RADDOPPIATE LE PROFESSIONI NON ORDINISTICHE
In dodici anni sono aumentati del 95,5%. L’Italia ha il maggior numero di partite Iva in Europa
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Un’impennata senza precedenti: sono 444.000 i soggetti che svolgono professioni non ordinistiche, in dodici anni sono aumentati del 95,5%. Questi soggetti hanno generato un reddito complessivo cresciuto del 29,5% dal 2008 al 2020, passando da 4,9 a 6,3 miliardi di euro. Risultato non compromesso dal Covid, che ha invece inciso significativamente nella perdita di ordinistici, -2,3% tra il 2008 e il 2020; secondo l’ultima indagine di Confcommercio.
«La notevole performance dei liberi professionisti non ordinistici testimonia da un lato, l’importanza di questo segmento per il traino dell’occupazione e la creazione di nuove opportunità di lavoro, soprattutto in un periodo di stagnazione dell’economia, e dall’altro, la necessità e la domanda di nuove professioni da parte del mercato per venire incontro a bisogni e nuove esigenze di famiglie e imprese», ha detto Mariano Bella, Direttore dell’Ufficio Studi di Confcommercio.
Tra le nuove professioni spiccano figure tipiche, come amministratori di condominio, guide turistiche, optometristi, e figure emergenti, come influencer, formatori, consulenti aziendali e wedding planner. Circa la metà della categoria svolge attività scientifiche e tecniche ad alta specializzazione; a registrare gli incrementi più forti tra il 2008 e il 2020 sono le attività complementari dei servizi alla persona; dall’istruzione (+262%) all’assistenza sociale (147%) e al tempo libero (123%).
«Il movimento delle professioni c’è, e si vede, il loro peso continua ad aumentare dentro l’economia italiana. Il merito di questa crescita va per la gran parte attribuito alle professioni non ordinistiche, che superano le 440.000 unità sul totale di 1 milione e 352 mila professionisti», ha detto il Presidente di Confcommercio Carlo Sangalli.
«Dentro a questo tempo di crisi continue, il mondo delle professioni “non tradizionali” ha avuto una reazione composita, che si è espressa in tantissimi piccoli e grandi cambiamenti, i quali hanno tuttavia un unico minimo comun denominatore: l’innovazione. Il mondo delle professioni genera di continuo nuovi ambiti di attività, disegna nuove professionalità e così facendo presidia, a volte crea, nuovi mercati», ha concluso il Presidente.
Considerando anche le ordinistiche, l’Italia si conferma il Paese con il maggior numero di liberi professionisti in Europa, registrando negli ultimi 10 anni una crescita costante frenata solo dalla pandemia che, tra il 2018 e il 2021, ha causato la chiusura di circa 24 mila attività. La crisi colpisce principalmente le regioni del Centro e del Nord, mentre nel Mezzogiorno si assiste a un aumento del 2,6% del numero di professionisti, trainato dal balzo in avanti delle donne che nello stesso periodo registrano un incremento del 4,6%.
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