10mila veterinari pubblici entro il 2030
Presentando il X Rapporto "Animali in Città, Legambiente avanza richieste di breve e lungo termine.
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Tra gli obiettivi: l’anagrafe unica nazionale per tutti gli animali da compagnia entro l’anno, agevolare entro il 2025 la sottoscrizione di 1000 accordi per costruire reti tra amministrazioni pubbliche e soggetti privati per la tutela e la cura degli animali d’affezione e selvatici. E 10mila Veterinari pubblici entro il 2030.
Il 17 gennaio è stato pubblicato il X Rapporto “Animali in città” elaborato da Legambiente con il patrocinio del Ministero della Salute, Conferenza delle regioni, Anmvi, Enci, Fnovi. Nel rapporto Legambiente avanza importanti richieste per altrettanti traguardi da raggiungere:
Entro il 2030, arrivare a 10 mila veterinari pubblici assunti a tempo indeterminato, per rafforzare il personale in servizio attualmente composto da 4.642 unità, di cui il 78,5% uomini e con età media di 56,9 anni
Inaugurare, entro il 2030 1.000 strutture veterinarie pubbliche, tra canili sanitari e gattili sanitari e ospedali veterinari
Entro il 2025 agevolare la sottoscrizione di 1.000 accordi o patti di comunità per costruire reti e alleanze tra amministrazioni pubbliche e soggetti privati per la tutela e la cura degli animali d’affezione e selvatici
Approvare e fare entrare in vigore, entro il 2022, l’anagrafe unica nazionale per tutti gli animali d’affezione o da compagnia;
Realizzare, entro il 2030 un’area cani ogni 1.000 cittadini residenti per garantire una quotidiana qualità della vita a milioni di cittadini nei contesti urbani
Entro il 2030 formare, aggiornare e coinvolgere 15.000 guardie ambientali e zoofile volontarie per aumentare il rispetto delle regole di civile convivenza usufruendo della vigilanza volontaria con l’obiettivo.
I gatti adottati nel 2020 sono il triplo rispetto al 2019
Il X rapporto riporta i dati forniti dai Comuni nell’anno della pandemia e informa che cresce di oltre tre volte, rispetto al 2019, il numero di gatti adottati (42.081 nel 2020, contro i 12.495 del 2019), parallelamente, tuttavia, si assiste a un calo nelle adozioni dei cani nei canili che diminuiscono del 20% rispetto all’anno precedente (dalle 19.383 nel 2019, alle 16.445 nel 2020), coerentemente con i dati dichiarati di nuove iscrizioni in anagrafe canina (85.432 nel 2019, contro le 67.529 nel 2020).
A livello nazionale, il rapporto tra cani iscritti all’anagrafe degli animali d’affezione e cittadini è di un cane ogni 4,7 abitanti, con Umbria e Sardegna che primeggiano in positivo (rispettivamente un cane iscritto ogni due cittadini e un cane ogni 2,8), e Puglia e Calabria fanalini di coda (rispettivamente un cane iscritto ogni 7,4 e ogni 9,6 cittadini). Guardando agli amici felini, il rapporto nazionale è di un gatto iscritto all’anagrafe degli animali d’affezione ogni 72,4 cittadini: a primeggiare, in questa categoria, sono Valle d’Aosta (un gatto ogni 31,4 abitanti) e PA Bolzano (un gatto ogni 32,6 cittadini).
Il X rapporto informa negli ultimi 30 anni le popolazioni di cani e gatti sono state lasciate crescere senza alcuna pianificazione e allo stesso modo si sta assistendo al proliferare in città di ulteriori specie animali da compagnia (spesso selvatiche) quali roditori, uccelli, invertebrati, senza una strategia pubblica preventiva.
Meno della metà delle Aziende sanitarie (il 40% del campione) dichiara di effettuare azioni di prevenzione del randagismo delle popolazioni (padronali e non) di cani e gatti: i numeri del 2020 ci dicono di 6.888 cani e 19.740 gatti sterilizzati, cifre del tutto insufficienti per una seria politica di controllo demografico se confrontati con il numero dei cani dichiarati entrati nei canili sanitari (36.368), con i gatti presenti nelle colonie feline (313.288).
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