Anno: XXV - Numero 236    
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Accesso, formazione e scuole del notariato

Prosegue il dibattito virtuale sul tema dell’Accesso al notariato (concorso, pratica, scuole di notariato).

Accesso, formazione e scuole del notariato

L’argomento sul quale viene richiesto un contributo di riflessione è di ampia portata, in quanto comporta un esame dell’intero percorso formativo dello studente che a partire dal raggiungimento della laurea arriva a sostenere il concorso notarile.

La complessità del tema consente in questa sede di soffermarsi unicamente su alcuni aspetti rilevanti.

  1. A) Il calo di vocazione

In Italia si è registrato negli ultimi dieci anni un drastico calo del numero degli iscritti alla pratica notarile: si pensi, ad esempio, che Napoli ha subito tra il 2010 ed il 2016 una diminuzione di iscritti alla pratica del 60% e Bari del 68,75%. In via più generale nell’ultimo decennio si è avuta in Italia un grandissima flessione di iscritti alle facoltà di giurisprudenza. Da una ricerca compiuta nell’anno 2015 dal Consorzio Almalaurea, gli studi giuridici attraversano una crisi profonda, ed interessano un numero sempre più limitato di studenti universitari. A livello nazionale gli immatricolati ai corsi di studio delle lauree magistrali in Giurisprudenza – lauree che costituiscono titolo necessario per l’avvocatura, il notariato e la magistratura – erano 28.837 nell’anno accademico 2006-2007, 19.257 nell’anno accademico 2014-2015. Come dimostra un’analisi dettagliata dei dati delle immatricolazioni ai corsi per le lauree magistrali, la crisi non riguarda solo i grandi Atenei del sud e del centro, ma anche gli Atenei medi e grandi del nord, con quale rara eccezione. Le cause di questo calo di vocazione sono molteplici, ed in particolare per quanto riguarda il notariato in buona parte riconducibili alla notevole riduzione dell’attività lavorativa cui si è assistito negli ultimi anni, alle difficoltà di organizzare e gestire i costi di un proprio studio professionale, all’aumento, non sempre coerente, del fenomeno della concorrenza professionale. La necessità di un intervento di orientamento dei giovani dovrebbe quindi sorgere ancor prima della scelta della facoltà universitaria, attraverso seminari e dibatti, che consentano di far conoscere già agli studenti della scuole medie superiori, l’importanza del diritto e la funzione ed il ruolo del notaio.

  1. B) L’attuale offerta formativa

L’attuale configurazione dell’offerta formativa di natura istituzionale (Scuole riconosciute dal Consiglio Nazionale del Notariato) rivolta ai praticanti notai è caratterizzata da una sostanziale disomogeneità tra Scuole di grandi e di piccole dimensioni. Alcune realtà, soprattutto nelle città più grandi, continuano ad operare con un numero significativo di frequentanti, mentre altre realtà hanno riportato negli ultimi anni una notevole flessione. Il problema si è accentuato anche in relazione ad alcune modifiche normative apportate nel recente passato in ordine alla durata obbligatoria della pratica notarile. L’abbreviazione della durata del compimento della pratica (attualmente fissata in 18 mesi, riducibile ad un anno per coloro che iniziano la pratica negli ultimi sei mesi universitari), ha comportato per i praticanti notai la necessità di rimodulare i tempi ed i criteri dello studio per il concorso notarile. Il termine così ridotto consente un accesso più rapido al mondo del lavoro per coloro i quali superano il concorso al primo o al secondo tentativo, ma ha prodotto inevitabilmente un’accelerazione della fase di apprendimento delle complesse materie che occorre studiare per superare il concorso, con un conseguente diretto riflesso, non sempre positivo, sull’intero processo formativo del praticante notaio. L’offerta formativa delle Scuole istituzionali da sempre è caratterizzata da un metodo consistente nel fornire un approccio ragionato ed analitico allo studio delle materie e degli argomenti concernenti l’attività del Notaio e relative al concorso notarile, con conseguente attenzione all’attività pratica e alla preparazione degli atti: l’abbreviazione del termine della pratica non favorisce il ricorso, da parte dei praticanti, a questo metodo formativo completo. In questo contesto l’attenzione dei praticanti notai si è negli ultimi anni indirizzata anche verso altre strutture formative, di matrice essenzialmente privata, non riconosciute dal Consiglio Nazionale del Notariato. L’esame dell’offerta fornita da tali strutture, ha portato a concludere che il metodo proposto sia prevalentemente casistico, tendente quindi a ribaltare l’approccio tradizionale della formazione notarile predisposta dalle Scuole istituzionali: in base a questa tendenza dall’esame del caso pratico il candidato Notaio deve giungere alla conoscenza del principio di diritto. Inoltre la preparazione di un numero consistente di praticanti è oggi organizzata su pochi testi-base, senza diversificazione dall’offerta culturale e formativa e senza un approfondimento specifico e monografico delle singole materie di studio. Il recente intervento, tenuto al Tavolo Ministeriale istituito con il Notariato per discutere anche del tema dell’accesso alla professione, da parte del Presidente dell’ultima commissione del concorso notarile è indicativo di quanto si viene qui sostenendo: è stato infatti rilevata una non sufficiente preparazione dei candidati, sia nella redazione degli atti, sia nella loro motivazione (standardizzata), che tradisce un approccio allo studio prevalentemente casistico.

