Anno: XXV - Numero 167    
Martedì 17 Settembre 2024 ore 13:00
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Arresto in flagranza di reato differito.

La risposta del Governo alle aggressioni in ospedale.

Arresto in flagranza di reato differito.

.Il Governo usa l’arma della repressione per arginare l’epidemia di aggressioni al personale sanitario sempre più dilagante in Italia. Davanti ai recenti fatti di cronaca che parlano di 4 episodi di violenza contro medici e infermieri nelle ultime 48 ore, il ministro della Salute Schillaci ha convocato una riunione con tutti gli Ordini professionali sanitari per trovare una soluzione: “Ci siamo confrontati anche con il ministro Nordio. In questo momento riteniamo che lo strumento più utile per cercare di combattere questo fenomeno inaccettabile, ovvero le aggressioni al personale sanitario, è quello di introdurre sempre l’arresto in flagranza di reato, anche differito”. Schillaci ha aggiunto che “a breve ci sarà un confronto anche con le parti sindacali”.

 Ma cosa si intende per arresto in flagranza di reato anche differito? Che l’arresto dell’aggressore se non avviene nell’immediato, cioè mentre compie il reato, può avvenire anche per mezzo di riprese video o fotografie e si procede con l’arresto del colpevole senza superare le 36 ore dal momento in cui si è verificato il delitto.  “Oggi abbiamo avuto una riunione con tutti gli ordini professionali sanitari e anche il sottosegretario alla salute Marcello Gemmato. Come governo – ha spiegato Schillaci – siamo intervenuti da subito contro questo che purtroppo è un problema annoso della sanità italiana. Lo scorso anno abbiamo aumentato le pene per chi commette violenza contro i sanitari e istituito la procedibilità d’ufficio, ma questo come è evidente non è più sufficiente”. Schillaci ha ha detto di aver incontrato ieri anche il ministro dell’interno Piantedosi: “Voglio sottolineare – ha aggiunto – che i posti di polizia nell’ultimo anno sono aumentati in maniera significativa, e quindi il governo  è assolutamente sul pezzo contro quello che è però anche un problema culturale”. Quindi, ha concluso, “bisogna in questo momento rapidamente trovare degli strumenti per contrastare questo fenomeno inaccettabile”.

 “Bene il ministro Schillaci sull’uso della flagranza di reato anche differito entro 48 ore contro chi commette violenze ai danni degli operatori sanitari. Ora il problema da risolvere è dotare tutti gli ospedali di videosorveglianza e impedire a chiunque di entrare. L’episodio gravissimo di Foggia dimostra che chiunque può entrare in un ospedale e arrivare alla sala chirurgica. Questo va impedito. Abbiamo chiesto anche al Governo di difendere i medici perché noi siamo il baluardo della scienza, quindi non possono prevalere sui media le fake news sulla medicina e la scienza che alimentano un clima di diffidenza nei confronti della categoria”, ha commentato Filippo Anelli, presidente della Federazione degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo).

“Sia l’incontro in tempi così rapidi – aggiunge – sia quanto affermato dal Ministro Schillaci, sia la sensibilità da sempre dimostrata al problema dal Ministro Piantedosi sono un segno dell’attenzione del Governo a questa emergenza di sanità pubblica, che sta portando molti colleghi a dimettersi, esasperati dal clima di estrema insicurezza in cui sono costretti a lavorare”. “È necessario che ora questa attenzione – conclude Anelli – si traduca in un Decreto-legge, che definisca una serie di iniziative operative e normative, a carattere d’urgenza, che comprendano, oltre a sistemi di videosorveglianza, anche procedure di controllo e regolazione degli accessi alle strutture sanitarie e sistemi a garanzia della tutela personale degli operatori”.

