NIENTE EQUO COMPENSO PER CHI È FUORI DAGLI ORDINI
Si riaccende la guerra dei commercialisti contro i tributaristi
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Sembra di fare un salto indietro di trent’anni. Allora i nemici erano i ragionieri. Al tempo del presidente Rosina, da Via Poli, la sede dei Consiglio Nazionale dei Commercialisti, partivano bordate di fuoco contro via Paisiello sede del Consiglio Nazionale dei Ragionieri. Allora erano i Ragionieri definiti abusivi e adesso amici fraterni. Toccò poi sempre 30 anni fa i nemici ai Consulenti del Lavoro. oggi i nemici, gli “abusivi” sono i tributaristi. e a sparare a palle incrociate contro di loro l’attuale presidente del Cdc, Ebano de Nuccio il quale dopo un periodo di quiete ha scritto al ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, invitandolo a non consultare le associazioni non ordinistiche che si riferiscono alla materia tributaria per la emanazione del decreto che fissi anche per loro parametri di riferimento per l’equo compenso, dal momento che “esse esercitano abusivamente la professione di esperto contabile, come stabilito dalla Cassazione penale già nel 2012.
La recente legge n. 49/2023, “Disposizioni in materia di equo compenso delle prestazioni professionali” – ricorda de Nuccio – prescrive che in un determinato ambito di applicazione il compenso per le prestazioni rese dai professionisti iscritti in Ordini e Collegi sia conforme ai compensi previsti dai parametri contenuti nei decreti ministeriali adottati ai sensi dell’art. 9, del DL 1/2012. Per coloro invece, che esercitano professioni individuate dalla Legge n. 4/2013, cioè coloro che non sono iscritti in Ordini e Collegi, la citata legge 49 dispone che entro 60 giorni il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) emani un apposito decreto “sentite le associazioni iscritte nell’elenco” previsto dalla medesima legge 4/2013. Tenuto conto che in tale elenco figurano iscritte dalla prima ora associazioni che si riferiscono alla materia tributaria, attività tipica dei Commercialisti per i quali è già determinata l’entità dei compensi dai parametri ministeriali già citati, ci si chiede a cosa possa riferirsi qualsivoglia consultazione con tali associazioni laddove le attività di consulenza fiscale non possono sovrapporsi alle attività individuate di competenza specifica degli iscritti agli Albi dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili”.
Insomma,de Nuccio non capisce o visto che la crisi morde e i commercialisti debbono difendere il loro orticello, che come i capponi di Renzo, mentre i volatili si beccano tra di loro senza sapere che tanto finiranno in pentola, gongolano i cosiddetti poteri forti che fallito un primo incontro al ministero per denunciare l’onerosità dell’Equo compenso, i primo si settembre, torneranno presto alla carica.
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