AL VIA SUBITO I PROGETTI GIÀ CANTIERABILI DEGLI ENTI LOCALI
La proposta dei Consulenti per rilanciare l’economia reale
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La proposta di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (“PNRR”), approvata dal Governo nel corso del Consiglio dei Ministri dello scorso 12 gennaio 2021 e trasmessa il 15 gennaio 2021 al Parlamento per l’esame delle competenti Commissioni, costituisce una straordinaria occasione per la ripresa economica del sistema Paese. Per l’attuazione di ogni missione del PNRR sono individuate tre linee di intervento prioritarie e trasversali: empowerment femminile e contrasto alle discriminazioni di genere; accrescimento delle competenze, della capacità e delle prospettive occupazionali dei giovani; riequilibrio territoriale e sviluppo del Mezzogiorno. Il PNRR si articola in 6 Missioni, che a loro volta raggruppano 16 Componenti funzionali a realizzare gli obiettivi economico-sociali definiti nella strategia del Governo. Le Componenti si articolano in 48 Linee di intervento per progetti omogenei e coerenti. Le aree di investimento sviluppate nell’ambito delle 6 macro-missioni, rilevano sotto il profilo strategico sia in termini attuali che futuri e sono: ü Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo ü üRivoluzione verde e transizione ecologica ü üInfrastrutture per la mobilità ü üIstruzione, formazione, ricerca e cultura ü üEquità sociale, di genere e territoriale ü üSalute Le risorse complessivamente allocate nelle sei missioni del PNRR sono pari a circa 210 miliardi. Di questi, 144,2 miliardi vanno a finanziare “nuovi progetti”, mentre i restanti 65,7 miliardi sono destinati a “progetti in essere”. In data 12 febbraio 2021 è stato adottato il “Regolamento (UE) 2021/241 del Parlamento Europeo e del Consiglio” che istituisce il dispositivo per la ripresa e la resilienza. Secondo tale documento, l’ambito di applicazione del dispositivo fa riferimento alle aree di intervento di pertinenza europea strutturate in sei pilastri: a) transizione verde; b) trasformazione digitale; c) crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, che comprenda coesione economica, occupazione, produttività, competitività, ricerca, sviluppo e innovazione, e un mercato interno ben funzionante con PMI forti; d) coesione sociale e territoriale; e) salute e resilienza economica, sociale e istituzionale, al fine, fra l’altro, di rafforzare la capacità di risposta alle crisi e la preparazione alle crisi; f) politiche per la prossima generazione, l’infanzia e i giovani, come l’istruzione e le competenze. Entro tale ambito di applicazione e nel perseguire gli obiettivi ivi individuati, gli Stati Membri elaborano piani nazionali per la ripresa e la resilienza. Tali piani definiscono il programma di riforme e investimenti dello Stato membro interessato. I piani per la ripresa e la resilienza ammissibili al finanziamento a titolo del dispositivo comprendono misure per l’attuazione di riforme e investimenti pubblici, strutturati in un pacchetto completo e coerente, che può anche includere regimi pubblici finalizzati a incentivare gli investimenti privati. Cnocdl Protocollo n. 2021/0003213 del 25/03/2021 (Allegato) Pagina 1 di 3Secondo il regolamento attuativo, il piano per la ripresa e la resilienza dev’essere debitamente motivato e giustificato. Tra gli elementi necessari, esso deve presentare, in riferimento alla preparazione e, ove disponibile, all’attuazione, una sintesi del processo di consultazione, condotto conformemente al quadro giuridico nazionale, delle autorità locali e regionali, delle parti sociali, delle organizzazioni della società civile, delle organizzazioni giovanili e di altri portatori di interessi e il modo in cui il piano per la ripresa e la resilienza tiene conto dei contributi dei portatori di interessi. Il Regolamento (UE) 2021/241 dispone inoltre che, affinché il sostegno finanziario sia anticipato nei primi anni dopo la crisi e per garantire la compatibilità con i finanziamenti disponibili per questo strumento, i fondi dovrebbe essere resi disponibili fino al 31 dicembre 2023. A tal fine, il 70% dell’importo disponibile per il sostegno non rimborsabile dovrebbe essere legalmente impegnato entro il 31 dicembre 2022. L’importo rimanente dovrebbe essere legalmente impegnato entro il 31 dicembre 2023. Nel 2021, su richiesta di uno Stato membro da presentare insieme al piano, un importo fino al 13% del contributo finanziario e, ove applicabile, fino al 13% del sostegno al prestito dello Stato membro interessato, può essere versato sotto forma di prefinanziamento entro, per quanto possibile, due mesi dopo l’adozione da parte