Anno: XXV - Numero 218    
Mercoledì 27 Novembre 2024 ore 13:40
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UN NUOVO PATTO FISCALE CON GLI ITALIANI

Il premier, rivolta all'Assemblea Generale dei Commercialisti, ha ricordato la necessità di "costruire un fisco più equo" e "senza ingiuste onerosità"

UN NUOVO PATTO FISCALE CON GLI ITALIANI

“Penso alla necessità di garantire una migliore proporzionalità del sistema sanzionatorio tributario per costruire un fisco più equo e capace di mettere, soprattutto chi è più in difficoltà, nelle condizioni di adempiere ai pagamenti senza ingiuste onerosità”. Lo dice Giorgia Meloni nel video messaggio inviato all’Assemblea Generale dei Commercialisti in corso a Roma.

“Il cammino per dare piena e concreta attuazione alla delega fiscale è solo all’inizio. C’è tanto lavoro da fare, ma sono certa che potremo contare sul vostro prezioso contributo. I professionisti hanno tutte le competenze necessarie per aiutare il decisore politico, affiancarlo nella definizione di norme spesso molto tecniche e nel processo di semplificazione della burocrazia, dove possibile, perché anche questo va fatto”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in un videomessaggio in occasione degli gli Stati Generali dei Commercialisti, organizzati dal Consiglio nazionale della categoria al Roma Convention Center La Nuvola.

“Di questa capacità – continua il premier – abbiamo bisogno per scrivere insieme un nuovo Patto fiscale per l’Italia e inaugurare una nuova era nei rapporti tra fisco e contribuenti, e dunque tra Stato e cittadini, cioè ispirata alla reciproca fiducia e al riequilibrio dei rapporti”. Per Meloni “sarà una sfida intensa ma sarà anche una sfida entusiasmante. Un tassello fondamentale per ridare nuovo slancio alla nostra Nazione. A me piace pensare – conclude – che siamo stati alleati fin qui, perché molte sono le cose che insieme siamo riusciti a fare per il bene di questa Nazione. E confido che saremo alleati anche in futuro”.

“Noi pensiamo che non si possa prescindere dalle competenze, particolarmente dalle competenze dei professionisti. Non possono farlo gli italiani, non possono farlo le Istituzioni. Non lo ha fatto questo Governo, che ha voluto coinvolgere voi commercialisti nel lavoro di scrittura della delega fiscale”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in un videomessaggio in occasione degli gli Stati Generali dei Commercialisti, organizzati dal Consiglio nazionale della categoria al Roma Convention Center La Nuvola.

“Una riforma che l’Italia aspettava da 50 anni e che noi consideriamo fondamentale per rilanciare la crescita e creare un rapporto completamente nuovo tra lo Stato e il contribuente, un rapporto di fiducia, semplificando – sottolinea Meloni – gli adempimenti e assicurando maggiori garanzie contro un Fisco che troppo spesso è sembrato vessatorio”.

La premier ha poi spiegato che “sono tanti gli obiettivi che ci prefiggiamo con questa riforma: ridurre il carico fiscale; premiare chi produce e lavora di più con una tassa piatta agevolata sugli incrementi di salario; sostenere chi investe e assume in Italia secondo il principio ‘più assumi, meno tasse paghi’, cioè più è alta l’incidenza di lavoro, di manodopera, in rapporto al fatturato e meno tassi devi allo Stato, perché più lavori crei e più aiuti lo Stato; e poi scrivere regole contabili chiare e certe per liberare le migliori energie della nostra Nazione e rendere più attrattiva l’Italia a livello internazionale per chi vuole investire e produrre in Italia”.

Nella sua relazione agli Stati generali dei commercialisti il presidente del Consiglio nazionale della categoria, Elbano de Nuccio ha snocciolato i “numeri di una professione forte nel Paese, sia in termini economici, sia in termini sociali”.

La professione economico-giuridica del dottore commercialista e dell’esperto contabile assomma “oltre 120.000 iscritti all’Albo, organizzati in una rete di oltre 65.000 studi professionali che, con una media di circa 4 addetti per studio, esprime circa 500 .000 occupati diretti, che sviluppano un valore aggiunto pari a circa 15,6 miliardi di euro, ossia l’1% del Prodotto interno lordo (Pil)”.

 Fra gli altri punti affrontati, quello che riguarda oltre l’80% delle società di capitali italiane e oltre il 75% dei contribuenti con partita Iva, che si rivolgono per la consulenza e l’assistenza contabile e fiscale a professionisti iscritti all’Albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, che si ritrovano così a intermediare oltre 150 miliardi di gettito tributario complessivo, il 75% di quanto versato dagli oltre cinque milioni di contribuenti con partita Iva”, ha proseguito de Nuccio. Per il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti i dati impongono una riflessione, ma si inseriscono “nel ben più drammatico tema demografico generale del nostro Paese, di cui oggi si prende finalmente atto con la dovuta attenzione e con i dovuti toni, ma che è in progressivo peggioramento da almeno una generazione. Non c’è settore economico e professionale maturo, in Italia, al netto di rare e circoscritte eccezioni, in cui non stiano venendo a mancare le braccia e i cervelli che servono per garantire un adeguato ricambio generazionale”, ha aggiunto. Nella nostra Penisola si contano 120.000 iscritti all’Albo dei commercialisti, un numero sostanzialmente stabile, nel 2022, mentre il Registro dei praticanti vede una discesa dei professionisti (-8,4%).

Al tempo stesso, si osserva come crescano i componenti della sezione B dell’Albo (esperti contabili), saliti a un ritmo del 9,5%, mentre gli iscritti nella sezione A (commercialisti), scendono dello 0,2%.

Lo si legge nella nuova edizione del Rapporto annuale sull’Albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, pubblicato dalla Fondazione nazionale di ricerca della categoria consegnato oggi nel corso degli Stati generali della ctegoria.

    “Dopo il +0,6% dello scorso anno, gli iscritti al Sud diminuiscono ad un tasso dello 0,6%” e, in particolare, nelle Isole il decremento è stato dello 0,5%, mentre nelle regioni dell’Italia meridionale si registra una contrazione del numero leggermente più alta (-0,6%). Meno iscritti, poi, negli Ordini del Nord dello Stivale, dove si assiste ad un rallentamento (dal +1,2% del 2021 al +0,56% del 2022), soprattutto nel Nordovest (dal +1,3% del 2021 al +0,7% del 2022), Nordest cresce con un +0,5% rispetto al +1% del 2021. A guidare la crescita al Settentrione è la Lombardia con il +0,8% (+163 professionisti), calo, invece, dello 0,9% della Puglia. 

 

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