SERVE UNA LEGGE PROFESSIONALE CHE GUARDI AL FUTURO
Foglieni apre a Napoli il Congresso Straordinario 2024 dell’Associazione Italiana Giovani Avvocati.
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“È giunto il momento di assumersi la responsabilità di traghettare l’avvocatura nel terzo millennio, accompagnando soprattutto i giovani avvocati e avvocate verso un modo di svolgere la professione più al passo con i tempi ed incline alla domanda dei servizi legali: un avvocato internazionale, europeo, digitale, qualificato e specializzato che, tramite lo strumento della rete tra professionisti, sappia conquistare vecchi e nuovi spazi di mercato, a partire da quelli legati al mondo della consulenza e dell’assistenza stragiudiziale. Un avvocato al passo con i cambiamenti della società che sappia guardare al futuro, senza timore, governandolo, mantenendo la propria autonomia e indipendenza, baluardi di una professione che, non a caso, si definisce libera. Questa è la visione che l’AIGA sta cercando di portare avanti nei tavoli istituiti presso il Consiglio Nazionale Forense per la redazione della nuova legge professionale, dopo aver già fatto approvare dal Congresso Nazionale Forense diverse mozioni che vanno in tal senso. La nuova legge professionale deve essere inoltre l’occasione per regolamentare l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale negli studi legali, cercando di arginarne i rischi e di sfruttarne le potenzialità”. Lo ha affermato Carlo Foglieni, presidente AIGA, aprendo a Napoli il Congresso Nazionale 2024 dell’associazione di categoria.
All’evento è intervenuto, in modalità video, il ministro della Giustizia Carlo Nordio, che ha ricevuto dal Congresso AIGA la targa di Socio d’Onore dell’associazione: “Desidero ringraziare l’AIGA per l’intenso lavoro portato avanti, con idee e proposte concrete che vanno nella direzione di una professione forense in linea con l’evoluzione della società e del mercato e sempre più attrattiva per i giovani. La figura dell’avvocato è fondamentale per il funzionamento della giustizia; è strutturale alla giurisdizione che poggia su tre gambe: accusa, difesa e giudice. Senza una concreta equiparazione di tutte le funzioni, il sistema rischierebbe di essere monco. La toga, che l’avvocato indossa al pari del giudice, dà l’idea della funzione quasi sacerdotale che viene esercitata. Il sistema funziona se siamo in grado di renderlo efficiente. Finalmente e per la prima volta, colmeremo, entro il 2026, quel vuoto di organico di magistrati che ci portiamo appresso da decenni. Questo, unitamente agli investimenti sulla digitalizzazione e alle migliaia di nuove figure professionali già in servizio a supporto delle cancellerie, favorirà certamente quel processo di riforma della giustizia che i cittadini, attraverso il mandato elettorale, ci hanno chiesto di realizzare. Un fondamentale contributo sarà dato dall’intelligenza artificiale che, tuttavia, dobbiamo esserne consapevoli, non potrà mai sostituirsi all’intelligenza dell’uomo e alla sensibilità del giurista”.
Secondo la senatrice Erika Stefani, presente al Congresso nella sede di Castel Capuano, “l’avvocatura deve essere protagonista delle trasformazioni che la riguardano. Serve un confronto pieno tra le istituzioni e un’avvocatura, che deve sentirsi libera di rivendicare il suo ruolo e la sua importanza nel sistema della giustizia”.
Francesco Zaccaria, presidente AIGA Napoli, ha evidenziato l’importanza dell’evento “per la città, che non ospitava un Congresso AIGA da oltre un decennio. Oggi i giovani avvocati hanno due priorità su tutte: trovare nuovi spazi di mercato ed essere agevolati nell’avvio dell’attività, che è sicuramente il momento più delicato per un professionista”.
Per Carmine Foreste, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Napoli, “ripartire da regole nuove, che disciplinino la professione, è una necessità. Un nuovo approccio adeguato ai tempi: iniziare la discussione a Napoli, al Congresso AIGA, è un importante punto di partenza”.
Il Sole 24 0re
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