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STOP ALLA GOGNA DELLE ORDINANZE DI CUSTODIA CAUTELARE

Approvato in Cdm un dlgs per adeguamento a normativa europea.

STOP ALLA GOGNA DELLE ORDINANZE DI CUSTODIA CAUTELARE

Non si potrà più ripetere l’immagine di una delle pagine più buie dell’inchiesta ‘Mani pulite’, quando Enzo Carra fu arrestato e trascinato in tribunale con gli schiavettoni ai polsi, condannato e poi riabilitato nel 2004. Un dlgs approvato mercoledì scorso dal Consiglio dei ministri ha dato via libera, in esame preliminare, a tre decreti legislativi di adeguamento della normativa nazionale a quella europea. “Divieto di pubblicazione del testo dell’ordinanza di custodia cautelare finché non siano concluse le indagini preliminari o fino al termine dell’udienza preliminare”.

Uno prevede disposizioni per il compiuto adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni della direttiva (UE) 2016/343 del Parlamento europeo e del Consiglio del 9 marzo 2016, sul rafforzamento di alcuni aspetti della presunzione di innocenza e del diritto di presenziare al processo nei procedimenti penali.

Il testo dà attuazione all’articolo 4 della legge di delegazione europea 2022-2023 (legge 21 febbraio 2024, n. 15), con il quale il Governo è stato delegato ad adottare le disposizioni necessarie a garantire l’integrale adeguamento alla direttiva (UE) 2016/343 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 marzo 2016, integrare quanto disposto dal decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 188, e assicurare l’effettivo rispetto dell’articolo 27, secondo comma, della Costituzione.

“In particolare, al fine di rafforzare alcuni aspetti della presunzione di innocenza della persona indagata o imputata nell’ambito di un procedimento penale, in coerenza con quanto disposto dagli articoli 3 e 4 della direttiva (UE) 2016/343 e nel rispetto dei principi di cui agli articoli 21, 24 e 27 della Costituzione, il provvedimento modifica l’articolo 114 del codice di procedura penale, prevedendo il divieto di pubblicazione del testo dell’ordinanza di custodia cautelare finché non siano concluse le indagini preliminari o fino al termine dell’udienza preliminare”, si legge nella nota di Palazzo Chigi.

 

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