NON DIMENTICARE GLI ISCRITTI ALLE CASSE
L’appello di Confprofessioni al Governo. Urge più aiuto alle categorie
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Confprofessioni (la Confederazione delle libere professioni) valuta positivamente l’impegno del governo (che ha fatto “uno sforzo straordinario e in tempi record”), in una fase così delicata della storia del nostro Paese, alle prese con le conseguenze della diffusione del virus Covid-19. E, mentre evidenzia luci ed ombre dei più recenti decreti governativi porta avanti iniziative corpose e concrete a supporto delle categorie, come quella avviata insieme all’Ente bilaterale (Ebipro) che ha stanziato, ad oggi, oltre 8 milioni di euro per risollevare l’attività degli studi professionali in crisi a causa dal propagarsi del Coronavirus. Secondo il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, l’ultimo provvedimento dell’Esecutivo mette in campo risorse non sufficienti per fronteggiare la crisi che sta investendo professionisti e studi “basti pensare alle richieste di Cig in deroga”, sottolinea. Un problema che deriva anche dalla scarsa attenzione del Parlamento europeo, al quale il presidente Stella, già la scorsa settimana, ha rivolto un appello, affinché «le Istituzioni comunitarie aprano un po’ i cordoni della borsa, perché l’Italia non può far tutto da sola”. Tornando al decreto Cura Italia, Stella sottolinea come alcuni interventi vadano nella giusta direzione: l’indennità di 600 euro ai professionisti titolari di partita Iva e l’apertura della moratoria del credito anche ai professionisti, “che vengono equiparati alle pmi, come già previsto dai regolamenti europei”. Le “note dolenti”, però, arrivano quando dal decreto pubblicato in Gazzetta ufficiale emergono i dettagli sul “Fondo per il reddito di ultima istanza” per “lavoratori dipendenti e autonomi che, in conseguenza dell’emergenza Coronavirus, “hanno cessato, ridotto, o sospeso la loro attività”, che prevede un limite di spesa di 300 milioni per il 2020. Per il numero uno di Confprofessioni si tratta di una decisione che penalizza i circa 1,3 milioni di associati agli Enti privati. Ai professionisti iscritti alle Casse di previdenza privatizzate, sostiene Stella, devono essere riservate risorse specifiche, per garantire loro il riconoscimento di una indennità, con la dotazione di un fondo dedicato agli enti previdenziali. Le Casse, dice, “sono impegnate a sostenere la fiscalità generale con una tassazione molto importante”, perciò oggi “bisogna che il governo lasci loro la possibilità di sostenere il reddito degli iscritti, che subirà una profonda flessione”, a causa degli effetti della diffusione del virus, facendo sì che “almeno una percentuale dei rendimenti degli Enti possa andare a coprire i redditi le emergenze di supporto al reddito”, conclude Stella.
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