ULTIMA CHANCE PER L’EQUO COMPENSO
La prossima settimana al Senato il testo 'segnalato' per il voto in Aula
Sulle sorti del disegno di legge relativo all’equo compenso per le prestazioni dei professionisti sarà la capigruppo del Senato, all’inizio della prossima settimana, ad esprimersi: il provvedimento (frutto dell’unificazione di proposte di FdI, Lega, M5s e Fi), approvato quasi all’unanimità alla Camera, nell’ottobre del 2021, era stato calendarizzato per il voto, nell’Aula di palazzo Madama, il 20 luglio scorso, giorno che ha, invece, sancito la frattura nella maggioranza che sosteneva il governo di Mario Draghi.
Adesso, però, a quanto apprende l’Ansa, il testo è stato “segnalato” da senatori di centrodestra, affinché possa concludere ugualmente la sua corsa.
La decisione spetterà, come accennato, alla Conferenza dei presidenti dei gruppi parlamentari, ma si tratta, specificano le fonti, di “una residua possibilità”, perché si tratta di un provvedimento “privo dei requisiti di necessità ed urgenza”, che difficilmente, perciò, potrebbe arrivare al voto, dopo che sono state sciolte le Camere. Il disegno di legge, che aveva avuto il via libera senza modifiche dalla Commissione Giustizia di palazzo Madama il 29 giugno, stabilisce che la remunerazione per le prestazioni dei professionisti debba essere proporzionata “alla quantità e alla qualità del lavoro svolto”, nonché “conforme” a quanto prevedono i parametri ministeriali per le varie categorie (avvocati, ingegneri, commercialisti, e così via). E che venga applicata ai rapporti regolati da convenzioni per svolgere, “anche in forma associata, o societaria”, attività in favore di “imprese bancarie e assicurative” e loro controllate, ma anche di aziende che, “nell’anno precedente al conferimento dell’incarico”, hanno occupato più di 50 lavoratori, o “hanno presentato ricavi annui superiori a 10 milioni di euro”.
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