Una soluzione che anche se considerata “assolutamente necessaria”, non elimina alla radice il problema. La pensa così Fabio De Iaco, Presidente di Simeu, Società Italiana di Medicina d’Emergenza-Urgenza che ad HuffPost ha commentato: “L’arresto in flagranza di reato differito è sacrosanto e lo vogliamo tutti. Ma il problema è che la questione delle aggressioni non si risolve con la sola repressione e con l’inasprimento delle pene. Perché è la spia di un disagio e di un malessere generalizzato che non giustifica quello che è successo, ma in qualche maniera rende ragione delle cause, almeno in alcuni casi”. Con l’eccezione dei fatti di Foggia, dove parliamo di criminalità, “tutto il resto sono fatti eccessivi, assolutamente esecrabili, che però trovano anche un pabulum, un sottostrato in alcune situazioni che riguardano il Ssn”, ha aggiunto De Iaco.

 L’insufficienza del servizio sia come attrattività per i professionisti che come efficacia per i pazienti sono alla radice di episodi di questo genere secondo il Presidente De Iaco: “Quindi ben venga la repressione, ben venga la flagranza differita, tutti l’abbiamo chiesta. Ma vogliamo anche un progetto grande di rifondazione del Ssn che prende insieme tutti, i cittadini e i professionisti. Bisogna ricostruire la fiducia nel servizio e poi bisogna ricostruire il patto sociale che è completamente disgregato”, ha concluso. Considerazioni che fanno il paio con quelle di Antonio De Palma, Presidente di Nursing Up, il sindacato italiano degli infemieri, che parlando dell’altissima percentuale di aggressioni ai professionisti dell’assistenza sanitaria faceva notare che la penuria di infermieri in Italia perché non valorizzati professionalmente, espone quelli che restano a turni massacranti, alla base del quale c’è un lavoro usurante per eccellenza. Questo naturalmente spesso a discapito del paziente. “La politica che vuole risolvere il problema riconosca alle professioni assistenziali il ruolo usurante e poi dia agli infermieri e alle ostetriche la possibilità di lavorare con turni di servizio dignitosi, riconoscendo e valorizzando il loro lavoro”, ha detto ad HuffPost.

 “Va bene che ci sia una punizione di questo genere, mi sembra quantomeno opportuno”, ha ribadito il Presidente di Nursing Up ad HuffPost. “Il problema è che bisogna attivare strumenti atti a prevenire questo fenomeno. E quindi vogliamo sentirci dire dal Ministro Schillaci o chi per lui quale è lo strumento preventivo che hanno individuato e che al momento noi riteniamo essere la presenza delle Forze dell’Ordine negli ospedali. Cosa che peraltro esisteva ed è sempre esistita fino a 20 anni fa e che poi a causa della spending review hanno tolto”. “Chiediamo pubblicamente al Ministro, di farci avere un elenco delle strutture ospedaliere, in Italia, con dettaglio sulla presenza o meno di presidi di pubblica sicurezza e relativi orari di operatività”, conclude Di Palma.

“Giudichiamo positivamente la volontà annunciata dal Ministero della Salute, Orazio Schillaci di introdurre l’arresto in flagranza di reato anche differito per chi aggredisce il personale sanitario”, afferma il Presidente nazionale della Fadoi (Federazione dei medici internisti ospedalieri), Francesco Dentali. “Una misura del genere – prosegue Dentali – come l’aumento delle Forze dell’Ordine nelle strutture sanitarie rappresenta certamente un intervento concreto per contrastare nell’immediato questo fenomeno dilagante che vede ormai il personale sanitario bersaglio quotidiano di violenze e aggressioni”.

“È però allo stesso tempo innegabile – rimarca Il Presidente Fadoi – come del resto ha evidenziato lo stesso Ministro che siamo ormai di fronte ad un pericoloso fenomeno culturale che va risolto alla radice e la cui soluzione purtroppo non è dietro l’angolo. Occorre investire certamente in sicurezz,a ma bisogna anche investire sul Ssn così come va evidenziato e valorizzato il ruolo dei professionisti che ogni giorno si prendono cura di migliaia di persone in ospedale come sul territorio. Oltre che perseguire occorre prevenire investendo in sanità e sicurezza”.

 

 

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