Aggressioni ai medici, il Codice penale non basta
Cgil e Fp chiedono al governo un incontro: “Soliti annunci roboanti, servono investimenti sul miglioramento organizzativo del servizio sanitario nazionale”.
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“Le cronache delle aggressioni al personale sanitario di queste ultime settimane hanno suscitato sdegno e preoccupazione. Aggressioni che, come gli atti di violenza di ogni genere, vanno sempre condannati con fermezza ma soprattutto evitati e prevenuti. Ormai da troppi anni si parla del problema ma ciò che è stato fatto finora è inefficace. Il governo ci convochi”. Lo affermano, in una nota, Cgil nazionale e Fp Cgil.
“Per evitare il conflitto tra utenti e operatori – sottolineano – serve ridurre il comprensibile livello di esasperazione del personale sanitario e dell’utenza, serve investire sulla sanità con risorse adeguate e strumenti utili a potenziare la capacità di risposta del Servizio Sanitario Nazionale”.
“In queste settimane – aggiungono Cgil e Fp – si sono rincorsi annunci e ipotesi di provvedimenti roboanti che andrebbero misurati anche con la necessità di investire sul miglioramento organizzativo del servizio sanitario nazionale che deve sempre essere un ambiente sicuro per chi ci lavora e per chi riceve assistenza e cure. Non si può, infine, continuare, come fa il ministro della Salute, a scegliersi l’interlocutore quando si parla del lavoro in sanità”.
“Il governo deve convocare le organizzazioni sindacali, dirci cosa pensa concretamente di fare, oltre alle modifiche al codice penale, a penalizzare il personale sanitario dal punto di vista previdenziale, ad aumentare i carichi di lavoro non favorendo in modo adeguato le assunzioni, a non garantire neanche il riconoscimento del recupero dell’inflazione per gli stipendi di chi lavora in sanità”, concludono Cgil e Fp Cgil.
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