RINNOVO DEL CONTRATTO DELLA DIRIGENZA MEDICA: SI PARTE
Si parte con le trattative per il contratto: il presidente dell’Aran Antonio Naddeo l’aveva anticipato a inizio anno, e i sindacati si erano detti prontissimi. Ora ci siamo.
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Con l’arrivo in Aran degli atti di indirizzo per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale 2019-2021 dei dirigenti delle funzioni centrali e di quello della dirigenza medica e sanitaria, prende ufficialmente il via la stagione delle trattative.
Si tratta di una fetta importante dei dirigenti della Pa. Il contratto della dirigenza funzioni centrali – ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici non economici – riguarda 4.137 dirigenti e 2.009 professionisti. Quello dell’area sanità interessa ben 134.635 dirigenti, di cui circa 120mila medici.
Oltretutto si tratta di un contratto scaduto ormai da 4 anni. L’Aran ha convocato i sindacati dei medici per il prossimo 2 febbraio alle ore 10.30, e i sindacati dei dirigenti delle funzioni centrali per il 7 febbraio, alle ore 11.
“Sono davvero soddisfatto per l’avvio delle trattative per il rinnovo contrattuale del comparto sanità 2019-2021 – ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci – e sono convinto si chiuderà in tempi rapidi con un accordo equo e soddisfacente per i medici italiani. Nell’ultimo incontro con i sindacati avevo condiviso l’impegno per un’accelerazione, considerando i ritardi accumulati, e le giuste attese del personale medico. Ora dal nostro Governo arriva un primo importante segnale della volontà di cambiare marcia”.
Schillaci ha assicurato che il suo dicastero è pronto “a dare il nostro contributo per un effettivo rilancio della professione e dell’organizzazione del lavoro, sia a livello ospedaliero che di territorio, per assicurare migliori condizioni lavorative ai nostri medici, specialmente nei reparti più esposti al rischio burnout come i pronto soccorso”.
Resta prioritario l’impegno del ministero della Salute “per una maggiore valorizzazione professionale ed economica dei medici, sia per sostenere quelli già impegnati nel servizio sanitario nazionale sia per incrementare l’accesso dei giovani alla professione medica nel comparto pubblico. Valorizzazione non soltanto doverosa ma importante per frenare il fenomeno delle esternalizzazioni. Le ispezioni dei Nas che ho disposto appena insediato hanno dimostrato, infatti, come spesso il gettonismo degenera in forme di abuso della professione e scarsa sicurezza per i pazienti”, ha ricordato Schillaci.
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