  1. C) La crisi della pratica notarile

Problema connesso all’abbreviazione del periodo di pratica è ovviamente la crisi della effettività della pratica notarile: la frequenza dei praticanti presso lo studio notarile di riferimento è sempre più sporadica e saltuaria. Sorge oggi con urgenza la necessità di ristabilire alcuni principi ed alcune regole che possano consentire di rilanciare la pratica notarile, che, inutile ricordarlo, è obbligatoria per il praticante-notaio.

L’assenza della pratica effettiva, d’altro canto, favorisce una scarsa conoscenza dei principi di comportamento e deontologici indispensabili per svolgere l’attività notarile. Da questo punto di vista occorre inserire dei correttivi ai meccanismi attuali previsti per la verifica della pratica notarile, accanto al certificato di pratica: si pensi, ad esempio, all’introduzione del “libretto della pratica” che potrebbe consentire di monitorare ed orientare positivamente il percorso formativo svolto dal praticante durante i diciotto mesi di pratica effettiva.

  1. D) La scuola nazionale del notariato

In questo quadro di riferimento è sorta la proposta di un progetto per la creazione di una Scuola Nazionale del Notariato, che promuova lo studio del “diritto notarile”, partendo dalla conoscenza dei principi generali dell’ordinamento, con grande attenzione alle ricadute pratiche al fine della risoluzione del caso concreto.

L’obiettivo è quello di mantenere un livello molto elevato della preparazione della categoria notarile, preparazione che da sempre ha caratterizzato la professione del Notaio nell’ambito del mondo giuridico.

Scopo della SSN è quindi quello di garantire ed assicurare un livello formativo di alto profilo, destinato ad integrare e ad aggiungersi a quello delle attuali Scuole riconosciute dal Consiglio Nazionale del Notariato a livello locale, per il mantenimento del Notariato tra le eccellenze giuridiche del Paese. In data 10 maggio 2019 il Consiglio Nazionale del Notariato ha deliberato l’avvio di questo progetto, i cui punti salienti possono riassumersi come segue. La gestione della Scuola, dal punto di vista scientifico e didattico, è affidata alla Fondazione Italiana del Notariato (ente al quale è affidata la formazione culturale della categoria). Il Comitato Scientifico della SNN è nominato dal Consiglio Nazionale del Notariato: tale Comitato Scientifico sarà in parte composto dai Direttori delle scuole locali del notariato, al fine di assicurare il necessario coordinamento tra queste ultime e la SNN. L’offerta formativa proposta nell’ambito della SNN costituirà, rispetto a quella delle Scuole locali, una forma di completamento culturale e di approccio al concorso notarile di livello superiore, configurandosi pertanto come una “formazione di secondo livello e di eccellenza”.

Le sedi locali saranno automaticamente  federate e collegate con la SNN.

In via di principio può ipotizzarsi che la corretta sequenza per il praticante notaio sia quella di frequentare inizialmente a livello territoriale la Scuola Notarile istituzionale locale dopo il conseguimento della laurea, per poi iscriversi alla SNN per il necessario perfezionamento del suo percorso formativo.

Saranno previste borse di studio per i praticanti più meritevoli ed in relazione al reddito.

La frequenza del corso annuale presso la SNN e il superamento della prova finale daranno diritto al singolo praticante ad ottenere uno specifico attestato. L’auspicio è che la realizzazione di questo progetto possa consentire un rilancio della formazione istituzionale a favore dei praticanti notai: ricordo a tale proposito che sono molti anni che la categoria richiede (anche attraverso l’approvazione di numerosi voti congressuali) di rimettere al centro dell’attenzione, da parte del Consiglio Nazionale del Notariato, il problema della formazione culturale dei praticanti-notai.

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