della Commissione degli impegni giuridici. Il termine per la presentazione dei piani di ripresa e resilienza da parte degli Stati Membri è il 30 aprile 2021, ma soprattutto, entro il 31 agosto 2026, devono essere completati i target intermedi e i target finali sia per i progetti di investimento che per le riforme. A tal fine i Consulenti del Lavoro intendono avanzare una proposta per utilizzare al meglio e subito i fondi che dovrebbero arrivare in ragione dell’anticipazione del 13%, entro il 31/12/2021, della quota destinata all’Italia dalla Unione Europea attraverso il Recovery Plan. Il problema per l’Italia è sempre stato quello di non riuscire ad utilizzare, in modo completo e rapido, i Fondi provenienti dall’U.E., anche in relazione alla difficoltà di redigere progetti per i quali chiedere i relativi finanziamenti. La proposta dei CdL riguarda proprio la possibilità di destinare parte dei fondi in anticipazione, per dare modo agli Enti Locali (Comuni) di avere le risorse per far partire e portare a compimento tutti quei progetti già approvati definitivamente, ma fermi, in attesa delle coperture finanziarie e delle progettazioni esecutive indispensabili per la loro concreta realizzazione. Il problema delle coperture finanziarie potrebbe trovare soluzione destinando parte dei fondi del Recovery Plan in anticipazione, mentre la difficoltà di elaborare le progettazioni esecutive, necessarie per rendere “cantierabili” le opere, potrebbe facilmente essere risolta coinvolgendo i Professionisti iscritti in Albi per affiancare le amministrazioni, fornendo loro quelle professionalità specialistiche di cui la PA è spesso sfornita. Questa operazione, laddove sostenuta, caldeggiata e portata avanti dal tessuto economico sociale e politico, consentirebbe di riversare nei territori ingenti somme di denaro, le quali servirebbero all’apertura di nuovi cantieri, con importanti ricadute e ristori per le economie locali, con conseguenti benefici anche in termini occupazionali. Si tratterebbe di stimolare per altro il comparto economico nazionale, questa volta partendo dal basso, con il risultato di rendere subito visibile ed apprezzabile lo sforzo dell’U.E., volto a dare nuovo impulso per superare lo stallo della pandemia, oltre a dare dimostrazione della sensibilità della nostra governance, da molti percepita come sopita. Il primo passo, potrebbe essere quello, da svolgere a carico di ciascuna Regione, di acquisire dati dai Comuni in riferimento ad opere, come detto, già cantierabili e per le quali potrebbero essere bandite le gare e ad opere per le quali manchi solo la fase finale di progettazione esecutiva, per lo svolgimento della quale i comuni potrebbero avvalersi dell’ausilio dei Professionisti. CNOCDL Protocollo n. 2021/0003213 del 25/03/2021 (Allegato) Pagina 2 di 3Accanto al tema Next Generation Eu, ve ne è uno altrettanto importante (anche in termini di risorse quasi pari al Recovery Plan), ovvero la programmazione prevista dal bilancio ordinario dell’Unione europea per i fondi 2021- 2027. Nel medesimo tempo in cui si proverà a definire un progetto definitivo di Pnrr, occorrerà pertanto svolgere anche le consultazioni in partenariato delle Regioni per arrivare ad un accordo con il Governo ai fini delle ulteriori risorse in parola. I Consulenti del Lavoro si augurano che questa fase di informazione e diffusione della proposta di immediato intervento e destinazione, possa raggiungere al più presto i soggetti che a vario titolo interloquiscono con chi sta predisponendo il piano definitivo da presentare all’U.E. Attraverso un processo efficace di regolazione, è possibile creare le condizioni per valorizzare gli effetti positivi del PNRR sulla vita delle persone e sulle attività delle imprese. Il coinvolgimento delle autorità locali e regionali, così come le pertinenti organizzazioni che rappresentano la società civile e le parti sociali, i Professionisti, in conformità al principio di partenariato, nei processi propositivi ed applicativi delle varie fasi di attuazione, potrà rappresentare una importante risorsa di competenze collaborative, capaci di imprimere un valore sociale oltre che economico al PNRR. Le norme di legge e le disposizioni applicative, infine, dovranno porre le basi per una pianificazione strategica degli elementi considerati che, unitamente a significativi investimenti economici e organizzativi anche in seno alla Pubblica Amministrazione circa le professionalità necessarie, potranno orientare le azioni verso una crescita sociale ed economica equa ed inclusiva.
Recovery Plan_priorità ai progetti già cantierabili degli Enti locali_CS
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