio di rotta della Commissione
Nonostante la pioggia di appelli al ‘redde rationem’ da parte di istituzioni e associazioni professionali, per la prima volta compatti su un’unica linea che ha trovato d’accordo Ordini, Casse di previdenza e Associazioni (Consigli nazionali di commercialisti ed attuari, Notai, Confprofessioni, Adepp, Cup, Cnpadc, Rtp, Aiga, e nonostante il parere negativo e trasversale di esponenti parlamentari, non c’è stato alcun cambio di rotta rispetto alla bozza presentata e il colpo al principio dell’Equo compenso è stato inferto con l’approvazione ieri del regolamento. Il modo risoluto con cui la politica ha alzato un muro nei confronti del mondo delle professioni, negando una seppur minima concessione alla previsione di un compenso, sembra una prova di forza in vista di ulteriori attacchi futuri. Il presidente dell’Aiga (Associazione italiana giovani avvocati) Antonio De Angelis definisce il provvedimento “in palese contrasto con le norme in materia di equo compenso per i professionisti che il Parlamento ha approvato due anni fa, e che tutti i parlamentari affermano di voler salvaguardare”. Per il presidente della Cassa nazionale di previdenza dei dottori commercialisti (Cnpadc) Walter Anedda, viene svilito “ancora una volta l’impegno e il valore delle prestazioni professionali ricorrendo a provvedimenti che, nei fatti, vanno contro non solo il rispetto del lavoro altrui, ma anche contro il principio di una retribuzione adeguata sancito dall’articolo 36 della nostra Costituzione”. Cercano di gettare acqua sul fuoco arrampicandosi sugli specchi e di fatto aggravando la querrelle e dimostrando una prosopopea e l’ignoranza della materia, i componenti M5S della Commissione d’inchiesta sulle banche. “Per quanto riguarda la normativa dell’equo compenso – sostengono in una nota – ricordiamo che non si applica a realtà, come la Commissione banche, costituite all’interno di un organo costituzionale, ma solo a privati, o Pubblica amministrazione. La strumentalizzazione di Fratelli d’Italia sull’equo compenso, pertanto, lascia il tempo che trova. La scelta che abbiamo fatto risponde all’esigenza che il lavoro dei collaboratori esterni sia esclusivamente diretto alla trasparenza, uno dei principali obiettivi della Commissione d’inchiesta
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