Aigi presenta i legali d'azienda 'doc'
Catalano, 'con la certificazione si fa crescere anche l'azienda'
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Il giurista d’impresa, a cui è preclusa l’iscrizione all’albo forense e negli elenchi speciali, riservati agli avvocati degli enti pubblici, può avere da quest’anno una certificazione professionale, promossa dall’Associazione Italiana Giuristi d’Impresa e attestata dall’ente certificatore Kiwa Italia.
“La prima sessione di certificazione si sta concludendo, già entro fine mese avremo i primi giuristi che hanno passato il test per la certificazione.
A febbraio è già pronta a partire un’altra sessione di certificazione e altre ne saranno programmate a stretto giro con un numero di candidature che va oltre le nostre previsioni” spiega all’ANSA il presidente dell’associazione Giuseppe Catalano.
“Il ‘cantiere’ della certificazione si è aperto nel 2019 e nel 2022 l’Aigi ha approvato il progetto. L’idea da cui siamo partiti – riassume Catalano – è quella di assicurare qualità a una professione in crescita come la nostra, testando con un esaminatore esterno la nostra capacità di seguire l’evoluzione dell’attività e delle competenze richieste; parallelamente l’obiettivo era qualificarci e darci un disciplinare non potendo, allo stato, riconoscerci in un albo. A maggio 2022 è partita la fase operativa, assistiti dall’ente certificatore Kiwa Italia e dalla società di head hunting Badenoch + Clark – LHH Recruitment Solutions (Gruppo Adecco)”.
“Abbiamo voluto farlo in un momento in cui la nostra professione (il legale d’azienda, ndr) si trova al centro di tanti progetti e nuove sfide: con il Pnrr le aziende si sono prese l’impegno di guidare il futuro e l’evoluzione del Paese e crediamo, forse con un pizzico di presunzione ma con l’esperienza cumulata, che dotarsi di legali che le mettano sulla strada giusta sia importante e faccia crescere le aziende in modo sano” sottolinea Catalano.
L’iniziativa “ha avuto molto più successo di quel che pensavamo con grandi aspettative da parte dei colleghi giuristi” commenta il presidente dell’Associazione (con 1.500 soci) che si rivolge ai moltissimi legali in house italiani.
La certificazione riconosce tre profili (junior, middle e senior): “pensavamo di ricevere richieste soprattutto dai più giovani (quelli con un’esperienza lavorativa inferiore ai 5 anni) e invece tantissimi senior chiedono di essere qualificati”. Per il riconoscimento di ogni singolo livello professionale la certificazione richiesti specifici requisiti (titolo di studio ed esperienza lavorativa) e una successiva prova d’esame che consiste in una prova scritta e ora, ma la verifica non viene svolta solo su capacità tecniche quanto anche sulle cosiddette soft skill, quelle che permettono di relazionarsi al meglio con i propri clienti interni. L’esame si conclude infatti con una online business simulation, un assessment, interamente digitale, dove il candidato è chiamato a gestire una situazione articolata ed a elaborare una moltitudine di informazioni per identificare la corretta modalità per affrontare lo scenario proposto. “Stiamo avendo un numero di risposte importanti a questa nostra iniziativa, che è stata una scommessa anche per noi” e ora Aigi guarda avanti: “Vorremmo che diventasse una prassi” anticipa Catalano, “per poi far evolvere lo schema proprietario in una Prassi di Riferimento (PdR). Questo permetterebbe ad Aigi di consolidare e valorizzare il ruolo del giurista d’impresa, con una proposta unica, considerato che può esistere una sola PdR per specifica figura professionale. Ma l’ obiettivo finale resta sempre quello del riconoscimento della professione, per poter usufruire delle garanzie necessarie a svolgere in maniera serena e proficua un’attività sempre più al centro dell’attenzione”, conclude Catalano.
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